unobravo
Responsibility

Unobravo diventa società benefit e prosegue il suo impegno nell’abbattere le disuguaglianze di genere

Dal 2019 si propone come un punto di riferimento affidabile, competente ed empatico nella vita delle persone, per aiutarle a raggiungere il benessere psicologico e per supportarle nella crescita personale. Oggi Unobravo, servizio di psicologia online con un team clinico passato da dieci a duemila terapeuti in due anni, prosegue il suo percorso con lo stesso senso di responsabilità sociale e con la volontà di creare valore aggiunto non solo per i propri pazienti, ma anche a livello aziendale. Soprattutto dal punto di vista dell’abbattimento delle disuguaglianze di genere e dell’empowerment femminile. Qualche numero: il 93% del team clinico è costituito da donne, così come il 68% del core team.

“Unobravo è una realtà che mette l’empowerment femminile al centro dei discorsi e delle pratiche e non solo perché numerosi ruoli di riferimento sono ricoperti da donne, ma soprattutto perché in generale siamo attentissimi al benessere di chi lavora con noi, rispettosi del fatto che nessuno debba perdersi alcuna esperienza di vita, come la maternità, per esempio”, afferma Valeria Fiorenza Perris, supervisore clinico, affrontando un tema diventato affaire nazionale, ma che Unobravo valorizza sin dalla sua nascita. “La nostra azienda vuole essere la prima sostenitrice delle donne che lavorano con noi. Le terapeute che collaborano con Unobravo vengono selezionate per il loro valore professionale in qualsiasi fase della vita, come è normale che sia e come dovrebbe essere normale per tutte le aziende”.

L’importanza dell’empowerment femminile e l’attenzione ai professionisti

Creare consapevolezza sia all’esterno, sia all’interno dell’azienda. Questo l’impegno di Unobravo, una realtà che attualmente impiega il 2% dei professionisti iscritti all’Ordine degli Psicologi, che vanta un’equipe con oltre 15 orientamenti terapeutici diversi e un numero di pazienti in costante aumento – dal 2019 gli utenti sono passati da 40 a oltre 30mila. La sua crescita dunque segue due direttrici parallele: da un lato l’offerta per i pazienti di un servizio di terapia che sia il migliore possibile, dall’altro un’esperienza per i professionisti sempre più sostenibile e di qualità. Per fare un esempio pratico, Unobravo riconosce a tutte le consulenti con partita Iva due mesi di congedo retribuito in caso di gravidanza. E molte dipendenti hanno inoltre firmato un contratto di lavoro a tempo indeterminato o ottenuto una promozione, durante il periodo di maternità.

“Leggiamo e ascoltiamo spesso storie di aziende con una percentuale molto bassa di dipendenti donne e sempre ci sorprendiamo e restiamo attoniti”, afferma Corena Pezzella, hr manager. “La nostra incredulità trova conferma nelle candidature e interviste che svolgiamo ogni giorno in Unobravo a donne in qualsiasi settore. Quel forte sbilanciamento accade perché purtroppo in alcune realtà, a parità di competenze, un uomo viene preferito a una donna, costretta ancora troppo spesso a scegliere tra lavoro e famiglia. In Unobravo, l’organico conta più di 100 tra dipendenti e collaboratori full time, con oltre il 60% di presenze femminili. Quando valutiamo l’assunzione di una nuova risorsa facciamo attenzione al carisma, alle esperienze, alle competenze e alla professionalità, non al genere”.

Unobravo e il senso di responsabilità sociale: il messaggio della ceo

La prima a credere in questi principi è Danila De Stefano, ceo e fondatrice di Unobravo. Lei più di tutti è consapevole del forte ruolo sociale di un’impresa che oggi, a conferma del suo impegno, è anche diventata società benefit. Un ulteriore tassello che consente di “mettere nero su bianco il forte senso di responsabilità sociale e creare allo stesso tempo valore aggiunto a livello aziendale”, afferma la ceo. “Spesso mi viene fatta una domanda: quali difficoltà ho incontrato, in quanto donna, nel fondare Unobravo”, continua Danila De Stefano.

“Ancora non ho capito come rispondere a questo quesito, probabilmente perché l’età e le scelte di vita non mi hanno ancora messo davanti a bivi, cosa che invece avviene ed è accaduta per moltissime donne. Si è accesa poi una lampadina in un’occasione, in particolare, durante la quale ho avuto la fortuna di incontrare donne fantastiche, più adulte, con grandi esperienze e una carriera magnifica alle spalle. E a loro hanno rivolto quella domanda specifica. Mi aspettavo di ascoltare risposte molto articolate e complesse sul duro lavoro, sull’audacia, sullo studio e sulle numerose scelte coraggiose e rischiose. Mi ha sorpreso ascoltare, invece, un’unica risposta da parte di tutte, quasi all’unisono, caratterizzata da una semplicità disarmante: ‘Se non avessi avuto un compagno di vita che si è davvero preso carico del 50% del carico familiare, io oggi non sarei qui’. La parità di genere è molto più di numeri, percentuali, diritti e ciò che ascoltiamo oggi, quando ne sentiamo parlare. La parità di genere è, anche e soprattutto, tra le mura domestiche, nella realtà dei fatti di come si gestisce la propria vita e la quotidianità familiare. Parte tutto da credenze profonde e radicate che noi donne, in primis, dobbiamo modificare, superare e per cui dobbiamo lottare affinché si possa ottenere ciò che è giusto per noi stesse. È giusto che una donna possa aspirare a una carriera fantastica ed è giusto avere realmente la possibilità di raggiungerla. Concretamente, non solo a parole”.

Erica Bigi, marketing manager a pochi mesi dalla nascita del suo primo figlio

unobravo
Erica Bigi, managing director dell’area marketing di Unobravo

Erica Bigi, da poco nominata managing director dell’area marketing insieme ad Andrea Negri, incaricato per l’area prodotto, conferma le parole della ceo e fondatrice: “Mi rende molto orgogliosa l’essere entrata a far parte del team, ricoprendo un ruolo di grande responsabilità, a pochi mesi dalla nascita del mio primo figlio”, dice la nuova marketing manager.

“Un’opportunità di carriera che è stata possibile grazie al forte sostegno da parte del mio compagno, con cui condivido in maniera bilanciata la gestione domestica, oltre che alla lungimiranza di Unobravo che, sin dal principio, ha sempre avuto obiettivi ambiziosi, sul fronte sociale e dentro la struttura aziendale”. Soltanto con una cultura inclusiva, con il superamento degli stereotipi estetici e combattendo ogni forma di discriminazione all’interno dell’azienda si possono raggiungere risultati importanti anche al di fuori, a livello sociale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .