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L’eccellenza dell’aeronautica italiana punta sempre più in alto

Riccardo Procacci è il ceo di Avio Aero
Riccardo Procacci è il ceo di Avio Aero

Articolo tratto dal numero di dicembre 2019 di Forbes Italia. Abbonati. 

“Oltre all’attività di business, lavoreremo per legare lo sviluppo economico alla sostenibilità, ambientale, sociale, e umana. Sarà la nostra sfida più grande: sia in termini di cultura aziendale ma soprattutto in termini di prodotto garantendo una crescita più duratura e responsabile di Avio Aero”. Nelle parole di Riccardo Procacci – che da agosto 2013 è ceo dell’azienda che opera nella progettazione, produzione e manutenzione di componenti e sistemi per l’aeronautica civile e militare – c’è la determinazione di una realtà che sta letteralmente prendendo il volo verso il futuro.

Ne sono la prova i tanti progetti in atto dell’azienda, che mette a disposizione dei suoi clienti innovative soluzioni tecnologiche per rispondere velocemente ai continui cambiamenti richiesti dal mercato: additive manufacturing, rapid prototyping, ma anche tecnologie dedicate alla produzione di trasmissioni, turbine e combustori. “Prevediamo una crescita del 50% dei volumi di produzione nei prossimi cinque anni”, assicura Procacci, “e l’obiettivo sarà quella di supportare questo trend a due cifre con modelli organizzativi integrati e collaborativi e processi sempre più efficienti”.

Laureato in Ingegneria meccanica presso La Sapienza di Roma, vanta una lunga esperienza in GE, ricoprendo dal 1996 varie posizioni manageriali per poi approdare nel 2013 al business aeronautico del colosso statunitense a cui appartiene Avio Aero. Un settore che spinge con forza sull’innovazione, come quella dell’additive manufacturing – cioè dell’utilizzo della stampa 3D per la realizzazione in un unico processo di stampa di oggetti che tradizionalmente sono sviluppati in diversi componenti singoli – di cui Avio Aero è tra i pionieri in Europa. “Abbiamo iniziato a studiarla oltre 12 anni fa e oggi possiamo dire che gli investimenti effettuati sono stati tanti”. In Piemonte e in Puglia sono infatti nati stabilimenti, aree di produzione e lavoratori dedicati proprio alla stampa additiva.

“Si tratta di una tecnologia disruptive che rivede le logiche di progettazione e produzione. E soprattutto dà la possibilità di scindere il rapporto proporzionale tra complessità e costo che solitamente caratterizza la tecnologia tradizionale”, spiega Procacci. “Inoltre, è una tecnologia a minor impatto ambientale, si usa meno energia per produrre i pezzi, si ricicla la polvere non utilizzata”.

Anche la sostenibilità, al di là di recenti proclami mediatici, è un fondamentale veicolo di crescita per le aziende. Il settore si sta muovendo attraverso collaborazioni tra coloro che operano in questo campo. Ed è anche la logica alla base del programma Clean Sky 2 (CS2), promosso dalla Commissione europea, dall’industria aeronautica europea e il cui principale obiettivo è la riduzione delle emissioni di CO2, di altri gas e di rumore nei cieli. “Per noi CS2 è un formidabile banco di prova per sviluppare nuove tecnologie e provarle su dimostratori di banco e di volo”. L’obiettivo visionario fissato dalla nuova Commissione europea punta, entro il 2030, all’abbattimento del 40-50% delle emissioni di CO2 (rispetto a quelle del 1990) per tutto il territorio della Ue. “Per il settore aeronautico invece, ci aspettiamo un obiettivo del -50% entro il 2050 rispetto al 2005 – tenendo in considerazione le previsioni di crescita mondiale del traffico aereo – evitando così circa 4 miliardi di tonnellate di CO2”.

Progetti aeronautici di questo tipo, ma non solo, richiedono la partecipazione di un vasto numero di realtà diverse, sia quelle di maggior spessore che un largo numero di pmi. Ma anche in questo Avio Aero non si fa trovare impreparata. “Il fondamentale contributo delle piccole e media imprese italiane nella nostra attività è lo starting point di una filiera d’eccellenza che culmina in progetti e collaborazioni internazionali. Come il turboprop Catalyst, interamente progettato dall’ingegneria di Avio Aero e che ha portato l’Italia ad essere il sesto paese al mondo con aziende in grado di progettare e integrare un sistema motore aeronautico completo”. Poco tempo fa invece la società ha firmato a Londra la Dichiarazione di intenti relativa alle attività sul Combat Air System Tempest, un accordo che riunisce le eccellenze nel settore della difesa inglesi e italiane per lo sviluppo del caccia di sesta generazione.

Un successo che guarda costantemente al futuro, dal momento che sono tante le novità in pista. “Come il Leap, prodotto di Cfm International – joint venture di GE Aviation e Safran – che allo stato dell’arte è uno dei motori commerciali più venduti, in soli tre anni ci sono stati oltre 18.600 ordini, il più veloce della storia a raggiungere questi numeri”, dice con orgoglio Procacci. “O come il GE9x, il nuovo prodotto di GE Aviation che pochi mesi fa è stato insignito del Guinness World Record di motore aeronautico commerciale più grande al mondo”. Inoltre, sono diversi i progetti che la vedono coinvolta per terze parti: “Il PW800 di Pratt & Whitney che è considerato uno dei motori più performanti di sempre per il segmento business jet; il PW1100, anch’esso di Pratt & Whitney, montato sulla famiglia di aerei a medio raggio Airbus 320neo; e infine tutta l’area del service, ossia la manutenzione di componenti aeronautici”. Insomma, la crescita ha messo il turbo.

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