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Lifestyle

Glam Observer, la piattaforma per trovare lavoro nella moda creata da Giada Graziano

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(Courtesy: Lablaco)

Articolo apparso sul numero di maggio di Forbes Italia

Quando decide di creare da zero un sito di beauty e moda ha solo 18 anni ma le idee già ben definite su quale sarebbe stato lo step numero due. Comprende, che oltre a condividere con il pubblico del web i suoi capi preferiti o le sue beauty routine, la affascinava di più il processo, il business che ci stava dietro. In poco tempo arriva l’intuizione di fondare Glam Observer, community digitale che ha l’obiettivo di supportare e motivare chi desidera avviare una carriera nel settore della moda. “L’idea è nata da una mia necessità (un classico delle storie di business): quando ho iniziato a fare ricerche online non ho trovato nessun articolo che spiegasse da dove iniziare e quali erano le varie opzioni di carriera; ero spaesata e confusa”, racconta Giada Graziano, anima creativa del progetto con una laurea in ingegneria gestionale e successivamente un master in luxury and fashion management. Su Glam Observer gli argomenti spaziano da come creare curriculum e cover letter, a strategie non convenzionali per ottenere un lavoro nella moda, oppure fare networking e personal branding per attirare l’attenzione dei recruiter in un campo tanto competitivo.

Giada Graziano

“La moda assume migliaia di persone ogni anno, quindi ho pensato che c’erano sicuramente tanti come me che avevano bisogno di una guida, che volevano sapere come ottenere il primo lavoro, come creare connessioni”, prosegue Giada. Per essere attrattivi nei confronti dei cacciatori di teste cosa è indispensabile quindi? Per l’imprenditrice bisogna innanzitutto stupirli: tutti si candidano online compilando un form perciò andare oltre gli schemi come ad esempio inviare una mail direttamente ai recruiter, è una strategia non convenzionale che li potrebbe spingere a voler sapere di più di te per lo spirito d’iniziativa dimostrato. E l’errore da non commettere mai? “L’errore da non fare è utilizzare i social solo come strumento di vendita, bisogna fornire valore nell’80% dei post, comunicare con il cliente e vendere al 20%”. Oltre alla capacità di fare rete, insomma, canali come Instagram e LinkedIn si rivelano molto efficaci se si vuole avviare un business, assumendo le vesti di una sorta di portfolio online per mostrare le tue competenze.

E poi ci sono le connessioni personali: “La maggior parte dei lavori viene assegnata tramite il passaparola. Se si apre una nuova posizione in azienda, la prima cosa che fai è dirlo ai tuoi amici. Perciò più persone conosci, più opportunità avrai. Attenzione però a non creare relazioni a convenienza; considerala una sorta di amicizia professionale”, spiega Graziano. Da quando ha avviato questo business, la sua giornata ‘tipo’ non esiste: la sveglia suona alle sei, scrive i suoi 10 obiettivi da raggiungere entro l’anno ogni mattina, mezz’ora di pilates e dopo vari podcast a tema business inizia a produrre contenuti. Il pomeriggio, invece, è dedicato alle consulenze con gli studenti. A giugno ha lanciato infatti il suo primo corso online, How to break into the fashion industry, dove ha raccolto tutto quello che ha imparato in questi quattro anni. “Penso che l’educazione in rete sia il futuro”, afferma. Oltre alla formazione, Giada Graziano si è dedicata anche all’organizzazione di panel e conferenze dove professionisti del settore moda parlano del loro iter: un modo per regalare vere esperienze alla community, fare scoprire le varie opzioni di carriera, ispirare, divertirsi e motivarsi a vicenda. "Sono interattive e, soprattutto, non esiste una barriera fra gli speaker e il pubblico perché è tutto molto friendly”. Alla fine, 30 minuti di networking obbligatorio tra i partecipanti. Ma cosa ispira una ragazza di talento abituata a ispirare gli altri? “In generale, ogni donna imprenditrice ma tra le mie preferite ci sono Sara Blakely, fondatrice di Spanx, e Rachel Hollis, autrice americana, speaker motivazionale e blogger. Ascolto almeno un podcast al giorno e cerco di leggere due libri sul business al mese sia di famose realtà sia di startup per cogliere spunti e imparare nuove strategie”.

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