In una Finanziaria con poche misure a sostegno dell’innovazione, il Governo è riuscito a non toccare le misure già in corso (e francamente già molto valide) sul fronte della raccolta di capitali tramite piattaforme online, aprendo anche un fronte importante: quello del finanziamento dei privati alle imprese mediante il debito.
Fino ad oggi è stata posta grande attenzione sull’investimento in equity, che tuttavia è rischioso e problematico per gli investitori al dettaglio; il problema maggiore è quello della illiquidità, cioè la difficoltà di trovare un acquirente per cedere le proprie quote fino a quando la società non sia quotata su un mercato. Non a caso, Paesi finanziariamente evoluti come gli Usa privilegiano l’investimento in debito: ad una determinata scadenza il prestito deve essere restituito; sarà l’investitore a scegliere se investire nuovamente quel denaro nella medesima società o in un’altra o se convertirlo in equity, ove previsto.
Peraltro, lo strumento del debito piace anche agli investitori italiani: secondo i dati dell’Osservatorio Mini-Bond del Politecnico di Milano, la raccolta totale effettuata nel 2017 attraverso i mini-bond è stata di euro 5,5 miliardi, di cui quasi euro 1,4 miliardi verso le PMI.
Il Governo sta facendo un ulteriore importante passo in questa direzione: nella bozza di legge finanziaria approvata dalla Camera dei Deputati l’operatività delle piattaforme di equity crowdfunding, cioè le piattaforme online che raccolgono capitale di rischio (attualmente sono 33 quelle autorizzate dalla Consob), è stata estesa alla facilitazione di finanziamenti, tramite obbligazioni o strumenti finanziari di debito da parte delle piccole e medie imprese.
Per ora, nel testo del Governo, la sottoscrizione di obbligazioni o di strumenti finanziari di debito sarebbe riservata agli investitori professionali e a particolari categorie di investitori individuate dalla Consob; ma è evidente che si tratta di un primo passo che prelude all’apertura di un più ampio mercato.
Anche nel 2013 l’equity crowdfunding è partito in scala ridotta, solo per le start-up innovative, salvo essere esteso negli anni successivi e alla luce dell’esperienza maturata, ad ogni tipo di PMI, dalle aziende immobiliari alle gelaterie.
Se la lettura al Senato confermerà quanto approvato dalla Camera dei Deputati, l’Italia potrà fare un ulteriore passo avanti nella crescita finanziaria, con un importante approccio culturale: lo sviluppo non dipende solo dalle erogazioni pubbliche, dagli sgravi e dalle agevolazioni, ma anche da un contesto nel quale la libera iniziativa privata aiuta e sostiene lo sviluppo economico, traendone le dovute opportunità di guadagno.
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