Nicola Sani mentre introduce un concerto di musica elettronica nel cortile di Palazzo Chigi
Cultura

Nicola Sani, il direttore artistico che ha cambiato musica all’Accademia Chigiana

Nicola Sani mentre introduce un concerto di musica elettronica nel cortile di Palazzo Chigi
Nicola Sani mentre introduce un concerto di musica elettronica nel cortile di Palazzo Chigi (Foto: Roberto Testi)

Articolo tratto dal numero di settembre di Forbes

di Alessandro Dall’Onda

Nel tempio della musica è cambiata la musica. Le note di Mozart o di Vivaldi, scoperto proprio all’Accademia Chigiana di Siena, risuonano ancora per le antiche stanze grazie alle note degli allievi e dei maestri. Ma tutto dentro e intorno è cambiato. Non solo la Chigiana, fondata nel 1932 dal conte Guido Chigi Saracini, ultimo discendente della potente famiglia nobiliare, si è tolta la polvere di dosso, ma ha iniziato un percorso di ristrutturazione e rilancio sui modelli delle istituzioni musicali internazionali più moderne. D’altra parte con quello che era successo al sistema Monte dei Paschi, l’Accademia non poteva più tirare avanti. Da quando era morto il conte, nel 1965, l’ente Chigiana era diventato Fondazione privata con soci le istituzioni senesi e la Banca Monte dei Paschi come finanziatrice che nel 1995 aveva passato l’incombenza alla Fondazione Mps, appena nata con la riforma Amato.  Poi però è arrivato il tracollo. Così nel 2014 l’allora presidente della Fondazione Monte dei Paschi, Marcello Clarich, ha chiamato alla guida dell’Accademia Nicola Sani per tentare la classica, ma non scontata, operazione di trasformare una crisi in un’opportunità. Sani è l’intellettuale che non ti aspetti: profondo conoscitore della musica, certo, ma soprattutto un manager con una grande carica empatica e idee moderne. “Quando sono arrivato a Siena, con la crisi della Banca Monte dei Paschi e quella conseguente della Fondazione Mps, alla Chigiana si era praticamente interrotto il flusso finanziario, passando da un contributo di 5,5 milioni all’anno a 950mila euro”, racconta Sani. “Si trattava di creare un modello nuovo e sostenibile per portare avanti l’Accademia che, praticamente da sempre, fornisce un’alta formazione musicale oltre ai diplomi di strumento, composizione, canto e direzione d’orchestra. Ora bisognava capire quale Chigiana occorresse per le sfide del ventunesimo secolo”.

Le basi e la storia c’erano tutte. Basta ricordare chi è venuto a studiare o a insegnare alla Chigiana: Claudio Abbado, Davide Barenboim, Zunib Metha, Salvatore Accardo, Uto Ughi, Guido Agosti, Severino Gazzelloni. Mancavano però due elementi fondamentali per il rilancio: le idee e i soldi. Mica poco. Fino ad allora la Chigiana era andata avanti con la formula voluta dal Conte che ingaggiava il meglio dei musicisti in circolazione e li portava a Siena per piacer suo prima di tutto e poi per gli studenti che ovviamente non perdevano l’occasione di godere dei frutti della passione del Conte. Quel modello era molto dispendioso, quindi non più praticabile, e poi aveva fatto il suo tempo, non era concorrenziale con le attività delle grandi esperienze internazionali come Verbier, Lucerna o Aix en Provence. Era scoccata l’ora di trasformare una crisi in opportunità. Così Sani si è messo a dirigere l’orchestra del cambiamento stravolgendo l’antica formula. Intanto ha cercato nuovi finanziamenti e alleati come il Ministero della cultura e la Regione Toscana. Ora è alla caccia di privati ma intanto in cassa entrano più di 3 milioni di euro rispetto al milioncino scarso che arrivava con fatica negli ultimi anni. Tutto grazie al cambio di strategia. Via la Settimana musicale senese, fatta di apporti di qualità ma esterni e costosi, e avanti con l’Academy Festival: una kermesse musicale di due mesi con produzioni tutte interne alla Chigiana, creando una catena tra produzione, formazione, spettacolo. Infine l’apertura  di alcune sale, dello storico cortile di Palazzo Chigi e di un Art Café, con tanto di concerto degli allievi tra i tavoli tutte le sere alle 19, e gadgettistica e servizi sulla linea delle grandi istituzioni culturali del mondo. Così la Chigiana è passata da settemila a 26mila tra visitatori e spettatori con 400 studenti da 52 paesi e una rete di rapporti stretta con tutte le istituzioni musicali della Toscana: dall’Orchestra regionale toscana, al maggio Musicale fiorentino, al Conservatorio di Siena. La svolta vera è arrivata dai corsi per studenti: la stagione tradizionale chigiana è quella estiva (allungata a due mesi) ma Sani ha già lanciato i corsi e un Festival musicale di primavera, mentre per la stagione 2020-21 è già pronto a varare il Winter Semester.

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