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Perché il prezzo dell’oro continua a salire

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(Shutterstock)

Commento a cura di Alessandro Tentori, cio AXA IM Italia

Perché il prezzo dell’oro continua a salire, anche durante un periodo relativamente positivo per le borse? Dal 24 marzo a oggi l’indice S&P500 si è rivalutato del 42%, mentre una oncia di oro costa circa l’11% in più rispetto al dollaro statunitense. Nella costruzione dei portafogli moderni l’oro ha giocato spesso un ruolo marginale, confinato nel limbo del costo di immagazzinaggio – e quindi della cedola negativa, per usare una espressione del mondo obbligazionario – e della limitata capacità di assorbire anche se solo parzialmente gli shock negativi sulle borse. Per molti anni, il ruolo storico dell’oro è stato usurpato dai Treasury americani e dai Bund tedeschi.

Ma si sa che le relazioni tra asset finanziari, anche quelle che perdurano da più anni, sono essenzialmente instabili. Oggi questa instabilità è dovuta al cambiamento storico a cui è soggetta la nostra concezione di politica monetaria. Il processo di innovazione della strategia delle banche centrali è iniziato diversi anni fa, con l’introduzione di misure non convenzionali come per esempio i tassi negativi oppure gli ingenti acquisti di obbligazioni. Vorrei ragionare su alcuni fattori che penso siano importanti per comprendere il trend dell’oro:

 L’oro è essenzialmente una valuta universale con un tasso di interesse a 0% (storage escluso).
In un mondo dove tutte le banche centrali portano i tassi di interesse ufficiali a zero o addirittura
sotto zero, la “valuta oro” entra in diretta competizione con tutte le altre valute. Non a caso
osserviamo una relazione positiva tra l’ammontare di obbligazioni a tassi negativi e il prezzo
dell’oro.
 L’oro svolge tutte le funzioni del denaro, cioè unità di misura, mezzo di scambio e riserva di
valore. Aggiungo che l’oro mantiene queste caratteristiche anche in situazioni di stress come
per esempio una guerra, quando invece il denaro cartaceo perde ogni legame con il valore
relativo delle merci. In questo senso, l’oro è una eccellente riserva di valore nelle “code” della
distribuzione degli eventi.
 L’epidemia da Covid19 ha accelerato un processo che era già in atto. In particolare,
l’ampliamento a dismisura del deficit governativo (e privato) può essere interpretato come una
inflazione di asset finanziari. Come abbiamo già esaminato in passato, non tutti gli emittenti di
obbligazioni potrebbero in futuro incontrare lo stesso livello di domanda, innescando così quella
instabilità endogena al sistema economico teorizzata da Hyman Minsky e vista in pratica
durante la Grande Crisi Finanziaria del 2008. Ecco che un asset “reale” aumenta il suo valore
rispetto a un asset “nominale”.

Concludo con una riflessione di carattere sociologico. Senza entrare nel merito del dibattito sulle valute digitali, sui crypto asset e su Lybra, è innegabile che tutti i governi sovrani si stiano affrettando a introdurre delle “contromisure” per arginare la diaspora del potere valutario. Ovviamente tra il modello medievale del signoraggio locale e quello della valuta universale gestita su Blockchain ci sono innumerevoli sfumature. In questo dibattito dall’esito molto incerto, se non altro per il potere legislativo dei vari parlamenti nazionali, l’oro si colloca come ottima alternativa.

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