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La salute maschile tra tabù e prevenzione: l’importanza di informarsi

Articolo tratto dal numero di novembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Novembre è il mese dedicato alla salute maschile, un aspetto sul quale restano ancora molti tabù, nonostante una ricca offerta sanitaria. L’Ospedale San Raffaele è impegnato in campagne di prevenzione e collaborazioni con aziende per permettere a sempre più persone di accedere a informazione e consapevolezza, a beneficio della propria salute. Forbes ha intervistato Federico Esposti, direttore operativo dell’ospedale, neurofisiologo e manager, laureato in ingegneria biomedica, e Andrea Salonia, specialista in urologia e in endocrinologia e malattie del ricambio con indirizzo andrologico.

Esposti, quali tabù rimangono a proposito della salute maschile?
Sono tabù culturali. L’offerta sanitaria è simmetrica tra maschi e femmine, ma i maschi tendono a usufruire meno dei servizi sanitari, in particolare per quello che riguarda la prevenzione, con una parziale eccezione riguardo ai check-up. Le nuove generazioni sono però molto attente alla prevenzione. Nella popolazione over 55, in ambito urologico, fa fatica a emergere l’idea che la prevenzione sia importante. Campagne di awareness pubblica, come Movember, il mese di sensibilizzazione per il tumore alla prostata, sono utili per cambiare mentalità.

Che ruolo possono svolgere le aziende?
Parte della spesa sanitaria dovrà essere supportata dalle aziende. Lo vediamo negli indirizzi strategici del governo, in cui c’è una progressiva riduzione dei fondi di finanziamento del Ssn e, in contemporanea, una defiscalizzazione delle spese per i lavoratori. Oltre a offrire check-up aziendali, lavoriamo con grandi società proponendo specifiche campagne, sensibilizzando verso alcuni comportamenti, ad esempio nel campo della nutrizione o dello screening. Le aziende chiedono check-up ottimizzati per i propri lavoratori, anche perché sta crescendo la consapevolezza rispetto ai fattori ambientali.

Che tipo di prodotti o servizi offre l’Ospedale San Raffaele in questo campo?
Il check-up maschile è il prodotto più rilevante: gli interventi svolti tra i 40 e i 60 anni sono più efficaci rispetto a quelli compiuti quando la malattia si manifesta in età più avanzata. Prevenzione e trattamento rappresentano i percorsi principali. L’altro ambito è quello della fertilità, con percorsi per individui e coppie, con urologo e ginecologo. Molti percorsi iniziano o vengono in parte svolti con il digitale: questo permette di lavorare in modo facile per il paziente, ad esempio per i follow-up.

Salonia, quali opportunità offre lo studio della genetica rispetto alla salute maschile?
La salute maschile è composta da diversi aspetti, da quello riproduttivo a quello oncologico. Lo studio della genetica è oggi importante nell’ambito della genitorialità al maschile e, nello specifico, nell’infertilità da fattore maschile, nelle diverse forme. In questi casi, sono suggeriti esami genetici dedicati all’analisi del cariotipo, cioè dei cromosomi ereditati dai genitori. La genetica è rilevante anche sul versante del rischio oncologico, come nel tumore della prostata. In più ha messo in evidenza mutazioni più o meno rilevanti nella determinazione dello stato di salute degli uomini, a partire dall’essere geneticamente e fenotipicamente maschio, come può non accadere nelle persone con disordini dello sviluppo sessuale.

Che trend vede rispetto alle patologie del sistema genito-urinario maschile?
È stata descritta una crescita delle patologie del sistema genito-urinario maschile. Ciò è da imputare, in primis, a una maggiore conoscenza, che spesso equivale a consapevolezza, ma talvolta non arriva a un livello specifico. Ad esempio, la scoperta del biomarcatore Psa ha determinato un incremento del numero di cancri della prostata, perché si è potuto usare un marcatore specifico per l’organo, sebbene non per la malattia. In altra forma, vale anche per i tumori testicolari, circa il 3% dei tumori maschili, in crescita in parallelo all’incremento dell’infertilità maschile, causa del 50% dell’infertilità di coppia. È maggiore anche la conoscenza della malattia renale, scoperta nel corso di screening del rene effettuati con ecografie addominali con fini totalmente diversi.

Ci sono comportamenti che possono ridurre i rischi di patologie dell’apparato urinario-riproduttivo maschile?
Una sana alimentazione riduce il rischio di obesità e sindrome metabolica, strettamente associate alle patologie maschili. Drastica l’associazione tra fumo di sigaretta e tumore della vescica, della via escretrice, della prostata e del pene. La promiscuità sessuale si associa a un incremento del rischio di malattie sessualmente trasmesse pericolose, come l’Hpv, e quindi il rischio di condilomatosi genitale e anale, i germi intracellulari, con alterazione della capacità riproduttiva, e un maggior rischio di sofferenza della mucosa dell’uretra. Drammatiche le conseguenze dell’assunzione di farmaci steroidi anabolizzanti, generalmente usati per aumentare la massa muscolare: possono determinare un danno alla funzione testicolare, talvolta non reversibile.

Come possiamo convincere chi ci è vicino a occuparsi della propria salute?
Gli esempi sono importanti. Penso ad Achille Polonara, campione di basket, e a molti sportivi con un tumore al testicolo. L’autopalpazione del testicolo è fondamentale, così come le campagne che mostrino come la salute maschile cambi col passare degli anni. E poi compagne e compagni, perché possano fare da promotori della necessità di visite e controlli. Infine, l’esempio familiare, l’igiene, l’accudimento del proprio corpo, il volersi bene, che al maschile è spesso più una questione di narcisismo che non di salute, purtroppo. Urologo e andrologo sono i nostri amici medici: non bisogna averne paura o vergogna. Bisogna farne buon uso e imparare a frequentarli con periodicità, a tutte le età.

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