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I chip di Arm sbarcheranno a Wall Street: SoftBank prepara un’ipo da 60 miliardi

Si annuncia come la maggiore operazione di Ipo tecnologica dell’anno negli Stati Uniti. E ci si aspetta che riaccenda l’interesse per le quotazioni nel settore, in un periodo non florido per i mercati. Si tratta di Arm, il produttore britannico di chip, controllato dalla giapponese SoftBank, che ha presentato i documenti per l’offerta pubblica iniziale sul Nasdaq.

Il monopolio sul mercato dei chip e l’Ipo

Arm – stando a quanto riferisce Bloomberg – prevede di iniziare il processo di quotazione la prima settimana di settembre e fissare il prezzo dell’Ipo la settimana seguente. Non sono stati ancora rivelati i termini proposti per l’operazione, ma si prevede che la valutazione sarà compresa tra i 60 e i 70 miliardi di dollari. L’obiettivo di raccolta sarà di circa 10 miliardi.

Arm nel 2016 è stata acquisita nel 2023 per 32 miliardi di dollari dalla giapponese Softbank, guidata dal fondatore miliardario Masayoshi Son – tra gli uomini più ricchi del Giappone, con un patrimonio stimato da Forbes di 24,8 miliardi di dollari. Oggi Arm ha quasi un monopolio sul mercato dei chip e ne detiene una quota di mercato del 99%. “Stimiamo che circa il 70% della popolazione mondiali utilizzi prodotti basati su Arm”, ha affermato la società nel documento citato dal Financial Times. Softbank, ricercando partner che possano investire nell’Ipo, ha tenuto colloqui con vari gruppi tecnologici, tra cui Amazon, Intel e Nvidia.

Masayoshi Son punta all’AI

L’azienda britannica con sede a Cambridge ha registrato un fatturato di 2,7 miliardi di dollari nell’anno fiscale che si è chiuso il 31 marzo, in calo dell’1% su base annua. L’utile netto a 524 milioni di dollari è sceso del 5%. La società, sempre al 31 marzo 2023, contava circa 5.963 dipendenti  in Nord America, Europa e Asia, con circa l’80% dei dipendenti concentrati su ricerca, progettazione e innovazione tecnica.

“Si sta avvicinando il momento di passare alla controffensiva. Voglio che SoftBank guidi la rivoluzione dell’intelligenza artificiale”, aveva affermato Masayoshi Son. E, nonostante il business degli smartphone sia in calo e le vendite siano diminuite, Arm sembra essere appetibile per gli investitori tecnologici che puntano all’AI. Son ha infatti parlato di Arm come di una società che potrebbe avere “una crescita esponenziale”.

Chi è Masayoshi Son, il fondatore di Softbank

Masayoshi Son è tra gli uomini più ricchi del Giappone, con un patrimonio stimato da Forbes di 20,9 miliardi di dollari nel 2023.

È nato in una piccola città del Giappone, ma i suoi nonni erano emigrati coreani. E, come tutti gli zainichi (così vengono chiamati i coreani che vivono in Giappone), furono costretti a cambiare il proprio cognome e adottarne uno giapponese: Yasumoto.

In un’intervista al Nikkei, Son affermava: “Mi sono chiamato Masayoshi Yasumoto fino ai sedici anni, quando sono partito per gli Stati Uniti. Poi ho deciso di avviare un’impresa in Giappone, ho dovuto prendere una decisione importante: se continuare con il cognome giapponese Yasumoto oppure con quello dei miei antenati, Son”.

Come racconta lo scrittore giapponese Atsuo Inoue, l’infanzia di Son fu segnata dalla povertà. Poi gli studi a Berkeley, dove si è laureato nel 1980 in economia studiando anche informatica. Da studente ha inventato, con l’aiuto di alcuni professori, un traduttore elettronico che poi ha venduto a Sharp Corporation per 1,7 milioni di dollari.

Com’è nata SoftBank

Nel settembre del 1981, a soli 24 anni, Son ha fondato SoftBank, che nel giro di pochi anni divenne tra le prime in Giappone nel mercato software per pc. Da quel momento, Son ha investito in molte società tecnologiche, tra cui Yahoo!, Alibaba, di cui oggi detiene il 14,6%, dopo aver ridotto la partecipazione del 23,7%. Attraverso SoftBank Son gestisce il Vision Fund (che l’anno scorso ha perso 30 miliardi), fondo di investimento che l’Economist definì “il frutto di una insolita alleanza fatta nel 2016 tra Son e Muhammad bin Salman”, figlio del re dell’Arabia Saudita, principe ereditario e ideatore di “Vision 2030”.

Adesso Son vuole riportare in Borsa Arm e punta tutto sull’intelligenza artificiale. “Alcune persone hanno detto che l’acquisizione di Arm con ingenti fondi era inutile, ma ora è sulla strada per raggiungere una crescita esplosiva”, ha affermato.

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