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L’Italia all’esame del recovery plan: come non perdere il treno dei fondi europei

Spendere tutte le risorse, farlo bene per far ripartire l’Italia dopo lo choc pandemico. Il Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr) è la ricetta con cui il nostro Paese intende impiegare le risorse messe a disposizione dal recovery fund europeo. Ben 248 miliardi di euro per un’occasione che sprecare sarebbe un errore imperdonabile. Per capire se il Paese è sulla strada giusta, Forbes ha voluto parlare con Marco Valerio Morelli, amministratore delegato della società di consulenza internazionale Mercer Italia, nonché presidente di Confindustria Assoconsult.

“Dovremo imparare dal passato”, ha detto Morelli in un passaggio della sua intervista a Forbes Leader, andata in onda sul canale 511 di Sky, “l’Italia è stata destinataria di grandi risorse nel periodo 2014-2020. Si tratta di più o meno 78 miliardi di euro, di cui siamo riusciti a spendere solo il 35 o 38% a seconda delle stime”. Il top manager ha poi proseguito il suo intervento indicando la via per cambiare rotta, visto che i fondi del Recovery Fund dovranno essere rendicontati alla Commissione europea, la quale erogherà i fondi in base allo stato di avanzamento dei lavori e non dopo la semplice indicazione degli obiettivi e delle procedure. “Io ci credo”, ha proseguito Morelli, “per riuscire nel nostro intento dovremo evitare di polverizzare le risorse su troppo progetti e focalizzarle su poche priorità strategiche: penso, per esempio, a transizione energetica e inclusione. Il tutto dovrà poi essere coordinato da una governance robusta e centrale e, infine, è necessario semplificare le procedure d’appalto per creare un percorso speciale, affinché le risorse arrivino velocemente su cantieri e iniziative tecnologiche”.

Nel corso dell’intervista, Morelli ha poi toccato tanti altri temi: dalle nuove competenze da trasmettere alla persone per renderle più funzionali al mercato del lavoro, al tema dell’inclusione giovanile e femminile, fino alla transizione ecologica e alla digitalizzazione dei processi. Si è toccato anche il tema del lavoro ibrido, cioè quello che probabilmente sarà la nuova realtà dopo la scoperta del lavoro da remoto per molte realtà. Le grandi risorse del Pnrr destinate alla digitalizzazione dei processi potrebbero essere l’occasione per una nuova evoluzione dei modelli aziendali: “Le aziende dovranno abituarsi a trattare le persone come portatori di competenze”, ha concluso Morelli, “che possono portare a casa il risultato dovunque: in ufficio, a casa o al parco. Il nuovo modello che si affermerà, quindi, sarà quello della flessibilità adattiva, una vera competenza distintiva tra le organizzazioni che avranno successo e quelle che invece non lo avranno”.

Qui di seguito, si può rivedere l’intervista integrale andata in onda su Forbes Leader (l’intervista si potrà vedere anche sui profili social LinkedIn e Facebook di Forbes Italia, ogni lunedì, divisa in tre puntate).

 

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