Lifestyle

L’idea di due ragazze polacche di rivoluzionare l’arte del pacchetto regalo in modo sostenibile

Magdalena Pytlos (a sinistra) e Joanna Zabinska, fondatrici di Wrappuccino.

Vi siete ma chiesti perché incartiamo i regali? Ma da dove nasce l’idea della confezione regalo? Secondo uno studio pubblicato nel 1992 da Daniel Howard, professore di marketing alla Southern Methodist University di Dallas, sembra ci siano delle ragioni legate alla psicologia. Attraverso tre esperimenti che ha condotto con un gruppo di studenti, il prof. Howard ha testato se le persone valutano diversamente i regali incartati da quelli scartati. E i risultati sono stati piuttosto significativi: i regali che sono stati incartati e con fiocco hanno ricevuto una media di oltre un punto in più rispetto ai regali non confezionati.

Sebbene le motivazioni non siano chiare, l’autore sostiene che la confezione regalo è un segnale visivo associato a eventi felici nella vita di una persona. La storia del confezionamento di regali è stata documentata per la prima volta in Cina nel 2° secolo a.C., dove un antico testo cinese menziona che la carta da regalo era fatta con cannucce di riso e fibra di bambù. I coreani avevano i “bojagi” – 1400 ca. – tradizionale tessuto per imballare fatto di stoffa con elaborati disegni spesso quadrati, oggi visti principalmente nei musei. Per arrivare al Furoshiki, l’arte giapponese di avvolgere il tessuto che risale al 7° secolo d.C. Sebbene abbia perso la sua popolarità brevemente dopo la seconda guerra mondiale, a causa dell’introduzione dei sacchetti di plastica e della carta da regalo, è una tradizione molto preziosa e, soprattutto ultimamente a causa delle crescenti preoccupazioni ambientali, sta riguadagnando la sua popolarità.

La grande industria della carta da regalo, come la conosciamo oggi, vanta un valore di 15,1 miliardi di dollari. A quanto pare, la metà degli 85 milioni di tonnellate di prodotti di carta consumati dagli americani ogni anno è destinata al confezionamento e alla decorazione di oggetti. La quantità di rifiuti domestici negli Stati Uniti aumenta del 25% durante le vacanze, equivalenti a cinque milioni di tonnellate di rifiuti. E si stima che 30 milioni di alberi vengano abbattuti per la carta da regalo durante le vacanze. Da tutto ciò non può che derivare una crescente domanda sociale di soluzioni ecologiche e da qui l’idea di Joanna Zabinska e Magdalena Pytlos, due ragazze polacche che vivono rispettivamente a Londra e Barcellona, ma come quest’anno sta dimostrando a tutti, sono riuscite da remoto a dar vita a Wrapuccino.

Joanna Zabinska

Con questo brand ecologico, Magdalena e Joanna vogliono rivoluzionare la tradizionale arte del regalo dimostrando che l’eco-wrapping può essere unico e sofisticato, pur essendo completamente sostenibile. Hanno dato una svolta moderna all’antica arte giapponese di avvolgere in tessuto (Furoshiki), aggiungendo un design contemporaneo ai tessuti. La confezione regalo in tessuto non richiede nastro adesivo, forbici o nastri di plastica. Può essere semplice come legare assieme due angoli del tessuto, oppure si possono creare elaborate opere d’arte con l’uso delle antiche tecniche giapponesi di Furoshiki. Wrapuccino sta inoltre lavorando in collaborazione con Plastic Oceans UK e parte dei loro profitti va a sostenere la missione di fermare l’inquinamento da plastica nei nostri oceani. Ma capiamone di più direttamente dalla co-founder Magdalena.

Come è nata l’idea di Wrapuccino?
L’idea è nata durante un Natale di due anni fa quando Joanna mi disse: “Se qualcuno lo avesse fatto 30 anni fa, sarebbe stato deriso, nel migliore dei casi chiamato pazzo”. Alzammo lo sguardo verso il mucchio di rifiuti che si era formato nell’angolo della stanza: carte colorate spiegazzate e strappate, nastri attorcigliati e pezzetti di nastro adesivo. “Nessuno dovrebbe comprare un pezzo di carta, solo per gettarlo via pochi minuti dopo. La carta, così come tutti i materiali, andrebbe riutilizzata e rispettata”. Aveva ragione, la carta da regalo era un enorme spreco, ma era così grave la situazione? Abbiamo deciso di indagare e la realtà era peggiore di quanto avremmo potuto immaginare. Abbiamo scoperto che la carta da regalo è stata inventata 100 anni fa e pensato che fosse ora di cambiare questa abitudine. Il passo successivo è stato la ricerca di alternative alla carta. E ci siamo imbattuti così nei giapponesi che confezionano i regali con il tessuto da diversi secoli ormai. In effetti, sono diventati così bravi che ne hanno fatto una bellissima ed elaborata arte chiamata Furoshiki. Una cosa tira l’altra, e a distanza di un anno abbiamo lanciato Wrapuccino. Il nostro motto è: “Salvare il pianeta un regalo alla volta”

In quest’epoca in cui più che mai si parla di tematiche ambientali, l’industria della carta da regalo in effetti è alimentata da una delle tante abitudini che bisognerebbe scardinare, ma non se ne parla ancora molto. Dalle vostre ricerche che scenario è emerso?
Abbiamo scoperto che i rifiuti non sono l’unico problema. Non molte persone si rendono conto che non si tratta solo degli alberi che vengono distrutti, ma anche che molte carte da regalo sono rivestite di plastica e quindi non possono essere riciclate. Anche i fiocchi sono spesso fatti di plastica e nemmeno il nastro adesivo può essere riciclato. Ogni anno, nel solo Regno Unito, buttiamo via abbastanza carta per girare attorno all’Equatore nove volte! E parliamo solo di un Paese, proviamo a immaginare in quante nazioni si celebra il Natale. La portata del problema si è rivelata più grande di quanto potessimo immaginare. Il glitter è un altro elemento inquinante che sottovalutiamo: contiene microplastiche che vengono scaricate nelle nostre acque e nei nostri mari e assimilate dagli organismi marini, per poi arrivare a noi. Gli ultimi studi mostrano che un uomo in media ingerisce l’equivalente di plastica di una carta di credito a settimana. Altri studi suggeriscono che lo spreco di carta relativo al solo periodo natalizio equivale a 5-12 milioni di litri di biocarburante, abbastanza per far arrivare un autobus fino alla luna per 20 volte. Amiamo tutti l’idea di fare e ricevere regali, ma chiediamoci se questa abitudine debba davvero costare un prezzo così alto per la nostra Terra.

Date queste allarmanti premesse, avete quindi scelto di dare una nuova vita all’antica arte giapponese del confezionamento. Di cosa si tratta?
L’antica arte giapponese di Furoshiki – l’arte di avvolgere i regali in tessuto – si è iniziata ad utilizzare sin dal 7°secolo. Le creazioni non erano solo belle ed eleganti, ma anche sostenibili e completamente riutilizzabili. Non potevamo credere che questa pratica non fosse già diffusa nel mondo occidentale, quindi abbiamo deciso di aiutare a promuoverne la diffusione. Se i giapponesi usano l’arte del Furoshiki da circa 1400 anni, perché noi non potremmo? Con Wrapuccino vogliamo mostrare al mondo che la confezione regalo sostenibile non solo è possibile, ma che può avere molti più vantaggi. Sebbene i tessuti siano belli già da soli, ogni volta che rivesti un regalo crei un piccolo pezzo d’arte unico nel suo genere, senza bisogno di fiocchi o nastri adesivi. Questa bellissima e antica tradizione di avvolgere nel tessuto i regali è ancora utilizzata oggi dalle nuove generazioni che ne apprezzano soprattutto il valore della sostenibilità. La confezione così viene regalata per essere riutilizzata: i giapponesi lo chiamano il “tessuto dai mille usi”. Regalare un dono avvolto in tessuto è davvero un pensiero speciale, è una dimostrazione di affetto a tanti livelli: per la persona, per l’ambiente, ma anche per la bellezza, lo stile e la presentazione. In effetti, al fortunato destinatario stai facendo due regali.

Quali caratteristiche hanno i tessuti che scegliete?
I nostri tessuti spaziano da cotoni naturali al 100% fino a morbidi velluti, sete e rasi chic, per soddisfare tutti i gusti. Quando scegliamo i nostri tessuti, puntiamo su qualità e certificazioni. Le nostre stoffe provengono dall’Europa e sono accuratamente rifinite a mano, certificate FSC®, stampate con inchiostro vegetale, compostabili al 100% e assolutamente plastic free. Il cotone e il lino sono preferiti da chi ama uno stile più naturale, organico, semplice. Coloro che amano uno stile più elegante e sofisticato di solito preferiscono il raso, la seta o il velluto. Riguardo al design, spesso prendiamo ispirazione dalla bellezza e dai colori della natura. Eseguiamo ciclicamente delle survey con la nostra community per vedere cosa amano di più e realizziamo anche design personalizzati – per far sì che il regalo sia ancora più unico e speciale. Non produciamo in serie per evitare sprechi inutili e questo è anche ciò che rende ogni regalo unico nel suo genere. Selezioniamo i migliori tessuti dall’Europa che vengono poi lavorati a mano dai nostri artigiani che fanno accadere la magia. Tutti i bordi sono rifiniti con orli a doppia piega per evitare che si sfilaccino e poi confezionati da noi nel Regno Unito con il nostro imballaggio plastic free e completamente riciclabile.

Il wrapping non è solo un modo per imballare, ma una vera e propria filosofia. Per chi volesse approfondire la vera arte del confezionamento, offrite qualche servizio per insegnare le diverse tecniche alla vostra community?
Siamo in questa posizione straordinariamente fortunata in cui ci troviamo a riunire persone che amano la creatività e allo stesso tempo si preoccupano per l’ambiente. Insieme a loro, stiamo creando un movimento che vuole portare un cambiamento positivo nel mondo. Organizziamo molti workshop all’anno in cui introduciamo le diverse tecniche per confezionare regali e diamo idee su come riutilizzare i tessuti che garantiamo possano essere riutilizzati più e più volte. Seguendo la filosofia del “tessuto dai mille usi”, incoraggiamo a dare nuove vite ai tessuti come sciarpe, borse, tovaglioli, tovagliette o strofinacci. Le possibilità sono davvero infinite e limitate solo dalla creatività di ogni persona. Molte aziende con cui lavoriamo credono che non sia più sufficiente limitare i danni all’ambiente. Dobbiamo invertire attivamente questo processo. La crescita costante di domanda da parte di aziende alla ricerca di imballaggi alternativi e sostenibili per i loro prodotti ci fa sperare che insieme possiamo contribuire a salvare il nostro pianeta.

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