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Da magazziniere a venture capitalist: la storia di un Under 30 italiano

Articolo tratto dal numero di febbraio 2020 di Forbes. Abbonati

Il fallimento come step necessario per raggiungere il successo. Tra i grandi imprenditori del nostro tempo è quasi un mantra. Le storie più entusiasmanti degli ultimi anni sono piene di idee imprenditoriali fortunate nate da un insuccesso: Steve Jobs con Apple e Jeff Bezos con Amazon sono soltanto i due esempi più lampanti. Non sarà ancora a capo di un’azienda globale, ma nel suo piccolo Federico Palmieri può dire di aver seguito lo stesso percorso: il fallimento della sua prima azienda gli ha dato l’input per dare vita a BizPlace, società di servizi di advisory finanziario dedicato a startup e Pmi per operazioni di aumenti di capitale con fondi di venture capital e investitori nel capitale di rischio.

Appassionato di tecnologia e impresa fin dall’adolescenza, Palmieri, oggi 25enne, ha deciso di fondere le sue due passioni e lanciarsi nel mondo delle startup a 19 anni, creando una piattaforma di prenotazioni di guide turistiche online, Mr. Guide, che dopo due anni è fallita per mancanza di fondi. L’esperienza negativa lo ha portato a concepire nel 2016 una società di advisory per aiutare altri imprenditori a trovare più facilmente i capitali. Non avendo un budget però, per avviare l’azienda ha lavorato per un anno come magazziniere presso un grande albergo di Roma e appena ha iniziato a fatturare con BizPlace si è licenziato per dedicarsi a tempo pieno a portare avanti l’attività. Oggi BizPlace è una realtà che è presente con uffici a Roma e Milano, 11 dipendenti e oltre 100 startup supportate ogni anno con un fundraising complessivo di 6 milioni di euro. “Una startup o Pmi in cerca di capitali per la sua espansione viene da noi, ci presenta il suo progetto e in base ad alcuni criteri di valutazione decidiamo se seguirla o meno nel percorso di fundraising”, racconta il fondatore di BizPlace. “Una volta che selezioniamo l’azienda, il percorso si avvia con i nostri analisti che creano una strategia d’investimento ad hoc e poi trasformano tutto questo in un business plan e investor deck. Il percorso prosegue poi con la presentazione del progetto al nostro network di investitori: ne contiamo circa 500, tra fondi, club deal, corporate e privati/famiglie”. L’idea di Federico Palmieri si è rivelata tanto vincente che un banchiere d’affari esperto e importante come Riccardo Bruno (oggi nel cda di Atlantia e Credem Banca, tra le altre) ha deciso di investire nella società, diventando il presidente di BizPlace.

La crescita della società di advisory è anche legata all’evoluzione del settore del venture capital italiano: i numeri sono cresciuti, così com’è cresciuta l’attenzione di tanti operatori nuovi – private banker e family office su tutti – nel venture investing.

L’Italia tuttavia non riesce a essere comunque al passo di molti paesi europei. “La strategia di crescita del venture capital italiano può derivare da due fattori in particolare: il primo è il coinvolgimento di capitali privati, essendo il nostro uno dei paesi con il più alto tasso di risparmio; il secondo è quello di stimolare, anche attraverso l’introduzione di leggi ad hoc, la creazione di fondi e società d’investimento venture che consenta un accesso alla raccolta più semplice e meno burocratico. Un po’ come accade oggi in Inghilterra”, spiega Palmieri.

Il giovane venture capitalist, forte di un percorso imprenditoriale non proprio semplice, ha tre suggerimenti da dare ai giovani startupper: “Il primo riguarda il tempismo: i capitali devono essere ricercati quando la propria impresa ha raggiunto una validazione del suo modello di business sul mercato”, dice. “Il secondo sta nell’individuare il tipo di investitore giusto per la propria società. Il terzo e ultimo consiglio è di trovare una figura che faccia anche da mentor per l’azienda”.

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