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La moneta virtuale “made in Sardinia” vuole diventare grande

(Shutterstock)

di Maria Rita Corda

A Serramanna, un comune sardo di poco più di 9.000 abitanti, nasce nel 2009 Sardex, la moneta complementare che ha attutito gli effetti delle crisi del credito sulle piccole e medie imprese della Sardegna. Un progetto ideato da cinque amici che, dopo aver studiato e lavorato fuori dell’Italia, hanno deciso di creare un circuito complementare al sistema finanziario in grado di aiutare la loro isola, una delle regioni più povere del Belpaese.

Esaminando le best practice di altri Paesi, come la Svizzera, hanno ideato Sardex, una moneta alternativa che rimarca la forte appartenenza alla loro terra e assiste le imprese e i cittadini presenti nel suo territorio. Il programma era esclusivamente B2B, in seguito B2E (destinata quindi ai dipendenti) e recentemente è stato lanciato Bisoo, il progetto volto a includere nel circuito anche i privati. Sardex ha conquistato non solo l’isola dei nuraghi e dai mari cristallini, ma anche altre 11 regioni italiane e, inoltre, tutto il mondo la osserva con grande attenzione. Grazie a Gabriele Littera, amministratore delegato di Sardex S.p.a, cerchiamo di comprendere il funzionamento di questo circuito di credito commerciale e di scoprire i progetti futuri.

Obiettivi e funzionamento di Sardex

Mettere insieme le competenze dei soci fondatori e offrire al tessuto economico sardo dei servizi tecnologici di alto valore che potessero supportare le aziende durante la crisi finanziaria, questo è l’obiettivo iniziale di Sardex.

Le imprese tramite una piattaforma virtuale appositamente creata possono vendere i beni e servizi che producono e ottenere delle linee di credito prive di interessi. Allo stesso tempo, con il credito maturato possono acquistare a loro volta dei beni e servizi. Un credito Sardex equivale a 1 euro. Le imprese possono, quindi, fare acquisti senza intaccare la loro liquidità in euro. La moneta ideata dall’azienda sarda, inoltre, può essere utilizzata senza problemi affianco alla valuta.

Per accedere al circuito è necessario accettare un insieme di regole e offrire dei beni e servizi che possono essere d’interesse per coloro che ne fanno parte e non siano in contrasto con il codice etico di Sardex.

Per quanto riguarda i dati numerici più significativi, l’amministratore delegato Gabriele Littera sottolinea che per la Sardegna “si evidenzia un volume di transato registrato, oggi pari a 280 milioni di controvalore ed al numero di operazioni pari a circa 700.000. Questi numeri evidenziano il dato storico 2010-2018(aprile) e possiamo considerare che nel solo 2010 il volume transato è stato di 300.000 crediti circa e le operazioni 392.”

Un progetto fondato sulla fiducia di tutti coloro che credono in questa idea che è caratterizzata anche da un forte impatto sociale in un contesto privo di denaro. È molto importante che i partecipanti sappiano ben dosare gli aspetti economici da quelli non economici – sottolinea Littera- e siamo molto attenti anche noi come gestori a educare e formare su queste tematiche. Raccontiamo sempre le storie perché dietro ogni impresa ci sono le persone e teniamo assolutamente alto il valore relazionale che si ha all’interno di un circuito.”

Bisoo, Sardex punta al B2C

Dopo un progetto B2B e B2E l’azienda apre le porte anche ai privati. Infatti, Sardex ha lanciato Bisoo, che in sardo significa sogno, un’idea da sempre presente nelle menti dei fondatori della moneta virtuale e ora disponibile per tutti.

“Il funzionamento- ci racconta l’amministratore delegato– prevede che il consumatore che sceglie di effettuare i suoi acquisti in una delle aziende aderenti al circuito Sardex (ed al programma Bisoo) riceva all’atto dell’acquisto un ammontare di crediti Sardex sulla base della percentuale stabilita dal singolo merchant. Una volta ottenuti i crediti sul proprio conto gratuito, il consumatore che si sarà autenticato, potrà rispenderli a sua volta nelle imprese. Contiamo in questo modo di rafforzare la coesione economica e sociale tra il tessuto di PMI ed i consumatori in un meccanismo di premialità molto forte rispetto ai normali programmi fedeltà. Siamo consapevoli che una fascia significativa dei consumatori sardi abbia bisogno di strumenti come quello che proponiamo per misurare il loro impatto in termini di spesa ed il ritorno sulla stessa da parte dei merchant.”

Sardex ha migliorato le condizioni delle piccole e medie imprese. Infatti, il programma relativo al B2E, dedicato ai dipendenti delle aziende iscritte al circuito, ha fatto diminuire il numero di licenziamenti e, in alcuni casi, incentivato l’integrazione di nuove risorse umane. “Questo progetto business to employee- evidenzia Gabriele Littera oggi vede partecipare al circuito oltre 2.300 dipendenti, collaboratori e amministratori delle imprese iscritte.”

Le nuove sfide di Sardex sono numerose. L’azienda made in Sardinia punta sul consolidamento del programma Bisoo ma, anche, sull’apertura di nuovi mercati nel contesto italiano e di muovere i primi passi significativi su quelli internazionali.

Chissà se in futuro gli strumenti come Sardex saranno sempre più comuni per le imprese e per i privati. L’azienda è determinata ad andare avanti con i suoi progetti e il quartier generale situato nel piccolo paese del Sud della Sardegna viene “osservato”, da qualche anno, da tutto il mondo.

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