Martim Gois Valpas
Innovation

Come questo 30enne finlandese sta sconfiggendo le cimici dei letti con la tecnologia

“Questa nuova tecnologia protegge il nostro hotel e la nostra reputazione. Il protocollo è molto efficiente e Valpas è un’azienda proattiva, sempre pronta ad aiutare”, racconta Rita Nouvel, comproprietaria dell’Hotel Keppler, a Parigi. “Sono rimasto davvero sorpreso dalla facilità dell’installazione di Valpas: non assomiglia per niente alla tecnologia che avevamo. Quando abbiamo gruppi che visitano l’hotel, racconto loro del nostro protocollo Valpas. A volte pensano che stia scherzando: sembra troppo bello per essere vero”, dice Henrik Lind, general manager dell’Hotel Royal a Göteborg. “I viaggiatori sono adesso sempre più preoccupati per i bed bugs, le cimici dei letti. Con Valpas assicuriamo una migliore esperienza ai nostri ospiti, comunicando che da noi si può essere totalmente tranquilli quando si prenota una camera”, assicura Roni Saari, proprietario dell’Hotel F6 di Helsinki.

“Il mondo è cambiato durante la pandemia. I proprietari di hotel che mostreranno di avere a cuore l’igiene e la salute degli ospiti saranno vincenti. Gli altri perderanno. Perché al momento, ma anche in futuro, la gente presterà sempre più attenzione alla sicurezza”, spiega Martim Gois, co-fondatore e amministratore delegato di Valpas. Gois ha 30 anni ed è anche un appassionato viaggiatore, che ha abitato in molte parti del mondo, oltre ad avere accumulato varie esperienze professionali.

Assieme ai suoi business partner, ha inventato il “miracolo” per risolvere un problema che a tutti pareva quasi senza soluzione: i bed bugs, le “cimici da letti”, che possono colpire chiunque in modo improvviso e inaspettato, negli alberghi a cinque stelle come in abitazioni, taxi, locali e cinema. Invece di usare veleni sterminanti e intossicanti, Martim e i suoi partner hanno creato una soluzione di successo sostenibile. Il loro progetto ha subito avuto successo e ha attirato molti investitori da tutto il pianeta.

Abbiamo incontrato Martim e gli altri co-fondatori di Valpas a Helsinki, in Finlandia, in un seminterrato del campus per startup Maria 01, dove hanno i loro uffici e laboratori. Vertti Sarimaa, 29 anni, designer, è esperto di comportamento di bed bugs ed è il creatore della smart leg, la “gamba” intelligente di Valpas. Vertti è anche il creatore di un’innovazione nell’illuminazione prodotta dal brand di tessuti Finlayson. Aleksi Jokela, 28 anni, e Matti Parkkila, 27 anni, sono invece ingegneri e sviluppatori IoT. Hanno fondato anche una società di software, oltre ad avere vinto due volte Junction, l’hackathon più grande d’Europa.

Martim ha conseguito un master in finanza all’Aalto University di Helsinki, dove ha contemporaneamente seguito, per tre mesi, un programma intenso di tecnologia, strategia e design professionale. Ha studiato inoltre project management alla Tongji university di Shanghai, in Cina, e marketing alla University of San Diego, negli Stati Uniti, oltre a prendere un Cems master in international management, business administration and management alla London school of economics and political science (Lse). Dopo aver lavorato per un paio d’anni alla Danske Bank come analista di investimenti e consulente per le vendite, ha deciso di intraprendere la carriera imprenditoriale. “Studiavamo e stavamo già lavorando alla nostra prima azienda”, ricorda Martim. “Avevo 23 anni. L’Aalto University è un ottimo ambiente per questo, perché comprende una business school, formazione nelle arti e nell’ingegneria e spinge gli studenti di tutte le discipline a collaborare. Questa è stata di certo una grande motivazione”. 

Come è nata l’idea di Valpas?  

Ho sempre amato viaggiare e nel 2013 ebbi una brutta esperienza con i bed bugs. Sono anche surfista ed ero con la mia ragazza nel sud-est asiatico, a Mentawai, in Indonesia. Mi resi subito conto di quanto i viaggiatori siano vulnerabili agli attacchi di questi animali e di come possano perfino portarseli a casa. E compresi anche quanto in questo settore ci fosse spazio per creare qualcosa di innovativo che li combattesse. In principio decidemmo di fare quello che facevano tutti: ucciderli. Ma, presto, ci rendemmo conto che, proprio come un virus, i bed bugs si diffondono troppo in fretta per essere sterminati in questo modo. Inoltre, quando si viaggia, spesso non ci si rende conto di averli “incontrati” fino a molto tempo dopo, anche settimane. Fondammo, quindi, Helle: la prima azienda finlandese di trattamento termico delle cimici dei letti. Fummo in grado di farla crescere fino a diventare numero uno del settore in tre anni. La vendemmo nel 2020 e con quel denaro cominciammo a lavorare a Valpas. Ci rendemmo conto che non esistono vaccini per le “cimici dei letti” e che, allora, dovevano essere eliminate in maniera “pulita”, servendosi della tecnologia. 

Qual è stata la difficoltà più grande?

Dovevamo studiare i bed bugs per riuscire a eliminarli. Lo abbiamo fatto quando abbiamo fondato la prima azienda. Li abbiamo raccolti da diversi ambienti e abbiamo creato una stanza che simulasse quella di un hotel nei nostri uffici. Sono serviti due anni per sviluppare i prodotti. Abbiamo scoperto che vivono di sangue umano, come minuscoli vampiri, e che sono più attivi di notte, quando dormiamo e produciamo CO2 dal respiro. Dato che nessuno dormiva nella camera di simulazione, c’è stato un momento in cui abbiamo pensato perfino di aprire un Airbnb e di studiare le reazioni su esseri umani… Sto scherzando, naturalmente! Abbiamo continuato a puntare sulla tecnologia, fiduciosi che lì avremmo trovato la soluzione. E siamo stati la prima startup tecnologica in questo settore.

Può spiegare come funziona la vostra tecnologia? 

Nelle stanze normali, quando le cimici dei letti entrano negli effetti personali degli ospiti, sono libere di attaccarli, infestare e diffondersi fino a quando non vengono notate settimane dopo e sterminate. A differenza delle camere normali, dotate dello standard Valpas raccolgono ed eliminano eventuali bed bugs all’interno delle gambe intelligenti del letto. Le gambe intelligenti brevettate sfruttano il movimento naturale delle cimici dei letti verso gli ospiti che dormono. Hanno un design nordico bio-ingegnerizzato per catturarle nel loro cammino. Il personale viene informato con un’e-mail quando le cimici dei letti vengono intercettate e le gambe possono essere facilmente svuotate durante le pulizie. Questa tecnologia funziona in modo autonomo e mantiene gli ospiti e le camere al sicuro 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Inoltre il nostro sistema è sostenibile.

In che senso è sostenibile?

Valpas fondatori
I co-fondatori di Valpas (foto Valpas)

Ogni infestazione da cimici dei letti che Valpas impedisce consente di risparmiare una tonnellata di CO2 equivalente, evitando lo spreco di materiale per ristrutturare le stanze infestate. Vale lo stesso impatto del passaggio a una dieta 100% vegana per un anno. La tecnologia è autonoma e i materiali non contengono pesticidi. 

Avete ideato anche un sistema di membership.

Sì, facciamo perfino da agenzia di viaggi: le persone possono prenotare gli hotel, gratuitamente, tramite il nostro sito web. Abbiamo, adesso, oltre 60 hotel in nove paesi e dodici città europee. L’idea è di creare una comunità di albergatori e viaggiatori consapevoli. Al momento abbiamo clienti in tutta la Finlandia, in Svezia, a Parigi, a Monaco, in Italia, a Copenhagen, a Zurigo e a Lisbona. Ci stiamo espandendo in Asia e negli Stati Uniti. I viaggiatori sanno che possono dormire in piena sicurezza dal punto di vista igienico. Gli hotel pagano, al momento, 100 euro all’anno per stanza per un pacchetto completo che comprende la membership, la distribuzione, la tecnologia e il software. 

Quanto è stato l’investimento per far partire Valpas?

Siamo tra le startup di Maria 01 a Helsinki e questo ci ha permesso di creare molti contatti. In principio, abbiamo fatto bootstrapping con il denaro della nostra prima azienda, Helle, venduta per circa 200mila euro. Successivamente abbiamo ottenuto delle sovvenzioni per l’innovazione e abbiamo raccolto 620mila euro da venture capitalist. Al momento, stiamo valutando nuovi investitori, da tutto il mondo e non solo dalla Finlandia. Abbiamo circa 1,6 milioni di euro già confermati.

In cosa consiste la vostra missione esattamente? 

Per noi è importante avere un impatto positivo. Non crediamo che tutta la tecnologia sia buona. Non si dovrebbe cercare il progresso tecnologico solo per se stessi. La tecnologia deve essere vantaggiosa per la società e l’ambiente e il più possibile non invasiva. Non a caso Valpas significa “premuroso” in finlandese. Più diminuiremo il problema dei bed bugs con la nostra tecnologia, più hotel, città e luoghi saranno sostenibili. Contribuiremo così a diminuire l’inquinamento.

Come si è avvicinato alla scienza e a questa visione? 

Uno dei miei eroi d’infanzia è stato Tintin, che ha fatto nascere in me l’idea di viaggiare per il mondo risolvendo problemi o conflitti e lasciando un impatto positivo. Ciò ha influenzato i miei viaggi, che in una certa misura sono guidati da uno scopo: penso, per esempio, al mio volontariato in Ghana nel 2008, o alla visita a entrambe le parti del conflitto arabo-israeliano nel 2016. Forse questo ha anche influenzato la nostra missione a Valpas, dove diamo ai fornitori di servizi di ospitalità il potere di diventare “cittadini modello” – come Tintin -, che non hanno un impatto positivo solo sugli ospiti, ma anche sulla comunità e sull’ambiente circostante. Questo è ciò che mi entusiasma di più: risolvere i problemi e contribuire a raggiungere risultati economici, sociali e ambientali. Per risolvere un problema difficile occorre la scienza, o, almeno, un approccio scientifico.

Lei è stato attivo in svariati settori. Ha lavorato anche come dj ed è cresciuto, dal punto di vista imprenditoriale, nel mondo della musica.

Quando era bambino c’era sempre musica in casa mia. La mia passione viene da lì. Dai 3 ai 13 anni ho studiato pianoforte, poi, da adolescente, mi sono innamorato della musica elettronica e ho iniziato a fare il dj. Suono ancora, alcune volte all’anno, a party underground a Helsinki e dintorni. Non vedo l’ora di fare di nuovo musica dopo la pandemia.

Da dove nasce invece la sua passione per il surf? 

Madeira, da dove proviene la famiglia di mio padre, è un paradiso dei surfisti, ma la verità è che ho imparato a fare surf a Lombok, in Indonesia. Negli ultimi dieci anni ho cercato di combinare i miei viaggi con il surf. Non conosco nessun’altra attività fisica in cui sei così intimamente connesso con la natura, con il mare. Ecco perché il surf è un’attività estremamente gratificante per me: dopo aver cavalcato una grande onda hai solo voglia di abbracciare il mondo intero. Allo stesso tempo, c’è sempre così tanto da migliorare in questo sport: sogno sempre di prendere ogni volta l’onda giusta e cavalcarla, incapsulato nel suo “tubo”, fino alla fine. 

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