Clara Sattler de Sousa e Brito, ceo Italia di Siemens Healthineers
Innovation

Digitale, intelligente e antropocentrica: il futuro della sanità secondo Siemens Healthineers

Articolo tratto dal numero di ottobre 2021 di Forbes Italia. Abbonati!

Clara Sattler de Sousa e Brito non può essere definita una manager ordinaria. Una laurea in fisica, una in filosofia e psicologia, una in legge con un LL.M. conseguito alla Yale Law School, esperienza come angel investor, avvocato, ricercatrice. Da oltre dieci anni ricopre ruoli manageriali a livello internazionale in aziende del tech e healthcare. Un profilo ‘fuori dal comune’, alla guida della divisione italiana di Siemens Healthineers, azienda leader nell’ambito della tecnologia medica e quotata alla Borsa di Francoforte. Con un fatturato di 14,5 miliardi di euro al settembre del 2020, 66mila dipendenti, Siemens Healthineers, sta plasmando il futuro della sanità, con servizi, prodotti e applicazioni supportate dall’intelligenza artificiale che giocheranno un ruolo sempre più importante nella prossima generazione di tecnologia medica. 

Tecnologia e sanità stanno interagendo sempre di più. Cosa sta cambiando? 

Operiamo in un settore in cui la tecnologia è sempre stata importante. Nell’ultimo anno alcuni trend hanno acquisito importanza e velocità. In particolare, mi riferisco a tre tendenze: la prima è la maggiore attenzione alla centralità del paziente, anche se c’è ancora molta strada da fare. La seconda riguarda lo sviluppo della medicina personalizzata, con terapie che saranno sempre più costruite sul singolo paziente, tenendo conto della sua storia, dei suoi dati e delle sue caratteristiche, riformando l’approccio ‘standardizzato’ operato fino a oggi. Infine, vediamo un trend di crescita che riguarda la medicina digitale e i relativi servizi. Uno sviluppo che porterà un forte impatto sui territori e sulle esperienze dei singoli pazienti, specialmente in Italia. 

In Italia c’è sempre stata grande difficoltà a offrire servizi sanitari in maniera equivalente su tutto il territorio. Cosa potrebbe cambiare? 

Oggi la cura di ogni paziente dipende dal suo primo punto di contatto. Ci sono enormi differenze tra regioni e anche all’interno delle stesse regioni. Questo crea una disuguaglianza di accesso alle opportunità e alle cure, che può essere ridotta grazie alla tecnologia, che permette, al contrario, un accesso che non dipende dal punto di contatto fisico. Nell’ultimo anno, il 46% di tutti i pazienti di tutto il mondo ha avuto almeno un’esperienza digitale in relazione alla sua salute. Una porta digitale sostituisce una porta fisica, dobbiamo scommettere su questa direzione per poter dare maggiori opportunità di cura e accesso ai pazienti in tutto il Paese, riducendo le disuguaglianze nel sistema sanitario.   

In quali aspetti di medicina e tecnologia Siemens Healthineers sta dando il suo maggiore contributo?

La tecnologia di Siemens Healthineers impatta ogni giorno oltre 5 milioni di pazienti nel mondo e in particolare le aree di interesse: la diagnostica di laboratorio, l’area clinica con diagnostica per immagini e le soluzioni digitali, che portano i dati sanitari a personale medico, sanitari e ai cittadini. I servizi digitali saranno sempre più importanti in tutti gli aspetti dell’esperienza sanitaria. Pensiamo alle malattie croniche: in quel contesto i servizi digitali potranno dare un forte contributo a prevenzione, diagnosi, follow-up e cure. 

Che ruolo dovranno avere i dati nel futuro della medicina? 

In futuro, un utilizzo integrato dei dati e l’ausilio dell’intelligenza artificiale permetteranno di sviluppare dei cosiddetti ‘gemelli digitali’ di ogni paziente, al fine di fornire diagnosi sempre più personalizzate e precise: avere a disposizione un quadro completo di un paziente, attraverso la raccolta di tutti i dati disponibili può essere d’aiuto nella scelta del miglior trattamento individuale. Ci addentriamo nell’ambito dell’umanizzazione della tecnologia, a cui Siemens Healthineers si dedica da tempo. Con maggiori dati disponibili, i pazienti avrebbero migliori opportunità per gestire e sviluppare le proprie cure. È una visione sul futuro, di cui oggi vediamo alcuni elementi e tendenze, come l’uso dell’intelligenza artificiale nello studio delle diagnosi. Siemes Healthineers ha sviluppato, ad esempio, AI-Rad Companion, una soluzione che aumenta la precisione diagnostica nell’interpretazione delle immagini mediche. 

Oggi pazienti e personale medico raccolgono dati e documenti in formati e supporti diversi. Cosa cambierà in futuro?

Stiamo lavorando per integrare in un unico sistema, dati provenienti da fonti diverse. La sfida è poter essere in grado di raccogliere, proteggere e utilizzare questi dati, nell’interesse del paziente e della ricerca. Abbiamo sperimentato durante il Covid-19 l’importanza di dare accesso ai dati dei pazienti ai team sanitari. Un ruolo chiave verrà svolto dalla cybersecurity: è necessario proteggere questi dati e garantire ai pazienti un libero e semplice accesso. Questa per noi è la sfida più grande. 

Cosa possono fare le istituzioni per promuovere un uso consapevole, etico ed efficiente dei dati sanitari? 

Ad oggi i dati sono spesso confinati negli ospedali, negli istituti di ricerca o nelle istituzioni. Credo che il futuro ci porterà sempre più alla condivisione dei dati al di fuori dei confini delle singole istituzioni e che dovremmo spingerci oltre, fino al punto in cui i dati apparterranno ai pazienti, che potranno decidere come gestirli. Sarà compito del sistema sanitario permettere agli individui di poter condividere questi dati in modo sicuro e decidere come usarli. I responsabili delle politiche pubbliche saranno chiamati sempre di più a dotare i pazienti di maggiore autonomia e libertà di scelta.  

Che tipo di contributo ha dato Siemens Healthineers nella battaglia contro il Covid-19? 

Nel 2020 Siemens Healthineers ha investito oltre 1,3 miliardi di euro in ricerca, per noi questo è il più importante contributo. Abbiamo sviluppato un’ampia gamma di test Covid-19 e soluzioni digitali per la gestione dei risultati. Un ulteriore contributo è stato rappresentato dalla presenza fisica del nostro personale che ha supportato i medici durante tutta l’emergenza. Non ci siamo mai fermati.   

Lei ha un’esperienza unica di studio e di lavoro, tra lauree in fisica, psicologia e diritto. Cosa l’ha guidata in questo in percorso? 

Le mie scelte sono sempre state ispirate dalla passione per le scienze della vita, l’amore per la tecnologia e per gli esseri umani. Ho scelto di lavorare nella sanità perché desideravo  avere un impatto positivo sulla vita delle persone e ‘umanizzare l’healthcare’. E in Siemens Healthineers facciamo esattamente questo: migliorando l’assistenza sanitaria e, di conseguenza, le vite delle persone. 

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