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Storia di Mark Cuban, il miliardario che vendeva sacchi della spazzatura per pagarsi le scarpe

Mark Cuban, proprietario dei Dallas Mavericks, ha un patrimonio netto di 4,2 miliardi di dollari secondo Forbes. (Photo by Hector Vivas/Getty Images)

La vita di Mark Cuban non è sempre stata “soldi e ragazze” (la parola che utilizzò per spiegare il suo trasferimento in Texas non era esattamente “ragazze”, ma il concetto era quello). È stata anche piccole attività fai da te per pagare le tasse dell’università, o semplicemente per cavarsela da solo. Mark Cuban è un altro dei personaggi che incarnano quello che una volta si chiamava ‘sogno americano’: discendente di immigrati negli Stati Uniti, con un cognome cambiato e accorciato a Ellis Island per sembrare più americano, di umili origini, in grado di diventare un importante imprenditore. Le ultime stime di Forbes gli attribuiscono un patrimonio di circa 4,2 miliardi di dollari.

La figura di Mark Cuban è collegata soprattutto al Texas e a Dallas. Nel 2000 acquista i Mavericks, la squadra Nba della città, per poche centinaia di milioni di dollari. In vent’anni, il valore della franchigia è decuplicato. L’apice del Cuban proprietario è il titolo Nba conquistato nel 2011, cinque anni dopo la beffa di una finale persa da favoriti. Cuban segue ogni partita, in casa e in trasferta, molto vicino al campo, per non perdersi nulla e far sentire il proprio supporto alla squadra.

“Ciao, usate sacchi della spazzatura?”

Mark Cuban, però, nasce semplicemente Mark a Pittsburgh, in Pennsylvania, il 31 luglio 1958. È figlio di un tappezziere di automobili e di una madre senza impiego fisso che, preoccupata per il suo futuro, gli consiglia di imparare il mestiere paterno. È proprio da un rifiuto del padre che inizia a germogliare la voglia di guadagno. “Avevo 12 anni e volevo un paio di scarpe nuove”, ricorda Cuban in un’intervista alla Cnbc. “Mio padre disse che quelle che indossavo sembravano andare bene. Se ne avessi volute altre, avrei dovuto trovarmi un lavoro. Allora me le sarei potute prendere. Ho iniziato a vendere sacchi della spazzatura nel mio quartiere. Andavo letteralmente porta a porta e chiedevo: ‘Ciao, la tua famiglia usa i sacchi della spazzatura?’. E chi potrebbe dire di no? Quindi è lì che ho imparato a vendere”.

Abilità affinata ulteriormente quando ancora Mark è solo un adolescente: a 16 anni fonda un’azienda di francobolli. “Ho iniziato a lavorare duro, più duro di tanti altri”, ricorda Cuban. “Andavo a moltissime fiere di francobolli. Ne ho comprati, venduti e scambiati così tanti che quella esperienza mi ha insegnato tanto sugli affari quanto qualsiasi altro corso che abbia mai seguito”.

Tra i corsi ci sono quelli universitari che Mark frequenta a Indiana University, dove si laurea nel 1981. Gli anni del college non gli fanno perdere intraprendenza. Semmai, aguzzano la fantasia, perché ci sono le tasse universitarie da pagare in qualche modo. Prima Cuban diventa addetto agli scaffali in un supermercato, poi trova quello che ancora oggi resta – a suo dire – il miglior lavoro della sua vita: “Venivo pagato 25 dollari l’ora per insegnare a ballare alle confraternite in discoteca”.

Cuban e il Texas

Terminata l’esperienza universitaria, ecco il trasferimento in Texas, in una situazione tutt’altro che agiata, come lo stesso Cuban ricorda sul suo proprio profilo Twitter ufficiale: “Era il 4 luglio e lasciai l’Indiana con 60 dollari in tasca, un buco nel pavimento, una cassa di olio nel bagagliaio e un pavimento su cui dormire a Dallas”. Trova comunque un posto di lavoro presso una società di software al dettaglio, la Your Business Software. Un’altra di quelle esperienze che cambiano la vita di Mark, anche se – in apparenza – non in meglio.

È sempre lui a raccontare nei dettagli il motivo per cui viene licenziato dal suo capo, un certo Michael: invece di aprire e pulire il negozio, suo incarico principale, va da un cliente e chiude con lui un affare da 10mila dollari. Mark si aspetta entusiasmo da parte di Michael per l’intraprendenza mostrata. “Invece mi ha licenziato sul posto”, ricorda. “Mi ero licenziato o ero stato licenziato da tre lavori consecutivi, quindi ho pensato che fosse ora di avviare la mia azienda”.

Avvia così una società di computer per l’integrazione di sistemi, MicroSolutions, basandosi sulla convinzione che il processo di trasferimento dei dati da un computer a un altro sarebbe stato presto sostituito collegando i computer insieme. Nel 1990, CompuServe acquista l’azienda per 6 milioni di dollari.

Broadcast.com

Il salto definitivo arriva però grazie allo streaming audio. Mark e un ex compagno di università dell’Indiana sentono l’esigenza di ascoltare le partite di college basket – una sorta di seconda religione dello stato – anche quando sono lontani. L’idea prende forma e si chiama Broadcast.com, che Yahoo acquista – secondo Cnbc – per circa 5,7 miliardi di dollari.

Ancora oggi Mark Cuban è appassionato di tecnologia e segue con interesse gli sviluppi del settore, senza dimenticare di aggiornare le proprie competenze di programmatore. Per uno che ha passato la vita a pensare e creare qualcosa di nuovo, l’idea di fermarsi non è semplice. Mark pare però aver trovato un giusto equilibrio: “Mi vengono in mente 50 attività che potrei avviare adesso, ma non voglio rinunciare al tempo a casa e tutto il resto. Quindi questo è il compromesso”.

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