Pietro Labiola, ad di Tim
Responsibility

Women Plus, l’app di Tim che permette di trovare posizioni aperte e offre mentoring, formazione e talk

articolo di Antonio Morreale apparso sul numero di dicembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

La parità non può aspettare e superare il gender gap e gli stereotipi che riguardano le donne è un obiettivo da perseguire con il contributo di tutti. Per questo Tim, all’interno della 4 Weeks 4 Inclusion, la maratona sull’inclusione che organizza da quattro anni e che quest’anno ha visto partecipare oltre 400 partner e mille ospiti in più di 300 eventi, ha lanciato Women Plus, che vuole essere uno strumento concreto per far crescere il ruolo delle donne nell’economia.

Nata dall’esperienza di Mulheres Positivas, progetto che Tim ha sostenuto in Brasile con l’imprenditrice Fabi Saad, l’app Women Plus, che ha avuto anche il patrocinio della Commissione europea, supporta le donne in cerca di occupazione. In particolare, permette di trovare in un’unica app le posizioni aperte, grazie anche a strumenti di matching fra le competenze della persona e i lavori disponibili, ma soprattutto con mentoring, formazione e talk. 

Secondo i dati Istat, in Italia le donne occupate sono solo il 55,2% e tra i giovani che non studiano e sono senza lavoro – i cosiddetti neet – rappresentano il 56%. “La nostra missione è connettere le persone, abbattendo barriere e distanze, lavorando alla crescita della collettività”, sottolinea Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim. “Women Plus rappresenta un altro tassello di questo impegno. La parità di genere è uno dei temi più importanti su cui lavoriamo, con azioni concrete inserite nel nostro piano. Lo abbiamo messo al centro perché vogliamo superare gli stereotipi e gli schemi che guardano al passato, per contribuire a un mondo in cui tutti abbiano le stesse opportunità”.

Anche per questo, sempre nell’ambito della 4 Weeks 4 Inclusion, Tim ha presentato una nuova iniziativa in collaborazione con l’associazione no profit DonneXStrada. Grazie alla capillarità sul territorio italiano, gli oltre 200 negozi di proprietà del gruppo diventeranno Punti Viola, cioè luoghi sicuri per contrastare la violenza di genere. Faranno leva anche su una formazione specifica per il personale nel prestare aiuto di prima assistenza e contribuire a diffondere consapevolezza su questo tema.

I due progetti si inseriscono all’interno de La parità non può aspettare, il progetto con cui Tim sostiene l’empowerment femminile. Perché, come sottolinea il manifesto dell’iniziativa, “all’Italia che vuole crescere servono il talento, la passione, il coraggio e l’impegno di tutte e tutti” ed è quindi necessario mettersi in connessione per “superare gli stereotipi, offrire opportunità alle donne e contrastare la violenza di genere”.

“Vogliamo fare leva sulla valenza sociale dei nostri negozi e sulla loro presenza su tutto il territorio nazionale, dalle strade delle più importanti città alle stazioni e alle gallerie commerciali”, spiega Marco Sanza, amministratore delegato di Tim Retail. “Il progetto favorisce inoltre lo sviluppo delle competenze trasversali e relazionali delle persone addette alle vendite, che sono necessarie per supportare chi si trova in pericolo. Ma vogliamo fare di più: per questo invitiamo anche tutta la rete vendita in franchising a unirsi a questa iniziativa”.

In media, il 40% dei componenti dei cda delle società di Tim è donna. Il gruppo ha azzerato il gender pay-gap a livello manageriale e si sta facendo portavoce di queste battaglie anche all’esterno, sia con le campagne pubblicitarie, a partire da quella con la Nazionale femminile di calcio, sia con iniziative come la 4 Weeks 4 Inclusion, che quest’anno ha visto oltre 600 ore di diretta, con oltre mille ospiti tra manager delle principali società italiane, artisti, giornalisti, rappresentanti del mondo della cultura e influencer, circa 25mila interazioni social e più di quattro milioni di visualizzazioni. I temi dell’inclusione sono sempre più sentiti nel mondo delle aziende, come evidenzia la fotografia scattata da Ipsos con lo studio A che punto siamo con la de&i in Italia: l’85% delle imprese vuole accelerare sulle politiche di diversità e inclusione, con iniziative focalizzate sulla parità di genere (85%), la disabilità (67%), l’identità di genere (53%) e l’età (51%). 

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