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Questo spazio milanese vuole essere il nuovo avamposto dell’arte digitale

Chiacchierare con la “Marilyn” di Andy Warhol, interagire con un dipinto di Edvard Munch, ascoltare cosa ha da dire un uovo di Fabergé. Questo, e altro, è possibile alla Galleria San Babila di Milano, spazio fondato dall’imprenditore Francesco Colucci, che si propone come un nuovo avamposto della digital art. L’ultimo progetto espositivo, Back to the Future, ha fatto incontrare arte, Nft e intelligenza artificiale consentendo non solo di immergersi nel metaverso, ma anche di esperire concretamente le opere esposte.

Per lanciare uno sguardo su cosa sta accadendo nel mondo dell’arte digitale, metaverso e Nft, vale la pena fare un salto alla galleria San Babila di Milano, uno spazio di recente apertura ma già punto di riferimento, a Milano e non solo, nel campo della digital art.

Galleria San Babila, un nuovo spazio per l’arte digitale

Cesare Catania

Fondata dall’imprenditore Francesco Colucci, ha ospitato durante la Design Week milanese l’evento Back To The Future. Il percorso espositivo, oltre ad aver proposto una mostra personale di Cesare Catania, ha ospitato tre opere di grande valore: una tela inedita di Edvard Munch, una stampa degli anni ’70 della “Marilyn” di Andy Warhol e un uovo di Fabergè. E ha esposto anche, in una Black Room dedicata, le loro repliche digitali ovvero ologrammi Nft dotati di intelligenza artificiale con cui interagire e parlare.

Un incontro, quello tra arte, Nft e intelligenza artificiale, reso possibile grazie alla tecnologia sviluppata da MetaWord, azienda fondata proprio da Francesco Colucci insieme ad Antonio Celotto, Mara Abbracchio e Edoardo Callegari. Una piattaforma di servizi digitali che realizza contenuti e strumenti a metà strada tra esperienza fisica e virtuale. Nel campo specifico dell’arte, MetaWord si occupa della creazione di ologrammi che possono rappresentare opere di grandi maestri o di artisti emergenti, trasformandoli poi in una nuova forma di Nft, dinamica e fruibile.

Antonio Celotto

L’evento durante la Design Week milanese

Un progetto espositivo, quello di Back to The Future, che durante la settimana del design milanese ha suscitato grande interesse: “Back To The Future guarda con attenzione al passato ma è proiettato al futuro. Insieme a MetaWord abbiamo sviluppato un nuovo modo di realizzare Nft utilizzando ologrammi, e ci siamo spinti addirittura oltre, dotando queste opere di intelligenza artificiale. Un modo per rendere materici e fruibili gli Nft, per far sì che possano essere esperiti dove e come si vuole, in una galleria come a casa o in ufficio”.

L’evento è stato poi occasione per presentare un altro servizio offerto da MetaWord: GMetaWord, la prima piattaforma/app dove gli utenti potranno condividere, vendere o promuovere il proprio Nft, corredandolo di un ologramma. L’obiettivo è allestire un mondo parallelo dove visionare, acquistare e cedere opere d’arte, che possa fungere anche da vetrina per musica, oggetti e immobili. 

    La mostra "Back to the Future"
    La mostra "Back to the Future"
    La mostra "Back to the Future"
    La mostra "Back to the Future"
    La mostra "Back to the Future"
    La mostra "Back to the Future"
    La mostra "Back to the Future"
    La mostra "Back to the Future"
    La mostra "Back to the Future"
    La mostra "Back to the Future"

Abbiamo chiesto a Francesco Colucci di raccontarci meglio il suo progetto inaugurato con la Galleria San Babila, che prevede altre 2 aperture entro il 2023.

Cosa l’ha spinta a entrare nel mondo dell’arte e degli Nft e a fondare la galleria?

Da imprenditore, negli anni ho fatto nascere moltissimi progetti. Tra questi c’è il fondo Art & Luxury Investment Fund, che si occupa sì di arte e lusso, ma con una particolarità: quella di dare la possibilità ai propri investitori di fruire degli investimenti del fondo. Con questa idea, ho creato un format di gallerie d’arte che è partito proprio con l’apertura della Galleria San Babila di Milano il 3 dicembre 2021. Inizialmente si trattava di una private gallery pensata soltanto per gli investitori del fondo, ma oggi è uno spazio aperto e libero a chiunque. Mi sono reso conto, infatti, che la galleria poteva avere una vita indipendente da quella del fondo.

Quali sono state le attività della galleria dall’apertura a oggi?

Dall’apertura abbiamo già organizzato molti eventi e mostre. Una sfilata, una mostra dello street artist Endless a febbraio, una collettiva con gli artisti presentati al Padiglione di San Marino alla Biennale di Venezia realizzata in collaborazione con la galleria londinese Cris Contini Contemporary. E una mostra personale dell’artista Cesare Catania a maggio, da cui è nata poi l’idea di Back to The Future.

Com’è nata la collaborazione con Cesare Catania?

Sono sempre molto attento alle dinamiche del mercato, e in questo momento c’è grandissimo fermento attorno al mondo del metaverso e degli Nft. Ho iniziato ad avvicinarmi a questo settore circa un anno e mezzo fa, notando fin da subito il grande lavoro di Cesare Catania. Ho fatto in modo di creare un contatto e gli ho proposto di organizzare una mostra presso la galleria. Nel frattempo stavo creando l’azienda MetaWord con un pensiero in testa: tutti vogliono fare e parlare di Nft e metaverso, ma nessuno sa di cosa si tratti davvero. Alcuni pensano addirittura che l’Nft sia l’equivalente di una gif animata. Così, insieme a un mio partner, Antonio Celotto, professionista nello sviluppo hardware e software, abbiamo iniziato a sviluppare la tecnologia di MetaWord, azienda che si propone come leader service nel mercato del metaverso e degli Nft.

Cosa crea MetaWord?

Creiamo Nft in una forma godibile e tangibile. Non qualcosa da conservare in una cartella del pc, ma una vera e propria opera d’arte, olografica e dotata di intelligenza artificiale, da poter mostrare e godere in modo concreto in una galleria, hotel o in una casa. Abbiamo realizzato delle cornici dotate di una ventola olografica che danno vita a un ologramma. Back to the Future è nato dal connubio tra la mostra di Cesare Catania e il lavoro che stavamo svolgendo con MetaWord. Abbiamo ricostruito la nostra galleria in un mondo virtuale, dove i visitatori potevano fluttuare nello spazio scoprendo le opere in uno spazio virtuale senza pareti. A questo abbiamo affiancato l’esposizione di tre grandi opere alla loro riproduzione in ologramma con cui si poteva interagire, dimostrando di essere avanti anni luce rispetto al concetto di Nft classico. Attraverso queste opere è possibile domotizzare la casa: la nostra riproduzione della “Marilyn” di Andy Warhol potrà quindi spegnere il riscaldamento o mettere la musica che vogliamo. Per ora siamo gli unici al mondo ad averlo fatto.

Qual è la reazione dei collezionisti al fenomeno degli Nft nell’arte? Cos’ha notato?

Nel caso degli Nft, tutto si sta muovendo in modo veloce e imprevedibile: siamo all’anno zero, proprio come quando nacque internet. I cambiamenti sono all’ordine del giorno, ma il fenomeno degli Nft è destinato a durare e a svilupparsi ulteriormente in modo sempre più massiccio. Molti collezionisti, legati all’arte fisica, stanno iniziando a far creare degli Nft legati alle proprie opere, sempre che ne abbiano i diritti. Poi c’è chi invece guarda al mondo degli Nft come forma di investimento. Si stima che ogni giorno vengano scambiati quasi 1 miliardo di dollari in Nft. E noi in Italia siamo indietro rispetto agli Stati Uniti. Nonostante ciò, con MetaWord ci teniamo a presentarci come azienda italiana innovativa che ha creato una tecnologia unica.

A cosa state lavorando ora?

Ci sono molti progetti in cantiere. Stiamo sviluppando ulteriori prototipi di teche e cornici per presentare gli ologrammi, poi ci stiamo divertendo a sviluppare una serie di brevetti legati al mondo degli Nft che sono ora in fase di registrazione. Secondo le mie previsioni, MetaWord verrà quotata in Borsa nell’arco di un anno e mezzo. Siamo un team di 70 persone che lavora con passione, tutti uniti in una sfida che si vince sulla velocità. Non avevamo previsto il successo riscosso durante il Salone del Mobile: ci hanno contattato aziende e imprenditori stranieri, alcuni ci hanno chiesto di comprarci o di diventare nostri soci, ma il nostro è un progetto orgogliosamente italiano, che tra qualche anno potremo esportare all’estero. Abbiamo capito che tantissime persone vogliono vivere l’’esperienza degli Nft, quindi abbiamo deciso di rendere permanente, insieme all’aula del Metaverso, anche la Black Room dove si trovano le teche, trasformandola nella project room di MetaWord. Qui sarà sempre possibile scoprire le nostre sperimentazioni.

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