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Healthcare

Dalla medicina tradizionale a quella personalizzata e predittiva: così il San Raffaele cambia l’approccio alla salute

Articolo tratto dal numero di luglio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

È una rivoluzione quella che l’ospedale San Raffaele, policlinico accreditato con il Sistema sanitario nazionale (Ssn), parte del gruppo San Donato, sta portando avanti nel campo della medicina: dall’intervento sul sintomo alla prevenzione, sviluppando un approccio nuovo con un impatto su processi, prodotti e, soprattutto, persone.

Per comprendere le opportunità abbiamo intervistato Federico Esposti, direttore operativo dell’ospedale, neurofisiologo e manager, laureato in ingegneria biomedica, e Lorenzo Dagna, primario dell’unità di immunologia, reumatologia, allergologia e malattie rare.

Esposti, come sta cambiando l’approccio della salute verso il paziente e quali trend vede per il futuro?
L’ospedale sta lavorando a una continua innovazione dei processi clinici, in particolare sviluppando la medicina di precisione e personalizzata e la medicina proattiva o predittiva. Con medicina di precisione intendiamo l’introduzione di tecniche avanzate di diagnostica, genetica e biologia molecolare per ottimizzare il percorso di cura del paziente, tenendo in considerazione il background genetico, la storia familiare, gli stili di vita e l’ambiente, migliorando efficacia ed efficienza del trattamento. La medicina predittiva applica il concetto di personalizzazione al campo della prevenzione. La medicina con approccio tradizionale opera per allungare la vita, aspetta che il paziente abbia sintomi prima di intervenire. La medicina predittiva ha l’obiettivo di prolungare e migliorare la vita in salute, prevede interventi quando i sintomi di sviluppo di patologie croniche mostrano i primi segnali, con un percorso di monitoraggio e prevenzione.

Cosa deve cambiare nel campo delle politiche sanitarie?

L’approccio preventivo pone la persona al centro del percorso di cura, responsabilizzandola. C’è necessità di promuovere la formazione sviluppando un approccio in cui la medicina diventa proattiva. Il sistema sanitario nazionale è disegnato intorno alla medicina tradizionale. Il supporto per la prevenzione di lungo termine dovrà avvenire attraverso sistemi di welfare paralleli che possano supportare i pazienti. Sarà fondamentale formare a un nuovo concetto: ovvero che le patologie croniche si affrontano con approcci di lungo termine.

Quali sono gli obiettivi dell’ospedale, nell’ambito di processi e servizi?
Stiamo potenziando i servizi in ambito di medicina personalizzata, in particolare nell’oncologia di precisione, con un arricchimento del percorso dei pazienti fin dalle prime fasi e la possibilità di sviluppare prevenzione, diagnostica precoce e screening, fino alla fase dopo le cure. Nel campo della medicina proattiva, l’ospedale promuove pacchetti di prevenzione e check-up periodici basati su una valutazione multidimensionale, includendo genetica, ambiente, nutrizione, oltre agli screening di patologia, per promuovere percorsi finalizzati alla longevità in salute.

Che interventi sta sviluppando l’ospedale nell’ambito della medicina digitale?
Il San Raffaele serve con servizi di telemedicina oltre 95mila pazienti, che ogni giorno scambiano con i propri clinici consulti, prescrizioni, immagini radiologiche. La digitalizzazione è già parte dei percorsi di cura e permette la costruzione di servizi domiciliari efficienti, come radiografie ed ecografie a domicilio, iniziative ponte per lo sviluppo dei percorsi di ricovero e cura al domicilio di domani.

Dagna, che cosa deve cambiare nell’approccio del paziente alla sua vita, perché possa intraprendere percorsi di medicina per la longevità?
È cruciale impostare precocemente percorsi di medicina per la longevità. La medicina del XX secolo ha spesso considerato programmi di prevenzione e diagnosi precoce, di miglioramento dell’alimentazione o di esercizio fisico regolare come accessori, forse anche di minore importanza, rispetto alle cure tradizionali farmacologiche. L’approccio del futuro dovrà ribaltare questa concezione, ponendo al centro strategie con basi scientifiche che possano portare il singolo, tenendo conto delle sue unicità e specificità, a prepararsi al meglio a vivere una vita che possa essere non solo lunga, ma anche in salute.

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Lorenzo Dagna, primario dell’unità di immunologia, reumatologia, allergologia e malattie rare

Quali opportunità offre, oggi, lo studio della genetica, rispetto al benessere del paziente?
Studi di genetica validati permettono di attuare strategie che possono avere un notevole impatto sul benessere e sulla longevità dell’individuo. È possibile identificare alcune varianti genetiche associate a un incremento del rischio di malattie o classi di malattie, ad esempio alcune malattie metaboliche e cardiovascolari, alcuni tumori, alcune malattie degenerative. L’identificazione precoce di fattori di rischio consente interventi preventivi o diagnostici mirati, come cambiamenti personalizzati dello stile di vita, atti a contrastare il rischio, a prolungare la vita e a migliorare la sua qualità. Tali indagini devono essere personalizzate dopo uno studio della storia personale del paziente, contestualizzato allo stato di salute dei familiari.

Le patologie croniche rappresentano una sfida per pazienti e per il Ssn: quali opportunità vede per il futuro?
La medicina ha portato avanzamenti significativi nella diagnosi e cura delle malattie acute, ma ha avuto un impatto minore nell’ambito delle malattie croniche: è migliorata l’assistenza ai malati, anche mediante cure molto sofisticate e costose, che hanno spesso solo prolungato l’attesa di vita, rallentando ma non interrompendo la progressione delle malattie. È necessario un cambiamento: dobbiamo identificare precocemente le persone a rischio e intervenire con strategie di prevenzione. Per molte malattie croniche esiste un periodo di tempo limitato, nelle fasi iniziali, in cui alcuni interventi sono in grado di modificare la storia naturale della malattia, talora riportando il paziente allo stato precedente di salute. Per usare una metafora, dobbiamo pensare, durante la stagione estiva, che il tetto di casa potrebbe avere problemi e cercare di ripararlo, e non aspettare le piogge per trovarci con danni poco affrontabili.

Quali sono le potenzialità dell’intelligenza artificiale?
L’intelligenza artificiale permette di analizzare in tempi rapidi una quantità inimmaginabile di informazioni, riconoscendo pattern ricorrenti. Queste capacità rendono l’Ia uno strumento potentissimo per analizzare dati complessi, come le immagini radiologiche, e individuare fattori che possano predire lo sviluppo di malattie o complicazioni. Altri utilizzi includono strategie terapeutiche innovative e personalizzate e il monitoraggio clinico, anche da remoto, di grandi numeri di pazienti. Difficilmente l’Ia potrà sostituire il rapporto medico-paziente, ma permetterà di fornire al medico informazioni che potranno guidarlo nel prendere decisioni sempre più precise.

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