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Pasquale Natuzzi, il signore dei divani guarda a digitale e sostenibilità

Com’è possibile unire una forte anima manifatturiera a una vocazione da retailer internazionale? Per rispondere, basterebbe ripercorrere i 60 anni della storia di Natuzzi. L’azienda è nata nel 1959 come un piccolo laboratorio artigianale di Taranto dedito alla produzione di divani: da allora ha intrapreso un percorso di evoluzione, con l’intento di avvicinarsi sempre di più alle esigenze del consumatore finale, che l’ha portata ad aprire negozi in Europa, in America e in Asia. “Siamo un’azienda manu-tailer e ciò significa che controlliamo l’intera catena del valore. Ci occupiamo del progetto, trasformiamo le pelli, produciamo le imbottiture, trasformiamo tutti i componenti in legno. Nelle nostre fabbriche tutti i processi produttivi vengono gestiti all’insegna della sostenibilità. A questo si aggiungono i negozi, dove offriamo ai consumatori l’esperienza”, spiega Pasquale Natuzzi, fondatore e presidente del gruppo, che abbiamo intervistato nel punto vendita di Via Durini, a Milano.

In Italia i negozi Natuzzi sono presenti dal 1991 con il marchio Divani&Divani by Natuzzi, mentre all’estero, dall’Inghilterra all’India, passando per il Medio Oriente, gli store sono stati aperti con il brand Natuzzi Italia. L’obiettivo per i prossimi anni è quello di consolidare la presenza retail in tutto il mondo, a partire dall’Italia – mercato considerato strategico – con l’apertura di negozi di nuova generazione.

Il primo passo è rappresentato dall’inaugurazione del più grande punto vendita Divani&Divani by Natuzzi a Gerenzano, in provincia di Varese, avvenuta qualche settimana fa: il negozio offre una panoramica completa su divani e poltrone, arredi per la zona living in un spazio 1000 metri quadri di esposizione. Tra le principali caratteristiche di questa nuova generazione di punti vendita, c’è l’architettura degli spazi. Le linee essenziali, insieme ai colori dei dettagli, dei display e dei materiali, sono pensate per porre al centro il cliente e l’esperienza d’acquisto. “Oggi il retail per noi vale 42%. Il nostro obiettivo è quello di controllare sempre di più i punti vendita per soddisfare sempre di più i consumatori. Vogliamo essere sempre di più retailer e meno wholesailer e focalizzarci sui mercati in cui siamo già presenti.”, dice il fondatore dell’azienda.

Una foto dello store di Gerenzano.

Passeggiando all’interno dello showroom di Via Durini a Milano si possono scorgere le foto di alcuni paesaggi pugliesi caratterizzati dalla terra rossa, quasi a sottolineare un legame indissolubile con il territorio dove tutto è nato, ma anche alla sostenibilità e all’ambiente: “Natuzzi è un’azienda da sempre sostenibile e oggi lo siamo più che mai”, spiega l’imprenditore. “Le nostre fabbriche utilizzano energia rinnovabile. Inoltre, operiamo in mercati come la Scandinavia, l’America e il Giappone, che da decenni si occupano del tema della sostenibilità: ci siamo adeguati subito alle certificazioni di standard qualitativi per materiale e processi. Essendo un’azienda orizzontale, abbiamo un controllo diretto sulle materie prima. Tanto per fare un esempio, il legno è acquistato da foreste che si rigenerano dopo 4 anni”.

Lo showroom Natuzzi Italia in Via Durini

Un altro focus della società è sull’innovazione. Se negli anni ’80 il lavoro di ricerca e sperimentazioni ha riguardato soprattutto le pelli, oggi si investe sul digitale. Un progetto, concepito in collaborazione con Microsoft, consentirà ai consumatori che visitano i negozi di immaginare qualsiasi tipo di poltrona e divano nella propria casa tramite la realtà aumentata.

Negli ultimi tempi l’evoluzione dell’azienda si è materializzata anche in un passaggio di consegne tra padre e figlio. Pasquale Natuzzi ha infatti ceduto la direzione creativa a suo figlio Pasquale Jr. Natuzzi, selezionato da Forbes tra i 100 talenti italiani Under 30 nel 2018. “Anche il passaggio generazionale è una trasformazione. Questa è una fortuna che ho avuto come genitore. Il passaggio generazionale, però, va fatto anche attraverso un coinvolgimento del management a tutti i livelli: solo così si può garantire il futuro dell’azienda”, ha concluso il presidente del gruppo Natuzzi.

 

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