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Chi sono gli agenti sportivi più potenti del mondo

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Articolo tratto dal numero di settembre 2019 di Forbes Italia. Abbonati. 

Vendono sogni, non solo campioni, i più potenti agenti sportivi della terra. Sogni che si chiamano opportunità di business e che valgono quanto e forse più degli exploit sul campo. I loro assistiti sono vere e proprie celebrità che riescono a brillare tanto sul rettangolo di gioco quanto sui social media e nelle occasioni di marketing. Asset sempre più imprescindibili per quelle società sportive e club che, quanto a visibilità e ricavi, aspirano a competere su scala mondiale. Un miliardo e seicentomila dollari è il valore delle commissioni incassate per vendere simili fuoriclasse dai primi 50 agenti dell’annuale classifica di Forbes sui procuratori sportivi più accreditati del mondo. Importo record che si somma ai 33,4 miliardi complessivi di contratti firmati nel 2018.

Il potente Jorge Mendes, agente, tra gli altri, di Cristiano Ronaldo, colpo simbolo della Juventus nel passato calciomercato, ha incassato 12 milioni di euro in commissioni, mentre i bianconeri per averlo hanno sborsato 105 milioni, e l’asso portoghese ne guadagna più di trenta l’anno.

Jorge Mendes

Per dare una misura dell’impatto di CR7 ha sulla visibilità del club, nei primi sei mesi del fenomeno in bianconero, la Juventus è stata la squadra di calcio europea che ha fatto registrare la maggior crescita su Instagram, raddoppiando il numero di follower fino a raggiungere i 20 milioni (oggi sfiora i 30 milioni) piazzandosi alle spalle di corazzate come Real Madrid, Barcellona e Manchester United, da sempre in testa alle classifiche per forza del brand e ampiezza della fan base internazionale. Veri e propri centri media che sulla loro presenza globale lavorano con metodicità da decenni. Mendes ha chiuso l’anno al secondo posto nella classifica che Forbes dedica alla categoria, alle spalle di Scott Boras, il super-agente della lega baseball a stelle e strisce, la Mlb, saldamente in vetta per il sesto anno consecutivo, con un valore di 1,88 miliardi di dollari in contratti chiusi, e commissioni incassate per 105 milioni di dollari, cinque in più del rivale portoghese. Gli altri, da Jonathan Barnett a Jeff Schwartz, da Mino Raiola a Casey Close, sono staccati di almeno 30 milioni, ma è curioso notare che sette agenti nella top ten operano proprio nel mondo del calcio e in quello del baseball.

Scott Boras

Serving the Athletes of Baseball, è il motto che campeggia sotto il logo della società di Boras, la Boras Corporation. Ma i suoi assistiti di interessi ne generano, e per un valore quasi inestimabile, anche per i club dove si accasano. Un esempio? Boras, ex promessa del baseball prima che il ginocchio facesse crack, lavora come agente dagli anni ’80 macinando record su record e quest’anno ha negoziato il maxi contratto pluridecennale di Bryce Harper, che ha lasciato Washington in direzione Philadelphia per 330 milioni di dollari. Nelle 24 ore immediatamente successive l’annuncio del suo arrivo, la maglietta numero 3 di Harper ha fatto segnare il record di vendite giornaliere nella storia dello sport statunitense; sono stati staccati da Philadelphia 100mila biglietti in più e gli abbonati per la stagione sono schizzati da 9.500 a 12.300. L’impatto sulla fan base? Passando da poco più di 27mila presenze a oltre 35mila, lo stadio dei Phillies nella prima parte della stagione ha abbandonato la 17esima piazza per numero di spettatori medi nel suo campionato di riferimento, salendo in sesta posizione.

È anche grazie alle operazioni di agenti che hanno trattato fuoriclasse del calibro di Bryce Harper, Mike Trout (suo il contratto record da 426 milioni di dollari per dodici anni con i Los Angeles Angels), Ronald Acuña Jr, Clayton Kershaw e Max Scherzer, se la Mlb è ancora la seconda lega sportiva più ricca del pianeta, alle spalle della Nfl, la National football league. Con una peculiarità: mentre il football americano, che culmina con quell’appuntamento, vera e propria macchina da soldi, che è il Superbowl, incassa quasi il 60% dalla vendita dei diritti media (televisivi e digitali soprattutto), il baseball a stelle e strisce gode di entrate più differenziate. I quasi 6 miliardi di fatturato sono infatti generati per poco più di un terzo dai diritti media (37%), un terzo da sponsorizzazioni (34%), e per il 29% restante dal match-day (29%). Sarebbe possibile senza tutte quelle stelle? Difficile crederlo.

A dimostrazione di come la figura dell’agente e quella delle agenzie sportive siano in costante evoluzione, è utile osservare il podio della classifica che Forbes ha dedicato alle agenzie e che si intreccia a doppio filo con quella degli agenti. Ha base nientemeno che a Los Angeles la mastodontica Creative artists agency (Caa) di Joe Becher, Asher Simons e Andy Taylor, che in tutte e quattro le più importanti leghe professionistiche americane (Nba, Nfl, Nhl, Mlb) ha sotto contratto giocatori per un valore complessivo di oltre 9 miliardi di dollari, di cui la parte prevalente, 4,1 miliardi, proviene dalla palla ovale. Una realtà che offre servizi all’intero ecosistema sportivo comprese federazioni, e-sports, brand di Premier League come Liverpool e Manchester City, il Pga Tour, sponsorizzazoni e diritti tv.

“Offriamo opportunità di prima classe a clienti di prima classe”, spiega nella mission sul sito internet, “per talenti, brand e imprese”. Uno spettro di attività che frutta ai suoi agenti quasi 349 milioni di dollari in commissioni. Wasserman, che è seconda con la metà dell’importo in commissioni, si definisce “agenzia multiservice cultural-centrica” e offre soluzioni per atleti, brand ma anche istituzioni, leghe sportive, università, squadre, studi e network televisivi. Un esempio la partnership integrata tra Microsoft e la Nfl su analisi dati e statistiche del gioco che ha fatto di Surface il laptop ufficiale della lega. Stesso discorso si potrebbe fare per Excel Sports Management, terza sul podio, che oltre a vendere campioni si propone come piattaforma di competenze esclusive in grado di facilitare l’ingresso a nuove opportunità di marketing per club, brand e aziende, come dimostrano i progetti con Porsche nel golf e Pwc in ambito lifestyle. Obiettivi che l’agenzia sostiene di poter conseguire con successo grazie alla influenza di cui dispone dopo anni di esperienza nel mondo dello sport.

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