Design

Le nuove forme della mobilità: come la torinese Icona Design sta innovando anche la logistica e il delivery

Articolo tratto dal numero di aprile 2021 di Forbes Italia. Abbonati!

“Se sai progettare un’auto, puoi fare tutto”. È uno dei motti di Icona Design group, società torinese fondata da Teresio Gigi Gaudio nel 2010 e diventata un esempio di azienda glocal grazie alle sedi di Shanghai, Los Angeles e a partire da quest’anno anche di Tokyo e Dubai. Qui si immaginano le auto del futuro ma non solo, si progettano anche concept futuristici che danno risposte ai temi del presente. Come la concept car Nucleus, presentata a Ginevra nel 2018, la prima auto a guida autonoma ad aver riconsiderato l’intera architettura del veicolo sulla base di questa innovazione – dalla disposizione dei sedili fino all’ingresso dell’auto – aprendo pionieristicamente nuove strade e approcci al car design e oltre. Perché la visione dell’azienda è quella di sviluppare un automotive thinking applicabile a tutti i settori della progettazione, dall’industrial fino al product e l’interior design.

Un percorso nato con le auto dunque, ma che parallelamente prosegue esplorando gli orizzonti sempre più vasti della smart mobility e delle intersezioni tra nuove tecnologie e intelligenza artificiale. Con l’obiettivo di trovare soluzioni concrete alle necessità e abitudini che emergono rapidissime. “Undici anni fa, quando è stata fondata Icona Design, sapevamo che il suo approccio sarebbe stato di rottura con il passato. Il car design si sta trasformando radicalmente allargandosi alle nuove forme di mobilità, e i nostri designer, un team fantastico di 100 persone provenienti da oltre 20 nazioni, sono in grado di sviluppare progetti in campi diversissimi tra loro. La visione, però, rimane sempre la stessa: tratteggiare gli scenari futuri della mobilità e degli ambienti urbani”, ha raccontato il global design director Samuel Chuffart.

Una filosofia che ha riscosso grande successo in Cina, dove Icona ha collaborato con numerose aziende e case automobilistiche locali. “Non c’è alcun dubbio che questo sia il secolo della Cina. Nell’automotive l’età media degli acquirenti è nettamente inferiore rispetto all’Europa – parliamo addirittura della Generazione Z – e la richiesta principale è quella legata a modelli intelligenti, innovativi, disruptive. In Europa e negli Stati Uniti l’approccio è più conservativo, meno incline alla novità. La sede di Shanghai, insieme alle altre sedi internazionali, ci consente di mantenere gli occhi aperti sulle tendenze globali, non solo nel settore auto”, ha aggiunto Chuffart.

Il global design director Samuel Chuffart (al centro) al lavoro sulla concept car Nucleus, presentata a Ginevra nel 2018, che ha aperto nuovi approcci al car design.

Proprio dalla concezione del design come aggregatore di competenze e promotore di nuove visioni è nata l’idea di ampliare il campo d’azione di Icona. A inaugurare il processo di diversificazione è stato nel 2018 Rotomac Icebreaker 165 Sg, un macchinario, nato dal sodalizio con l’azienda bergamasca Ims Technologies, che attraverso un design accattivante ha scardinato l’immaginario classico del macchinario industriale. “Quando entri in uno stabilimento non ti aspetti certo che i macchinari siano esteticamente belli, basta che assolvano alla loro funzione. Il nostro progetto voleva invece stravolgere questo stereotipo, dando vita a una macchina bella e user friendly. Per progettarla abbiamo adottato lo stesso approccio che usiamo nella progettazione delle auto, traducendo le conoscenze nell’automotive anche nel campo dell’industrial design. L’auto è un sistema estremamente complesso che racchiude tutti i rami del design, per questo siamo convinti che i car designer possano progettare davvero tutto”, spiega Davide Cannata, industrial design team leader della sede di Torino.

Un’altra sfida, seppur diversa, è stata quella con cui Icona ha contribuito a innovare il transportation design attraverso due progetti realizzati in Cina nel 2019: JD, un veicolo di logistica autonomo disegnato per JD.com, la più grande società cinese di commercio elettronico, e Space-pod, il primo robot progettato per la consegna take-away e commissionato da Meituan, azienda leader nel delivery di alimenti. Un dispositivo, quest’ultimo, capace di raggiungere fino a tre utenti diversi in ogni viaggio e che, grazie all’uso dell’AI e dello schermo per il riconoscimento facciale, getta le basi per una rivoluzione nel trasporto di cose e persone.

La Nucleus di fronte al palazzo Stupinigi a Torino.

Quello di Icona è dunque un concetto di smart mobility molto ampio e si basa su un approccio multidisciplinare. Lo stesso approccio ha ispirato anche Fibonacci, il primo catamarano di lusso concepito per essere totalmente elettrico, presentato nell’estate 2020. Uno yacht silenziosissimo dal design sinuoso, pensato per cambiare l’esperienza della navigazione sull’acqua. “Fibonacci è un’opera d’arte. Per progettarlo siamo partiti dalla domanda: perché amiamo gli yacht? Forse per lo stesso motivo per cui amiamo i cavalli: sono belli, eleganti, glamour. Fibonacci è espressione di questo glamour ma è anche estremamente intelligente grazie alla guida autonoma. Un’innovazione che avvicina al mondo degli yacht anche le persone meno esperte”, ha spiegato Chuffart.

Sempre nel 2020, l’azienda ha concluso un progetto di estrema importanza nel contesto della situazione attuale pandemica: la joint venture con la startup per sistemi di sanificazione ambientale Sanixair, che ha creato un dispositivo capace di garantire un livello costante di aria microbiologicamente sicura negli ambienti chiusi. Una collaborazione nata per rendere i sistemi di sanificazione più accessibili, popolari ed esteticamente attraenti. Sulla stessa linea direttrice si muove Baobab, una soluzione per la purificazione dell’acqua progettata per l’azienda italiana Smart Fluids. Un dispositivo, presentato quest’anno, sviluppato per garantire la sopravvivenza in quei villaggi, comunità e campi profughi situati in luoghi dove l’acqua non è sicura. Un’ulteriore dimostrazione che per Icona il design non è un orpello finale, bensì il contrario: è un’intuizione che nasce dalla capacità di rispondere concretamente ai bisogni del presente e spingersi oltre per disegnare il futuro.

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