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La casa sostenibile a partire dai materassi: come questa startup è arrivata a fatturare 10 milioni di euro in 3 anni

L’obiettivo di questi giovani imprenditori è rivoluzionare in tutta Europa il modo di abitare delle persone proponendo prodotti per la casa 100% sostenibili. Davide Ballotta e Antoine Loredo hanno ideato Kipli che oggi, a soli 3 anni dalla fondazione, fattura 10 milioni di euro e può contare su 23 dipendenti con un’età media di 28 anni.

È nata per essere un’alternativa accessibile agli oggetti dell’arredo, spesso realizzati in materiali nocivi per la salute e per l’ambiente. La società offre infatti una gamma di prodotti di arredo per la casa al 100% naturali, sani e sostenibili. Si distingue in un mercato ancora largamente popolato da produttori di materiali di bassa gamma, totalmente chimici e sintetici. Fiore all’occhiello di questa offerta è il materasso made in Italy realizzato interamente in lattice naturale, commercializzato attraverso il proprio sistema di e-commerce in sei paesi europei. Dopo il successo della vendita a distanza, che rimane il canale preferenziale d’acquisto, la startup ha aperto pochi selezionati punti vendita in Europa.

Il riferimento per la casa naturale

“Kipli è nata nel 2018 per rivoluzionare il modo di abitare delle persone – spiega Ballotta – e diventare il punto di riferimento in Europa per la casa naturale. Gli spazi interni nei quali abitiamo infatti spesso sono più inquinati degli spazi esterni e molti dei prodotti del nostro mobilio contribuiscono a questo inquinamento. Vendiamo online i nostri prodotti sostenibili in Italia, Francia, Germania, Belgio, Spagna e Svizzera. Nel 2022 contiamo aprire nuovi mercati tra cui Portogallo, Olanda, UK e Stati Uniti. Nel 2020 siamo entrati nel segmento retail inaugurando una boutique nel quartiere del Marais a Parigi, nel 2021 abbiamo aperto a Lione e attualmente stiamo valutando l’apertura di nuove boutique anche in Italia”.

Il 90% dei materassi commercializzati in Europa sono totalmente sintetici. Per la produzione vengono infatti utilizzate colle chimiche aggressive, che possono sprigionare componenti organiche non solo dannose per la salute delle persone, ma anche fortemente inquinanti: alla fine della sua vita un materasso in poliuretano – o anche in lattice sintetico – diventa un rifiuto pesante che non può essere smaltito e che finisce dunque in discarica. Si stima che in Francia ci siano circa 5 milioni di materassi in poliuretano che ogni anno si accumulano in discarica. 

La rivoluzione del lattice naturale

Il lattice naturale utilizzato per i materassi Kipli, invece, consiste in una sostanza totalmente vegetale e prodotta da un albero, l’Hevea Brasiliensis. Questa materia permette di creare un materasso confortevole, che garantisce la massima traspirabilità e che grazie alle sue proprietà elastiche dura il doppio rispetto al poliuretano (15 contro 7 anni). Un prodotto di eccellenza totalmente naturale, senza alcun componente chimico o tossico e con un impatto positivo anche sull’ambiente. Alla fine della sua vita, il materasso Kipli è completamente biodegradabile. 

“Abbiamo lanciato Kipli con un’idea fissa”, aggiunge Ballotta. “Creare un’alternativa per la casa di domani. L’alternativa che proponiamo è un materasso in lattice naturale, due volte più durevole dei modelli sintetici, magnifico in termine di comfort, sano e biodegradabile. Per creare questo primo prodotto mi sono basato sull’esperienza di mio zio, pioniere di questa materia. È stato uno degli artefici della creazione di un importante distretto industriale in provincia di Monza e Brianza”.

Una storia di famiglia

La storia di Kipli affonda le sue radici nella produzione di materassi in lattice naturale della famiglia di Davide: nel 1998 a Misinto (MB), vero e proprio distretto del lattice naturale, lo zio apre una fabbrica di materassi. Vent’anni più tardi Davide ha deciso di proseguire la tradizione di famiglia producendo Kipli nella fabbrica in Lombardia (Caronno Pertusella), tra le poche in Europa capaci di realizzare materassi in lattice naturale.

Dal momento che la produzione è estremamente complessa, sono pochissimi gli stabilimenti in grado di farlo. Secondo la società di consulenza Crowe Sustainable Metrics, sulla base dei riferimenti dell’Ademe (Agence de l’Environnement et de la Maîtrise de l’Energie, un ente pubblico industriale e commerciale francese) l’impatto ambientale di un materasso Kipli è inferiore rispetto a quello di un materasso tradizionale per tutto il ciclo di vita: dall’estrazione delle materie prime al trasporto, dalla produzione alla distribuzione, dall’utilizzo fino infine allo smaltimento.

Dai materassi agli oggetti d’arredamento

Kipli, ora, punta a posizionarsi come player della casa naturale a 360 gradi: dal materasso in lattice naturale fino ai divani e al letto artigianale in legno massiccio. “La pandemia ha portato le persone a vivere molto più intensamente le proprie case. Ci ha ricordato l’importanza del vivere in abitazioni confortevoli, con materiali sostenibili e di qualità. Ma per noi vivere in una casa naturale significa curare non solo sé stessi e i propri cari, ma anche prestare attenzione all’ambiente, la casa di tutti. Il processo di produzione del materasso Kipli al 100% lattice naturale emette in media il 22% di emissioni in meno di quello di un materasso in schiuma di poliuretano. E, anche in termini di durata del prodotto, l’impatto delle emissioni di un materasso in lattice naturale è 2,6 volte inferiore rispetto a quello di un materasso sintetico”.

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