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Gli imprenditori italiani ritengono importante la sostenibilità. Ma la maggior parte non ha mai fatto alcun investimento

Gli imprenditori italiani riconoscono il valore della sostenibilità. La maggior parte di loro, però, non ha mai investito in questo campo. Colpa di costi troppo elevati, mancanza di normative e competenze, eccesso di burocrazia. È il quadro che emerge dal primo Osservatorio sulla Clean Technology nelle imprese italiane, studio svolto dall’istituto Eumetra per conto della holding Innovatec Group.

Meno della metà delle imprese investe in sostenibilità

L’indagine ha coinvolto 800 aziende di tutta Italia, soprattutto nei settori dell’industria, dell’edilizia, del commercio e della ristorazione. Tra queste, il 55% è intenzionato a investire di più nella sostenibilità per ottenere vantaggi economici, mentre il 45% si aspetta un miglioramento della propria reputazione. Nel complesso, il 70% delle aziende ritiene che la sostenibilità abbia un impatto positivo sul business e il 42% è convinto che i clienti sarebbero più propensi ad acquistare a fronte di un maggiore impegno nella sostenibilità.

Finora, però, più della metà degli intervistati (55%) non ha compiuto alcun investimento. Più di quattro imprenditori su cinque (83%), poi, dichiarano che l’impresa non ha ancora un piano industriale sul tema della sostenibilità. Il 2% ha invece un programma a breve termine (un anno), il 7% a medio termine (due o tre anni), l’8% a lungo termine (più di cinque anni).

Perché non si investe

Il 63% di chi non investe in sostenibilità indica i principali ostacoli nell’eccessivo costo iniziale degli interventi e nella mancanza di normative di riferimento e tecnologie. Il 38% lamenta inoltre competenze insufficienti, il 31% cita i costi elevati delle materie prime. Tra le barriere più importanti ci sono anche la carenza di incentivi (30%) e l’eccessiva burocrazia (24%).

I settori che più hanno puntato sulla sostenibilità sono quelli dell’energia, dell’agricoltura, dell’alimentare e del tessile. Tra chi ha già investito, gli interventi più gettonati (38%) sono stati quelli sull’efficienza energetica, mentre il 20% ha scelto la parziale o totale riconversione industriale per adottare soluzioni sostenibili. Il 18% ha investito in installazioni di tecnologie pulite, il 9% in processi di economia circolare. Due imprenditori su tre affermano che la quota degli investimenti crescerà in futuro, anche in vista di una crescita commerciale.

Il ruolo del Pnrr

Solo il 16% degli intervistati considera il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) “un’occasione dalle grandi potenzialità”. Quasi l’80% ritiene “molto difficile” che i soldi vengano assegnati e spesi, mentre per il 41% sarà difficile accedere ai fondi.

“Gli imprenditori e le imprese italiane sono perfettamente consci che la transizione energetica e ambientale è l’unica risposta alle sfide di business di oggi e del futuro”, ha commentato Elio Catania, presidente di Innovatec. “Allo stesso tempo, sono altrettanto consapevoli che ciò richiede un intervento strutturale, un ridisegno dei processi aziendali, investimenti significativi e, soprattutto, competenze che oggi mancano nella stragrande maggioranza delle imprese”.

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