Di Samuele Lazzero
Riso ed edilizia. Apparentemente una combinazione strana, inconsueta, avveniristica ma estremamente azzeccata. Avvenne così che, nell’ammirare le distese di riso del biellese, la ceo e cofondatrice di Ricehouse, Tiziana Monterisi, intuì la possibilità di coniugare gli scarti derivanti dalla produzione del riso con il mondo delle costruzioni, creando nuovi materiali naturali a impatto zero. Ricehouse è nata nel 2016 ed è una società benefit che vuole fare da tramite tra la valorizzazione della materia prima e l’applicazione concreta nel mondo edilizio, ponendosi come fine quello di promuovere un cambiamento responsabile.
Creare nuovi materiali direttamente dal riciclo degli scarti della lavorazione agricola
“Il nostro obiettivo principale è la commercializzazione di nuovi prodotti derivati dalla paglia di riso e dalla lolla”, interviene Monterisi. “Noi crediamo fermamente che la responsabilità ambientale, unita all’innovazione tecnologica, possa fornire un’alternativa valida alla crescente necessità di risorse primarie”. È fuor di dubbio che nel settore delle costruzioni vi siano consumi energetici ed emissioni di biossido di carbonio elevati e che, parimenti, la filiera risicola produca un alto tasso di inquinamento. Dopo aver valutato queste problematiche è sorta l’idea di creare nuovi materiali direttamente dal riciclo degli scarti della lavorazione agricola. Un ottimo esempio di economia circolare.
“Il nostro core business è lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti innovativi per le costruzioni, 100% naturali, che si dimostrino tuttavia anche portatori di un’elevata efficienza termica e acustica, di comfort abitativo, salubrità degli ambienti ed eco compatibilità. Accanto a questa business unit ce ne sono altre due: la prima si concentra sulla progettazione di nuovi organismi di vita abitativa autosufficienti e in equilibrio con i sistemi presenti in natura; la seconda su ricerca e attivazione di collaborazioni con aziende in settori diversi dal nostro (design, arredamento e molti altri) che intendano sviluppare soluzioni innovative attraverso la conversione dei sistemi produttivi, secondo nuovi paradigmi di sviluppo sostenibile”.
Ricehouse, il valore della bio-architettura nei progetti di rigenerazione urbana
Gli edifici vengono realizzati, struttura portante a parte, in riso. Ne sono stati costruiti un centinaio dal 2016 in poi, prevalentemente nel Nord Italia ma con la prospettiva di arrivare in nuovi mercati. Tra i progetti ce n’è uno recente che merita un cenno: quello della rigenerazione sociale ed urbana delle torri di via Russoli, a Milano.
“Con questo progetto vogliamo relazionarci con più soggetti. In primis i professionisti delle costruzioni, ai quali vogliamo far conoscere i materiali, le tecnologie e il nostro concept progettuale; e poi vogliamo coinvolgere anche gli stessi condomini nella trasformazione delle coperture in tetti verdi, attraverso un processo di co-design. Vogliamo sensibilizzare la cittadinanza sulla bio-architettura e sul valore dell’integrazione del verde nel contesto urbano attraverso attività formative che proporremo quest’anno e nel 2024, partendo dal presupposto che il cambiamento si debba effettuare all’interno delle città e, in particolar modo, in quelle zone più abbandonate a se stesse: le periferie”.
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