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La Starbucks cinese si prepara a sbarcare a Wall Street

(Shutterstock.com)

La startup Luckin Coffee, da molti ribattezzata la Starbucks cinese, ha depositato alla Sec i documenti necessari per la quotazione a Wall Street, sul Nasdaq. La decisione arriva a meno di una settimana dall’annuncio di un finanziamento da $ 150 milioni guidato dal colosso dell’asset management BlackRock, che ha messo $ 125 milioni nella società. Altri investitori includono Centurium Capital, un fondo di private equity fondato dall’ex capo cinese di Warburg Pincus, e il GIC, il fondo sovrano di Singapore.

Grazie a questo ultimo round la startup fondata a Pechino nell’ottobre 2017 ora è valutata $ 2,9 miliardi, con una raccolta totale arrivata a circa $ 550 milioni. Secondo quanto riportato da Bloomberg a fine febbraio, l’uniconrno cinese mira a raccogliere circa $ 300 milioni dall’Ipo.

Nell’ultimo anno Luckin ha aperto più di 1.700 punti vendita in Cina e prevede di toccare quota 2.000 entro la fine dell’anno. La società guidata da Jenny Qian Zhiya punta molto sulla tecnologia: a differenza dei negozi Starbucks, i punti di ritrovo del marchio asiatico sono piccoli chioschi che prendono ordini solo online. Nei suoi punti vendita non si accettano infatti contanti, e i clienti possono pagare solo tramite l’app Luckin, che offre anche bonus fedeltà.

D’altro canto la lotta al gigante statunitense sembra davvero ardua. Starbucks, che è entrata in Cina 20 anni fa, domina con una quota di mercato di oltre il 50% (secondo Euromonitor) contro il 2,1% di Luckin nel 2018. Inoltre, Starbucks ha più di 3.700 punti vendita nel paese e si sta espandendo a una velocità vertiginosa, aprendo un nuovo negozio ogni 15 ore circa. L’obiettivo è di avere 6.000 siti in Cina entro il 2023.

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