Cartolina anarco-aristocratica da Biarritz, dopo il G7

La spiaggia di Biarritz
La spiaggia di Biarritz (Shutterstock)
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La spiaggia di Biarritz
La spiaggia di Biarritz (Shutterstock)

Caro Forbes, adesso che il G7 lascia Biarritz possiamo finalmente celebrarla.

Per noi il lusso è la nostra tavola da surf per poi riposare all’Hôtel du Palais, come faceva la nobiltà russa a inizio secolo (senza surfare).

A pranzo, come qui chiamiamo il pasto principale e cade la sera, non parleremo di politica; ha tenuto banco ogni giorno a colazione (che fuori Biarritz si chiama pranzo), mentre il tempo non passava mai, sembrando scandito da quell’orologio in materiale al 100% riciclato rifilato da Emmanuel Macron ai suoi poveri ospiti.

Biarritz, lo sapete, deve la propria fama all’Imperatrice Eugenia, che ha anche decretato la gloria di Cartier, divenendone cliente e portando alla Maison tutte le teste coronate d’Europa. Una cosa è certa: non fatevi selfie con quell’orologio ecologico in Place Vendôme se tenete alla reputazione o al passaporto francese. La République può anche dimenticare, ma il web no.

In questi giorni Biarritz racchiudeva la formula perfetta: il gotha e il goldgotha. Il primo ha potere ma è ricco solo grazie ai contribuenti, il secondo non si fa eleggere ma se ne cura poco, perché scia a Davos ugualmente. Fa eccezione il presidente americano (ha un nome perfetto per il bridge, che peraltro gioca splendidamente) e negli ultimi tempi è anche diventato autoironico, mentre agli esordi faceva solo ridere.

Il gennaio scorso a Davos non è andato, gli altri (purtroppo) sì. Ma il prossimo G7 sarà a Miami, lui è di casa, noi lo siamo ovunque. Spiace che non abbiano riammesso la Russia nel sodalizio, dal momento che ha contribuito alla fama di Biarritz (non solo della Crimea) e qui sembrava il posto ideale per un appeasement.

Ma intanto noi ci godiamo la fine dell’estate, le premure non mancano: abbiamo dodici stelle Michelin come i mesi dell’anno, e le onde per il surf della Côte Basque sono perfettamente hemingweiane.

Biarritz è una rosa delicata, sembra essere sempre sull’orlo di sfogliarsi, ma rimane intatta. Se la politica evitasse di puntarci orrendi riflettori addosso continueremo a vivere così, come un dipinto che sembra ancora da finire. Servono occhi discreti per riconoscerne i meriti. Ma passate a trovarci, come Antibes, o Bayreuth, o Cabourg (la Balbec di Proust), anche a Biarritz meritiamo la vostra visita e l’oblio della politica, staremo tra vecchi amici, quelli del buon gusto.

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