Cristian Specogna
Small Giants

L’azienda familiare nata nel 1963 che esporta in 40 paesi e mette al centro qualità e materia prima

Articolo tratto dall’allegato Small Giants del numero di maggio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Salde radici locali ma un respiro internazionale. Un’azienda a gestione familiare che può contare su tre generazioni di impegno e passione ma che allo stesso tempo ha una mentalità e una visione giovane senza dimenticare il proprio passato. Sono le ‘due facce della stessa bottiglia’, quella targata Specogna: una realtà friulana che partendo dai Colli Orientali esporta prodotti in tutto il mondo.

Nasce da terreni straordinariamente vocati alla viticoltura per composizione ed esposizione al sole. Tutti elementi che consentono di definire un prodotto unico, oggi amato in ogni angolo del pianeta. Perché c’è un’altra parola d’ordine in casa Specogna: la qualità. È la base da cui partire per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi, come conferma l’inserimento di Cristian Specogna nel gruppo dei 50 migliori vignaioli al mondo. “Una bella sorpresa che mi ha emozionato”, commenta. “Il segreto? Darci dentro senza mai fermarsi, sviluppare i propri progetti aprendo la visuale, confrontandosi e dialogando con tutti. È fondamentale comprendere quale sia il livello rispetto a chi lavora nel nostro campo, cercando di capire dove è necessario migliorare. E poi puntare a farci conoscere sempre di più”.

Specogna: il percorso iniziato nel 1963 in provincia di Udine

I numeri sottolineano una condizione di eccellenza: 25 ettari coltivati a vigneti, 130mila bottiglie vendute in oltre 40 paesi. Il marchio Specogna ha sfondato i confini europei ed è conosciuto e apprezzato in Giappone, Australia, Messico e Caraibi. Il fatturato attuale è di un milione e mezzo e registra una crescita annua media del 15-20%. Un miglioramento continuo e costante che ha permesso all’azienda di svilupparsi anche in mercati fino a qualche anno fa poco conosciuti.

L’espansione è dettata da una mentalità nuova e basata sulle idee di Cristian, 36 anni, e del fratello Michele, 42, bravi a sviluppare il percorso iniziato dall’intuizione di Leonardo Specogna di investire nel 1963 sulle colline della Rocca Bernarda a Corno di Rosazzo, in provincia di Udine. La ricetta? Semplice da dettare, difficile da mettere in pratica: impegnarsi con passione e voglia di migliorarsi. Ma soprattutto credere fortemente in un prodotto che abbia come base portante una qualità assoluta.

“È fondamentale per noi, direi determinante”, conferma Cristian. “Siamo ancorati saldamente al contesto friulano e non è possibile sui nostri territori produrre quantità enormi. Per questo dobbiamo mettere in ogni bottiglia la massima qualità”. Ma oggi non è sufficiente, è necessario essere bravi anche a definire lo step successivo. “Diventa decisivo pure comunicare nel modo corretto e mostrare idee chiare. Un tempo era sufficiente produrre un vino di livello, adesso l’offerta è infinita e il consumatore fatica a districarsi fra una gamma enorme di proposte. Per questo motivo è importantissimo anche spiegare nel modo corretto quali sono le caratteristiche che ci contraddistinguono”.

Un vino biologico e biodinamico

Oggi tutti parlano di prodotti biologici e biodinamici. L’azienda friulana punta su questi due aspetti da anni, quando ancora pochi ne conoscevano il valore. Per questo motivo, dei 30 ettari di proprietà tre sono lasciati a bosco, fattore rilevante per la regolazione climatica delle zone limitrofe e per un equilibrio di flora e fauna. Inoltre sono stati piantati ulivi, ciliegi e piante di rose che aiutano a stabilizzare la tenuta dei pendii collinari, di base molto sensibili a causa della facile erosione. E il monitoraggio costante dei vigneti ha permesso di diminuire sensibilmente il numero di trattamenti effettuati nel corso di una stagione oltre al quantitativo di prodotto necessario a ogni passaggio.

In casa Specogna c’è un altro punto di partenza inderogabile: non si finisce mai di imparare. La curiosità, l’attenzione e la voglia di collocare l’asticella sempre un po’ più in alto sono un mantra per l’azienda friulana. Una volta raggiunto l’obiettivo non ci si accontenta, ma un passo alla volta si prosegue la scalata verso la vetta successiva, per godere di un panorama ancora più incantevole.

“Più si gira il mondo con gli occhi di chi vuole imparare e più si comprendono le proprie peculiarità e le proprie tradizioni. Io viaggio spesso e mi piace paragonare la nostra realtà a quella dei colleghi, è un aspetto fondamentale per comprendere quale potrebbe essere il nostro valore aggiunto”. Bianco Identità, Pinot grigio Ramato, Duality (un Sauvignon blanc), Rosso Oltre, Pignolo, Picolit, sono gemme dell’enologia italiana tutte targate Specogna.

Prodotti che derivano da un grande lavoro e hanno all’interno di tutte le bottiglie anche un ingrediente molto difficile da replicare: “La nostra passione. Perché se non hai il fuoco dentro non riesci a dare vita a un prodotto unico. Il nostro è un mestiere che richiede sacrifici, non esistono weekend e lavori in stagioni in cui gli altri sono in vacanza, per questo va fatto con conoscenza, testa ma anche tanto cuore. E poi è fondamentale puntare sulla determinazione, non bisogna mai mollare di fronte alle difficoltà. Se davvero ci credi devi portare avanti le tue idee; non esiste futuro per chi si mette a seguire mode che cambiano ogni due anni”.

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