Articolo tratto dal numero di aprile 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
È stata la prima azienda italiana a portare il design d’autore nell’arredamento outdoor, nobilitandolo e trasformandone per sempre la percezione comune. Emu, azienda nata oltre 70 anni fa a Marsciano, in Umbria, ha fatto la storia dell’arredamento da esterni.
Ne è stata la protagonista indiscussa, con alcune sedute entrate nell’immaginario collettivo popolare come la poltroncina Rio, progettata negli anni ’70 e distribuita in tutto il mondo (è stata ritratta nella copertina del vinile Una donna per amico di Lucio Battisti), e la sedia Ronda, un classico dei terrazzi italiani a partire dagli anni ’90. E pensare che il percorso dell’azienda è nato nel Dopoguerra in tutt’altro settore.
Emu, il design nei giardini di milioni di italiani
“Durante gli anni della ricostruzione, Aldo, Angelo Biscarini e Dante Menconi hanno fondato l’Elettro-Meccanica Umbra per la produzione di apparati radio-militari. Negli anni ’60 il mercato era cambiato e l’azienda si è evoluta di pari passo. L’arredamento è diventato quindi l’elemento chiave del boom economico. Viene messo a punto un sistema di protezione del metallo dagli agenti atmosferici e così è nato il primo impianto di plastificazione in Italia, processo che sarà applicato alle prime collezioni in ferro plastificato”, spiega Stefano Zajotti, design & communication manager e azionista di Emu.
Così, dagli anni ’60 in poi, Emu ha prodotto centinaia di collezioni per l’arredamento da esterni che sono entrate nei giardini di milioni di italiani e non solo. Un successo che negli anni ’80 ha portato all’inaugurazione di uno stabilimento di 50mila metri quadrati, oltre allo sviluppo di grandi impianti produttivi automatizzati per servire una più vasta distribuzione internazionale.
La produzione resta al 100% italiana
Il nuovo millennio, partito con una profonda internazionalizzazione e con l’acquisizione del pacchetto di maggioranza dell’azienda da parte del fondo L Capital del gruppo francese Lvmh, ha condotto a importanti collaborazioni con i più grandi interpreti del design tra cui Christophe Pillet, Rodolfo Dordoni, Paola Navone e Patricia Urquiola. Proprio da qui è nato il concetto di ‘lusso accessibile’ che ha portato ad attribuire un valore maggiore all’arredamento da esterni, non più solo funzionale, ma anche espressione di eleganza e ricercatezza.
Negli anni, il continuo susseguirsi di innovazioni, unito all’alta qualità dei prodotti, ha consentito a Emu di resistere alle crisi, mantenendo la produzione 100% italiana. “L’italianità è da sempre un punto cruciale nella produzione e nella filosofia aziendale. Emu oggi realizza e controlla tutte le fasi della produzione sia nel suo stabilimento di Marsciano, nel cuore dell’Umbria, sia presiedendo a tutte le fasi di lavorazione nelle diverse sedi dell’indotto, in un network integrato secondo i più moderni modelli di organizzazione produttiva. L’azienda segue un rigoroso monitoraggio, dai test durante le fasi di progettazione e lavorazione ai processi di cataforesi e verniciatura, fino alla validazione del prodotto finito”.
Fatturato in crescita e scoperta di talenti emergenti
Nel 2017, poi, è arrivata un’importante svolta: alcuni manager dell’azienda, insieme alla finanziaria della famiglia fondatrice Biscarini, hanno acquisito il 100% delle azioni. È stato l’inizio di una nuova fase dettata da ulteriori progressi tecnologici, oltre a rilevanti investimenti nel settore produttivo. Nel 2018 è stato inaugurato il Design&Simulation Centre, cuore pulsante e centro di progettazione e ricerca di Emu, uno spazio di circa 1.000 metri quadrati che ha l’obiettivo di valorizzare il lavoro di ricerca sul prodotto e l’impiego dello stesso in diversi contesti.
“Il Centro vuole anche dare nuovo impulso alle attività di ricerca e sviluppo dell’attuale reparto di progettazione, in uno spazio dove tecnici e designer possano trovare ispirazioni per la continua evoluzione di processi e prodotti. Emu punta anche alla scoperta di talenti emergenti e al rapporto di collaborazione con università e centri di design, in un proficuo scambio tra giovani menti e un’azienda che esporta in tutto il mondo la cultura italiana del vivere all’aperto”. Una cultura che, complice la pandemia, si è diffusa ancora più capillarmente, consentendo a Emu di raggiungere nuovi traguardi.
“Il fatturato degli ultimi anni ha subito un forte aumento dovuto anche alla riscoperta del vivere all’aria aperta, che durante la pandemia ha stimolato la ricerca di spazi esterni e la volontà di migliorarne l’utilizzo, anche grazie alla piacevolezza dei nostri prodotti. Una combinazione che ha portato un’escalation di fatturato: da 31 milioni nel 2019 a 40 nel 2021, fino a 49 milioni dell’ultima stima di bilancio del 2022”.
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