Walliance

Con Walliance il mattone diventa digitale

Giacomo Bertoldi è il fondatore di Walliance.

Articolo tratto dal numero di ottobre 2019 di Forbes Italia. Abbonati.

C’era una volta il mattone. O meglio, la passione degli italiani per la casa di proprietà. L’acquisto di un tetto come parcheggio dei propri risparmi e come obiettivo sociale. Ci pensò la crisi immobiliare, partita dal frastuono del caso subprime, a fare tabula rasa di queste semplicistiche convinzioni. Già perché la casa, per quanto romanticamente la si possa vedere, è pur sempre un asset e come tale va considerato e trattato. Con i suoi movimenti di mercato, le occasioni da sfruttare e il giusto timing da cogliere. Attraverso strategie e modalità di apporto che devono necessariamente essere versatili, flessibili e liquide. Perché il mercato ha ancora tante opportunità da offrire, basta uscire dagli schemi classici legati al real estate.

Lo spunto ce lo offre Walliance, piattaforma italiana di investimenti immobiliari online che permette di investire in questo mercato dal proprio smartphone o dal proprio pc. In appena due anni di attività la società ha annunciato la chiusura di un nuovo aumento di capitale riservato a investitori privati pari a un milione di euro, che in aggiunta al round precedente, ha portato la società a dotarsi di una cassa di circa 2 milioni di euro.

“L’immobile è da sempre l’investimento preferito degli italiani perché è un bene tangibile che si può toccare, utilizzare e gestire come si vuole”, racconta a Forbes Italia, Giacomo Bertoldi, ceo della società. “Come tutte le forme di investimento, però, anche l’immobile ha i suoi pro e i suoi contro, che si devono considerare per poter impiegare il proprio denaro in modo consapevole. Un contro è sicuramente il bisogno di ingenti capitali per l’acquisto dell’immobile, la trasformazione e l’eventuale successiva rivendita; problemi comunque oggi affrontabili e in gran parte abbattuti con la finanza alternativa, vedi l’equity crowdfunding, che rende l’investimento nel settore più liquido e accessibile. Tra i pro possiamo invece menzionare il fatto che a differenza di quelli che possono essere ad esempio strumenti finanziari tradizionali, gli investimenti immobiliari hanno alla base un bene tangibile: sai di impiegare i tuoi soldi in qualcosa di reale, con un valore intrinseco che, con le dovute precauzioni, difficilmente si disperderà. Il bene immobile, infatti, possiede un valore in sé che rimane tale a prescindere dalle condizioni di mercato e dalle contrattazioni. Consideriamo poi il fatto che l’immobile stesso può essere usato a garanzia per eventuali richieste di finanziamento. Infine, non sottovalutiamo il livello di rischiosità che ha un investimento del genere, tradizionalmente medio-basso. Ecco perché ritengo che ci sarà sempre domanda su certe categorie di immobili e per certi tipi di operazioni”.

Ma al di là delle tendenze della domanda, qual è lo stato di salute attuale del real estate, sia a livello internazionale che italiano? Bertoldi ha le idee chiare: “Il buon momento del mercato immobiliare continuerà. Almeno per il 2019. Il trend favorevole attraversa Europa e il resto del mondo, e anche l’Italia continua a beneficiarne. Nel mondo, gli investimenti immobiliari, nel 2018 hanno registrato un volume record pari a 1,75 trilioni di dollari, in crescita del 4% rispetto al precedente record del 2017. Anno che anche per l’Italia ha rappresentato un record con volumi di 11 miliardi nel real estate. Il 2019 sarà un altro anno positivo. Nel 2018 i volumi d’investimento nel nostro paese, 8,4 miliardi di euro, hanno segnato una contrazione, rimanendo comunque ampiamente sopra la media degli ultimi dieci anni. Il mercato immobiliare italiano è cresciuto e, nonostante la volatilità, si conferma solido e dinamico. Con una forte presenza di capitali esteri che investono in Italia ormai in maniera stabile. Milano, mercato sul quale si riversano ogni anno mediamente tra i 2 e i 4 miliardi d’investimenti, si conferma il mercato più dinamico. Ed è proprio a Milano, secondo quelle che sono le previsioni, che arriveranno nei prossimi dieci anni oltre dieci miliardi di investimenti nello sviluppo e nelle grandi riqualificazioni urbane.

Se le opportunità di investimento appaiono sicuramente convincenti, come conquistare chi rimane ancora legato esclusivamente a un approccio “fisico” al mattone? Forse il problema risiede proprio nella tesi di base. Ovvero considerare i diversi approcci al real estate come necessariamente antagonisti. “Credo che su questo punto venga fatta molta confusione perché l’acquisto della casa e l’investimento in Walliance sono aspetti che possono coesistere nella stessa persona, ma riguardano sfere completamente separate. Non credo infatti che comprare casa sia in antitesi con la possibilità di investire, perché appunto investimento e acquisto prima casa hanno alla loro origine motivazioni differenti. D’altra parte, da qualche parte si deve pur vivere. Diverso è se si parla di acquisto di una seconda casa per investimento. In questo caso, sicuramente l’investimento attraverso Walliance ha delle caratteristiche molto più attrattive in termini di rendimenti potenziali, di durata delle operazioni, di capitale minimo richiesto in fase di acquisto e anche dal punto di vista della gestione della fiscalità. In questo senso possiamo dire che Walliance è un po’ come Davide che sconfigge Golia”, conclude Giacomo Bertoldi. Con buona pace dei vecchi giganti, ora il mattone è anche digitale.

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