Articolo tratto dal numero di luglio 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Le sfide della sanità, tra trasformazioni demografiche e crisi epidemiologiche, incontrano le opportunità che la tecnologia può offrire, dalla telemedicina ai nuovi processi previsti dal Pnrr. In questo contesto, emerge sempre più forte l’esigenza di riorganizzare i modelli di assistenza ed erogazione dei servizi, per costruire una sanità sostenibile ed efficiente che metta il paziente al centro. La missione 6 del Pnrr prevede investimenti per oltre quattro miliardi di euro, destinati all’ammodernamento del parco tecnologico ospedaliero, al potenziamento della digitalizzazione delle strutture sanitarie e al rafforzamento strutturale degli ospedali del Sistema sanitario nazionale (Ssn), per far fronte alle emergenze e alla gestione di oltre 24 milioni di malati cronici. In questo quadro i modelli di collaborazione tra pubblico e privato evolvono. Ne è testimonianza il ruolo di Siemens Healthineers, azienda leader nel settore delle tecnologie mediche, quotata a Francoforte e guidata, in Italia, da Roberta Busticchi, presidente e ad dell’azienda con oltre vent’anni di esperienza nel settore. Nel suo racconto si delinea un futuro nuovo per la sanità nel nostro Paese, guidato da tecnologia e soluzioni innovative a favore dei pazienti.
Come si sta muovendo Siemens Healthineers nel contesto della nuova sanità?
Sviluppiamo partnership di lungo periodo con gli operatori del settore, perché crediamo che la trasformazione sia un processo che deve passare attraverso tutte le fasi di cambiamento con la co-creation. Ovvero attraverso la condivisione della soluzione e con la partecipazione dei rischi del processo produttivo. Ne sono un esempio i modelli di soluzioni mobili per la gestione del territorio, sia nel privato che nel pubblico, attraverso procedure di public private partnership. In questi modelli di collaborazione siamo oggi in grado di realizzare progetti in cui, aldilà della componente tecnologica, supportiamo il sistema sanitario mediante personale tecnico (di laboratorio o radiologia) per garantire l’operatività del servizio. Un esempio concreto è la sfida per la realizzazione delle nuove case di comunità. Siemens Healthineers è in grado di rispondere a questo bisogno accompagnando la struttura in tutte le fasi necessarie per pensare, progettare, ottimizzare, attrezzare, digitalizzare, gestire tecnologicamente e anche, in alcuni casi, finanziare la realizzazione del progetto di trasformazione della medicina territoriale.
Quali sono gli strumenti chiave per trasformare la sanità?
Sono il governo e la connessione di tre nostre specialità: il gemello digitale, la terapia di precisione e l’intelligenza artificiale. La fusione delle nostre tecnologie di imaging ci permette già oggi di creare il gemello digitale di un organo o di un paziente a supporto, per esempio, del processo diagnostico e della pianificazione clinica della procedura. Siamo infatti già in grado di costruire il gemello digitale del cuore di uno specifico paziente, di simularne tutte le funzionalità, come la contrazione muscolare, la conduzione del segnale elettrico o la perfusione. Le simulazioni del gemello digitale aiutano a valutare l’impatto della terapia sul paziente prima di procedere, prevedendone gli effetti e aiutando l’ottimizzazione della cura.
Che ruolo avranno la terapia di precisione e l’intelligenza artificiale?
La terapia di precisione è la chiave per migliorare i risultati sui pazienti nel trattamento di malattie come il cancro, i disturbi neurologici e le patologie cardiovascolari. Potremo quindi adattare le tecnologie di ultima generazione alle necessità di ogni paziente. La tecnologia robotica per la cardiologia interventistica, per esempio, fa riferimento a una libreria dati digitale, creata in anni di attività e di raccolta da parte di operatori esperti: la conoscenza acquisita dal robot consente, grazie ai calcoli algoritmici, per esempio, di ottenere precisione submillimetrica nelle operazioni chirurgiche. Grazie alle simulazioni digitali, avremo accesso a una raccolta dati sempre più rilevante e a una descrizione sempre più precisa di ogni paziente. E la terapia quindi si baserà su dati sempre più completi e attendibili. La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, infine, integrano le due competenze precedenti elevando e potenziando tutte le tecnologie a nostra disposizione, permettendoci di fare il vero salto nel futuro e sviluppando percorsi di cura scalabili e ripetibili.
La sanità digitale è la sfida più grande per l’Italia: quali ingredienti fondamentali andranno sviluppati?
Affinché la sanità digitale si affermi sono necessari almeno tre ingredienti. È innanzitutto necessario disporre di sistemi di gestione dei dati che creino integrazione dove oggi c’è disgregazione, favorendo l’accesso al paziente e al personale medico, ovunque si trovino. Serve poi un’infrastruttura che supporti l’intero percorso di un paziente, dalla visita al percorso ospedaliero, fino ai nuovi percorsi in remoto. Infine, serve garantire la centralità dei medici: la sanità digitale e la telemedicina non sono un percorso informatico, ma medico. Tutto questo dovrà essere disegnato e gestito dai clinici, sia internamente che esternamente alle strutture cliniche e ospedaliere.
Ci sono innovazioni di prodotto che stanno già rivoluzionando l’ambito sanitario?
La tecnologia Photon-Counting, nell’ambito della diagnostica per immagini, è in grado di catturare e leggere ogni singolo fotone
senza doverlo prima convertire in luce, e permette di raggiungere livelli mai visti di qualità di immagine, risoluzione e performance mediante nuovi mezzi di contrasto, con applicazioni in particolare in cardiologia e oncologia. Sarà necessaria una sola acquisizione Tac, evitando quindi di sottoporre i pazienti a più scansioni. Le immagini di follow-up saranno precise e riproducibili per consentire una valutazione corretta del trattamento e non sarà più una sfida studiare e caratterizzare anche le più piccole lesioni. Grazie alla tecnologia e a un nuovo modo di vivere la sanità, promuoveremo la nostra missione: far sì che ogni paziente possa ricevere la terapia di cui ha bisogno, nella maniera più precisa e mirata possibile, ovunque si trovi.
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