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Modello Cristiano Ronaldo anche per la successione a Marchionne?

Sergio Marchionne con John Elkann

In casa Agnelli va di moda lo schema Cristiano Ronaldo? A pochi giorni dal blitz di Andrea Agnelli su Cr7, operazione concordata con il cugino John Elkann all’insaputa dei più stretti collaboratori, esplode un’altra indiscrezione, se possibile ancora più incredibile: l’arrivo di Vittorio Colao alla guida di Fca alla fine dell’anno per prendere il posto di super Sergio (Marchionne).

Quanto è verosimile lo scenario descritto dal rumor? L’ex Lingotto si è affrettato a smentire l’indiscrezione attraverso un portavoce, che ha definito la notizia “destituita di ogni fondamento”, ricordando che “come già più volte dichiarato dalla società, è previsto che l’avvicendamento avvenga a tempo debito, con una soluzione interna a seguito di un preciso processo decisionale da tempo in corso”.

Mai come in quest’occasione la notizia lanciata da Dagospia, spesso bene informato, sembra inverosimile. Ma merita di esser registrata, anche perché sono altrettanto inverosimili i tempi dell’annuncio della scelta del successore di Marchionne alla guida di Fiat Chrysler. A meno di dieci mesi dall’assemblea della prossima primavera, quando Marchionne presenterà agli azionisti i conti 2018, l’ultimo atto della sua gestione, non è ancora nota l’identità del successore. Anche in occasione dell’investor day di inizio giugno  sia Marchionne che Elkann hanno evitato indicazioni precise in merito, un atteggiamento che ha indispettito non poco gli analisti. Di qui il sospetto, avallato da Morgan Stanley, che Marchionne voglia in realtà succedere a sé stesso, ipotesi energicamente scartata dal diretto interessato: “Sono stanco”, ha detto più volte di recente super Sergio. Per giunta, Dagospia parla di un recente intervento cui si sarebbe sottoposto il manager.

Da ciò potrebbe discendere l’ipotesi che i vertici di Exor si siano messi alla ricerca di un “simil-Ronaldo” per guidare il gruppo nel dopo Marchionne, giudicando troppo deboli le candidature interne emerse in questi mesi: tagliato fuori Alfredo Altavilla, responsabile Emea, in lizza restano Mike Manley, leader di Jeep e il britannico Richard Palmer, il responsabile finanziario. Ottimi manager ma che non sono mai stati investiti degli oneri e degli onori della posizione di numero uno. Un limite importante, se si pensa al peso politico di Fiat, non solo in Italia, alla luce delle decisioni che segneranno i prossimi anni, a partire dalle alleanze che il successore di Marchionne dovrà condurre in porto. Certo, si potrà contare sulla supervisione a distanza dello stesso Marchionne, confermato in Ferrari e nel board di Exor. Ma anche questo rischia di limitare il carisma e la leadership del nuovo uomo forte del Lingotto, chiamato a sostituire  uno dei boss più leggendari del mondo a quattro ruote.

Di qui la possibile tentazione di rivolgersi a Vittorio Colao, uscito a maggio dalla guida di Vodafone, dopo dieci anni di straordinari successi. Anche nel 2004 Colao, all’epoca impegnato in Rcs, era stato indicato tra i possibili candidati per il Lingotto. Da allora Fca, grazie a Marchionne, si è trasformata da azienda sull’orlo della bancarotta, schiacciata dai debiti, in una corazzata “zero debiti”. Può darsi che i destini dei due leader, probabilmente i due più importanti che possa vantare l’industria italiana, siano destinati ad incrociarsi di nuovo. Ma attenzione: potrebbe trattarsi solo di un tormentone estivo. Anzi, di un colpo di sole.

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