disco in vinile
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Investimenti a 33 giri, quanto rendono i vecchi vinili

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(GettyImages)

di Alberto Battaglia

Per ascoltare la musica, al giorno d’oggi, niente è meno necessario di un supporto fisico. Tramontata l’era dei download illegali, gran parte della storia della musica è immediatamente disponibile, in immense librerie digitali. Le conseguenze di questa rivoluzione erano tutte prevedibili, meno una. Il ritorno della tecnologia di riproduzione più vecchia e meno pratica. Per quanto paradossale, la crescita delle vendite dei dischi in vinile si protrae da talmente tanto tempo che ormai non è più notizia. Il 2018 non ha fatto eccezioni. Secondo i dati Nielsen Music, le vendite di LP sono aumentate per il 13esimo anno consecutivo negli Stati Uniti, con 16,8 milioni di album e un incremento del 14,6% rispetto all’anno precedente. Nel 2018 il vinile è passato da una quota del 6,5 all’11,9% di tutte le vendite fisiche realizzate negli Usa.

Gli LP di nuova stampa, così, hanno riconquistato l’attenzione dell’industria discografica. Ma non è tutto. In parallelo, il mercato dell’usato ha sedotto nuove generazioni di collezionisti, avviando una costante scalata nei prezzi dei vinili “storici”. A rivelarlo sono le statistiche di Discogs, il mercato online di riferimento per le compravendite di LP. Nel corso del 2018, infatti, il sito ha registrato prezzi di vendita record. Una copia del “Black album” di Prince è stata venduta per 24.475 dollari, una cifra senza precedenti per il sito di e-commerce. Considerato il trend in atto, Discogs si è interrogata sul futuro di questo mercato. Se i prezzi continuano a salire la passione musicale potrebbe lasciare il passo alle logiche di investimento. “Il timore”, ha scritto il sito in una nota, “è che il vinile venga mercificato alla stregua dell’arte moderna, come un materiale che gli investitori si limitano a comprare e vendere”. Dal mondo del collezionismo puro, il vinile di pregio e rarità potrebbe presto accedere a quello degli investimenti alternativi. Anzi, in buona parte questo passaggio è già avvenuto.

I prezzi dei dischi nella fascia più alta iniziano iniziano a decollare nel 2015, anno in cui viene sfondato per la prima volta il muro dei 5.000 dollari pagati per un singolo acquisto su Discogs. Le dinamiche osservate sui dischi più cari, inoltre, si osservano anche scendendo nella classifica degli acquisti più sostanziosi. Il 30esimo disco più caro venduto di trimestre in trimestre sul markeplace (ritenuto un riferimento meno volatile) è passato da 300 a 1300 dollari di valore nel giro di 8 anni.

Le collezioni di valore non passano di mano solo attraverso il canale e-commerce, ma anche dalle più tradizionali aste. “Il mercato del vinile ha visto una significativa rinascita negli ultimi 5 anni sia dal punto di vista ricreativo sia da quello dell’investimento”, afferma Paul Fairweather, banditore della britannica Omega Auctions, una delle maggiori case d’aste specializzate in dischi e manufatti appartenuti alle star della musica. “I collezionisti dotati di fondi da investire”, spiega Fairweather, “si sono rivolti al vinile come investimento alternativo da cui trarre piacere e, auspicabilmente, un ritorno in caso di vendita negli anni a venire”. Un esempio notevole è “God Save The Queen” (etichetta A&M) dei Sex Pistols: “Se 25 anni fa questo oggetto si vendeva per 1.000-2.000 sterline, ora ne raccoglie 7.000-10.000”.

Se si parla di LP usati, si possono saggiare i volumi del mercato osservando il numero delle transazioni su Discogs. La crescita degli scambi, solo nel 2018, è stata del 5,89% con 8,160 milioni di pezzi. Assieme ai numeri di vendita, aumenta anche il numero degli appassionati che, in futuro, si contenderanno un insieme limitato di dischi di elevato valore collezionistico. Anche per questo, Omega Auctions ritiene che il rincaro del 33 giri non sia un fenomeno transitorio.“Il vinile è sempre stato popolare tra le generazioni precedenti e il mercato è rimasto stabile”, aggiunge Fairweather, “il fatto che le giovani generazioni si siano unite alla festa reso ha questo settore ancor più vivace e, auspicabilmente, prolungherà la domanda di vinili per molti anni a venire”.

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Individuare i dischi che possono contare su una vasta platea di affezionati, non è difficile. Nella top 5 dei dischi più presenti nelle collezioni degli utenti Discogs ben tre, ad esempio, sono dei Pink Floyd. Non mancano poi i classici dei Beatles o best seller come “Rumors” dei Fleetwood Mac.

I grandi album del rock, potrebbero sembrare a prima vista il miglior investimento possibile. Ma per comprendere se un LP ha veramente valore, il titolo è solo un elemento di partenza. Non tutte le edizioni, infatti, hanno lo stesso pregio. Ad allettare i collezionisti sono soprattutto le prime stampe provenienti dal Paese d’origine dell’artista, ritenute le più fedeli dal punto di vista sonoro. Lo stato di conservazione, poi, è un fattore che incide drasticamente sul prezzo finale. La stessa edizione di un disco tenuto in modo quasi perfetto (near mint), fanno sapere da Omega Actions, può valere oltre 10 volte di più rispetto alla sua controparte malconcia (poor condition). Queste caratteristiche restringono di molto il numero dei pezzi da collezione. Un esempio celebre è la prima edizione di “Velvet Underground & Nico”, la cui tiratura iniziale fu molto limitata. Per questo capolavoro il prezzo mediano di vendita su Discogs è di 263 euro (con un picco massimo a 440 euro).

Nell’ottica dell’investimento, sono proprio le copie originarie quelle che in passato hanno offerto i maggiori guadagni.“I dischi classici stampati in numeri limitati hanno sempre un valore elevato, che continua ad aumentare”, afferma Fairweather, ma “il recente aumento della domanda di vinile ha visto un incremento del valore anche per LP più comuni che vanno dagli anni ’60 fino agli anni ’80, in quanto un maggior numero di persone è alla ricerca delle copie originali”.

Al di là della passione dei collezionisti, anche l’esposizione mediatica contribuisce a creare picchi di domanda. Ad esempio, “il catalogo di David Bowie è significativamente aumentato di valore dopo la sua morte”, spiegano da Omega Auctions, “l’esposizione sui media guida le vendite e c’è sempre un’impennata dei prezzi nel momento della scomparsa dell’artista”. Con queste premesse, un’eventuale investimento non dovrebbe ignorare la discografia delle leggende della musica ancora viventi. Con una precisazione d’obbligo. In rapporto ai milioni di dischi disponibili, le edizioni in grado di raccogliere migliaia di euro sono rarità che difficilmente troveremo sugli scaffali del negozio sotto casa. La lista dei dischi più cari mai venduti all’asta, disponibile su siti come Valueyourmusic o Popsike, lo rivela con grande chiarezza. L’anno scorso un promo dei Beatles, “Ask me why”, è stato venduto all’asta per 37mila dollari. Oppure, un’intervista incisa su LP, sempre dei baronetti di Liverpool, ha raccolto 32mila dollari. Non si tratta di album convenzionali, ma di autentiche rarità il cui destino si decide quasi sempre all’asta.

La buona notizia, per i semplici amanti della musica, è che la gran parte dei dischi resterà alla portata di tutte le tasche per moltissimo tempo ancora. Per i più ambiziosi, invece, sarà meglio affiancare alla semplice passione la consulenza di un esperto – e un portafogli adeguato alla sfida.

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