Danilo Iervolino
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Cosa faresti se avessi all’improvviso un miliardo di dollari? La storia dell’imprenditore Danilo Iervolino

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Forbes Usa ha inserito l’editore di Bfc Media, Danilo Iervolino, nella classifica dei Billionaires. Di seguito l’ampio articolo che gli ha dedicato.

Il 28 ottobre 2021, Danilo Iervolino ha firmato un documento che ha cambiato la sua vita. Due anni dopo aver venduto alla società di private equity CVC Capital Partners una quota del 50% nella sua società Multiversity, che aveva fondato e sviluppato fino a farla diventare una delle più grandi università online d’Europa, ha venduto la parte rimanente a CVC per 1,3 miliardi di dollari. Con un tratto di penna, ha rinunciato all’attività che aveva dedicato 15 anni della sua vita a costruire e si è ritrovato sommerso dal denaro e di fatto disoccupato.

Al netto delle tasse, a Iervolino è rimasto circa un miliardo di dollari, che gli è valso sulla stampa italiana il soprannome di “Mister Miliardo”. Ma poi è arrivata la parte difficile: Come avrebbe speso il suo nuovo patrimonio il neo-miliardario?

Adagiato comodamente su un divano bianco nel salotto dorato della sua villa nel centro di Roma, Iervolino, 45 anni, riflette sulla vendita. “Volevo nuove sfide”, racconta a Forbes, vestito in abito nero a cui fanno da contrasto una cravatta gialla e un fazzoletto da taschino rosso. “Mi piace reinventarmi in molti settori diversi”.

Dal calcio all’editoria

Ora il nuovo miliardario italiano si sta dedicando alle sue passioni, studiando piani per – come dice lui stesso – “rivoluzionare” attività in una serie di settori. Diciotto mesi dopo la vendita Iervolino ha speso almeno 200 milioni di dollari per qualsiasi cosa: da una squadra di calcio a un’azienda specializzata nella cybersecurity, da una società immobiliare a una società di media che possiede una delle riviste più famose del Paese. Egli dice di volersi concentrare nel campo della tecnologia, investendo in diverse startup e fondi di venture capital; tuttavia, la maggior parte della sua ricchezza è liquida: Forbes stima che Iervolino abbia un patrimonio di 1 miliardo di dollari, di cui più di due terzi in liquidità e azioni.

La sua abitazione principale, a pochi passi dal Foro Romano nel cuore della Città Eterna, è un altro suo nuovo acquisto. Decorato da soffitti affrescati e statue di marmo, il palazzo romano di Iervolino manda anche un chiaro messaggio a chi ancora non lo conosce: l’imprenditore rampante proveniente da una provincia del Sud Italia, praticamente sconosciuto prima della vendita di Multiversity, ora si considera una presenza importante sulla scena nazionale.

“Ho bisogno di stimoli, sono un vero startupper, e quindi sono un sognatore che non smette mai di lottare”, afferma. “Volevo fare qualcos’altro, così sono diventato un investitore”.

La biografia di Iervolino

Nato nel 1978 a Palma Campania (16.000 abitanti), ai piedi del Vesuvio, Iervolino è cresciuto in una famiglia che attribuiva particolare importanza all’istruzione. Suo padre Antonio era un avvocato che gestiva una rete di scuole private nella zona. Iervolino ha frequentato le scuole pubbliche nella sua città natale, studiando materie umanistiche, latino e greco antico, prima di andarsene da lì per conseguire una laurea in economia all’ Università degli Studi di Napoli Parthenope, a un’ora di macchina di distanza.

Dopo la laurea, ha trovato il suo primo lavoro presso la vicina Università di Salerno, grazie a un professore che era rimasto colpito dalla sua tesi universitaria sul franchising e che conosceva suo padre. Fu allora che iniziò a sviluppare programmi di master online, compiendo la sua prima incursione nel mondo della formazione online.

In seguito, agli inizi degli anni 2000, ci fu per lui un viaggio cruciale negli Stati Uniti, dove si rese conto che l’apprendimento online era un fenomeno già ampiamente accettato, diversamente da quanto accadeva in Italia. “Amo gli Stati Uniti, il modo in cui l’America celebra l’ingegno, la creatività e il successo”, racconta Iervolino. “Ho studiato l’Università di Phoenix come modello, un’idea di formazione online, vista come efficace ed efficiente, in cui la gente già credeva. L’Italia era lontana anni luce da tutto questo”.

La nascita di Pegaso

Ben presto, però, la situazione iniziò a cambiare. Nel 2003 il governo italiano approvò una legge che consentiva di creare università online nel Paese. Nel 2006 Iervolino decise di mettere in pratica le sue idee, unendo le forze con i fratelli per fondare un’università online denominata Università Pegaso, meglio conosciuta come Pegaso.

Ma quelli furono tempi duri per Iervolino, subito dopo la morte del padre. “Purtroppo mio padre non è vissuto abbastanza a lungo per poter vedere la mia università”, racconta. “Questo è il mio più grande rimpianto, perché stavo realizzando il mio sogno di diventare imprenditore”.

Dopo la morte del padre, Iervolino e i suoi fratelli risistemarono le proprietà di famiglia e lui acquistò la loro quota del 10% nella società. Fu un inizio lento: Nell’anno accademico 2006-07, Pegaso aveva solo 65 studenti, secondo i dati del Ministero dell’Istruzione italiano.

“I primi anni sono stati difficili perché i professori più bravi non volevano insegnare in un’università online”, riferisce Iervolino. “Gli studenti la vedevano come un’opzione di ripiego”.

Gli anni della svolta

Il numero è cresciuto lentamente e nel 2010 la scuola offriva circa 200 corsi a più di 1.200 studenti. Poi la crescita è esplosa. Nel 2013 Pegaso vantava più di più di 30.000 studenti iscritti ai suoi corsi. Due anni dopo, Iervolino ha acquisito Universitas Mercatorum, un’università online fondata dalle Camere di Commercio italiane e rivolta a imprenditori e lavoratori interessati a una formazione part-time.

“Aggiungevamo ogni anno un numero crescente di studenti, c’era maggiore qualità”, racconta Iervolino. “Abbiamo continuato a investire in tecnologia, strutture, personale e professori, e in pochi anni abbiamo raggiunto il successo”.

Nel 2019 la società Multiversity di Iervolino – che comprende sia Pegaso che Mercatorum – contava 80.000 studenti e 70 sedi d’esame sparse in tutta Italia. Ciò l’ha resa la seconda università più grande del Paese, dopo la storica Università Sapienza di Roma, fondata nel Quattordicesimo secolo. Pegaso ha battuto i suoi concorrenti più “anziani” anche sul piano dei prezzi: l’università offre una gamma di sconti, richiedendo il pagamento di una retta annuale di 1.700 dollari per gli studenti che si iscrivono per la prima volta tra i 17 e i 20 anni e di 2.200 dollari per gli studenti iscritti a sindacati e associazioni professionali. Questo può renderla più conveniente per molti potenziali candidati, rispetto alle università pubbliche che costano circa 1.000-4.400 dollari all’anno, a seconda del reddito, e alle scuole private che costano tra i 6.600 e i 21.800 dollari.

Il Covid e l’apprendimento a distanza

Questo successo ha attirato l’interesse degli investitori. Nell’agosto 2019, Iervolino vendette a CVC Capital Partners per 250 milioni di dollari una quota del 50% in Multiversity. Poco dopo, nel marzo del 2020, il governo italiano imponeva un lockdown nazionale senza precedenti per fermare la diffusione del Covid-19. Ma ci fu un aspetto positivo per Iervolino: mentre gli studenti e i professori erano bloccati a casa, l’intero Paese fu costretto ad affidarsi all’apprendimento a distanza.

“Fu un periodo difficile per tutti. L’Italia ha vissuto momenti drammatici prima di qualsiasi altro Paese”, ricorda Iervolino. “L’apprendimento online è stato visto come la nostra salvezza, l’unico strumento su cui potevamo puntare per evitare il blocco del sistema educativo”.

Mentre l’Italia iniziava la sua campagna vaccinale e riapriva lentamente nel 2021, la Multiversity di Iervolino aveva superato il traguardo dei 100.000 studenti. Stimolata dal passaggio all’istruzione a distanza indotto dalla pandemia, era diventata una delle più grandi università online d’Europa, registrando un fatturato di 289 milioni di dollari per quell’anno, con un aumento del 24% rispetto all’anno precedente.

La vendita dell’intera azienda

Iervolino sentiva di aver realizzato ciò che si era prefissato, costruendo un colosso dell’apprendimento onlineche aveva trasformato il panorama dell’istruzione in Italia. Così, quando CVC gli offrì di rilevare la sua quota residua in Multiversity, gli sembrò il momento giusto per andarsene: nell’ottobre 2021 vendette l’intera azienda, incassando il prezzo per la sua quota residua.

“Mi hanno chiesto di rimanere come presidente, ma la mia curiosità per altri settori e il mio desiderio di esplorare altre iniziative… hanno fatto sì che, per il bene dell’università, non avessi più incarichi diretti”, racconta.

Iervolino si è ritrovato con più di un miliardo di dollari da investire e tutto il tempo per decidere come spenderli. Tuttavia, il suo primo grande acquisto è nato apparentemente per un capriccio: due mesi dopo la vendita, ha acquistato la squadra di calcio della Salernitana per 11 milioni di dollari. Questa squadra, con sede nella città di Salerno dove Iervolino aveva lavorato dopo la laurea, rischiava di retrocedere dalla Serie A qualora non si fosse riusciti a trovare un nuovo acquirente entro la mezzanotte del 31 dicembre 2021. Iervolino è quindi intervenuto, salvando il club con un accordo dell’ultima ora poco prima della scadenza.

L’ingresso in Bfc Media

In seguito, a fine marzo 2022, Iervolino ha acquistato il 51% di Bfc Media, un gruppo quotato in borsa operante nel settore dei media che possiede i diritti delle edizioni italiane di Forbes e della rivista di lifestyle Robb Report. Due mesi dopo si è dimesso dal consiglio di amministrazione di Multiversity e ad agosto ha aumentato la sua partecipazione in BFC fino al 72%, spendendo un totale di 10 milioni di dollari.

“Ci siamo sempre rispettati a vicenda e quando [ha venduto Multiversity] mi è sembrato la persona giusta per portare avanti l’azienda che avevo fondato”, dichiara Denis Masetti, 67 anni, editore di Bfc Media, che ha fondato l’azienda nel 1995 e ne detiene ancora una quota di minoranza. “Per età, determinazione e capacità, Iervolino è l’uomo giusto”.

Mentre aumentava la proprio partecipazione in BFC Iervolino ha anche effettuato la sua acquisizione ad oggi più prestigiosa. Lo scorso giugno, insieme a BFC Media, Iervolino ha acquistato per circa 5 milioni di dollari L’Espresso, la principale rivista di giornalismo investigativo in Italia. L’affare ha suscitato polemiche perché nel 2015 Iervolino aveva citato L’Espresso per diffamazione, chiedendo 43 milioni di dollari di danni per un articolo del 2014 che criticava Pegaso. Iervolino perse la causa e decise di non ricorrere in appello. Lo scorso dicembre i giornalisti de L’Espresso hanno scioperato per protestare contro la sostituzione del direttore della rivista. “Lo sciopero è un diritto”, dichiara Iervolino. “Magari c’è stata qualche incomprensione, ma tutto è stato risolto”.

Lo sciopero fu revocato a febbraio, quando il comitato editoriale annunciò che le “fruttuose trattative” tra la direzione e il sindacato della rivista avevano portato all’assunzione di diversi giornalisti. Secondo Masetti e Iervolino, BFC non ha licenziato alcun dipendente di L’Espresso e sta cercando di espandersi ulteriormente, aggiungendo anche podcast e migliorando la presenza online della rivista. Egli considera le proprie partecipazioni nelle società di media al pari dei suoi investimenti nelle startup: un’opportunità per stravolgere un settore stazionario che ha bisogno di un approccio tecnologico. “Il settore dei media sta attraversando una rivoluzione, ma non ci sono rivoluzionari”, aggiunge Iervolino.

Gli altri investimenti

Gli altri suoi investimenti includono una partecipazione nella società di cybersecurity DuskRise, con sede a New York, nell’incubatore di startup Digital Magics e nei fondi di investimento tecnologici italiani Alchimia, Nextalia e Vertis. “Investo in società che sposano pienamente la rivoluzione digitale, in particolare la cybersicurezza e la telemedicina”, afferma.

Con centinaia di milioni di dollari in denaro liquido, Iervolino sta ancora riflettendo sulla sua prossima mossa. Il suo acquisto più recente è uno yacht di 47 metri per 19,5 milioni di dollari, che gli sarà consegnato all’inizio del prossimo anno. Ma ovunque lo portino i suoi interessi, egli è convinto che i giovani imprenditori italiani avranno più opportunità di raggiungere il successo, e vuole aiutarli a cogliere la loro occasione per sfondare, proprio come ha fatto lui.

“Vedo davvero il mondo diviso in due. Ci sono le persone positive, che hanno passione e furore nel sangue, che sono quelle che ce la fanno. E poi ci sono i pessimisti, i tecno-scettici”, dice. “Io sono sempre dalla parte degli ottimisti. Vedo un futuro roseo per i giovani e soprattutto per l’Italia”.

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