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Innovation

Così questa azienda aiuta i clienti a capire le complessità dell’IA

Articolo tratto dal numero di gennaio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

L’intelligenza artificiale potrebbe costituire il fulcro di una nuova rivoluzione, destinata a seguire quella industriale e quella tecnologica. Ma restano diverse perplessità sul suo impiego, che possono essere superate soprattutto attraverso conoscenza e informazione, come ci spiega Marco Appetito, digital innovation & architetture applicative – competence center director di Aubay Italia.

“L’intelligenza artificiale è oggi la tecnologia innovativa a cui è rivolta l’attenzione di tutti gli operatori di mercato. La comunicazione ha risposto alle esigenze di conoscenza espresse dagli stakeholder. Il vero punto di interesse è legato alle analisi delle componenti qualitative, perché l’obiettivo di chi usa la tecnologia come strumento per indirizzare i processi di produzione (che si tratti dell’impresa o di un supplier) è comprendere a fondo i fenomeni dello sviluppo e dell’adozione di pratiche complesse. L’approfondimento rispetto all’ecosistema dell’intelligenza artificiale è necessario per poi analizzare i motivi della difficoltà dell’adozione di questo strumento, soprattutto per le pmi”.

Qualche esempio?

Negli ultimi 12/18 mesi abbiamo assistito alla diffusione della tematica che vede nell’OpenAI il fulcro centrale. I modelli spesso presi in considerazione nella comunicazione sono relativi a componenti di intelligent conversation. Ma sebbene questa resti una tematica di sicuro interesse, potremmo definirla come la punta dell’iceberg e utilizzarla come metro di riferimento per un’analisi qualitativa. L’intelligenza artificiale è una scienza informatica che tende a simulare la struttura neuronale del cervello per imitare il pensiero, o quantomeno rappresentare un ragionamento tipico del cervello umano. Tralasciando le complessità tecnologiche, deve apparire chiaro come l’intero ecosistema abbia una profonda radice statistica. Ciò significa che qualsiasi indicazione ha una ragione d’essere che non può essere ritenuta vera con assoluta precisione, ma secondo una visione probabilistica. Questo concetto ci permette di definire la componente più importante dell’ecosistema: la rete neurale. Possiamo così introdurre uno dei vincoli più forti rispetto alle problematiche di adozione, rappresentato dalla competenza. In sintesi, stiamo parlando di una scienza complessa che per essere compresa sia nella sua modalità di produzione, sia nell’interpretazione dei risultati richiede una competenza poliedrica. Ciò a cui oggi assistiamo nel mondo della comunicazione è un’eccessiva semplificazione del modello, che non giova a chi, dovendo decidere se adottare o meno questo strumento, deve mettere a fuoco le complessità che lo strumento stesso cela. Inoltre, oggi viviamo il momento delicato del post-Covid, in cui c’è il bisogno di creare nuovi elementi di attenzione per i singoli e per le aziende. La via più facile è quella di esprimere i concetti su tematiche di interesse tralasciando i passaggi più oscuri, che sono però indispensabili per una corretta applicazione di questa scienza. È la situazione che si manifesta oggi nei contesti in cui il tema principale è l’intelligenza artificiale. Si parla di OpenAI o di ChatGpt, che, se da un lato rappresentano un interessante componente dell’ecosistema, hanno, dal nostro punto di vista, un valore secondario rispetto agli strumenti core, che invece hanno la responsabilità di indicare le risposte.

Un elemento fondamentale in chiave applicativa è dunque la conoscenza.

Certo, assieme alla competenza. È necessario avere una chiara visione dell’ecosistema per poter costruire una squadra, definire un percorso che permetta, partendo da ciò che si ha a disposizione (strumenti, dati, persone), di garantire il successo. A questi elementi si aggiunge l’informazione, intesa come la capacità e l’esperienza per governare i dati che sono alla base di ogni processo che nasce per sfruttare le potenzialità dell’ecosistema IA. Come gruppo Aubay abbiamo iniziato a operare su questi temi dal 2011 e, negli anni, abbiamo avuto modo da un lato di approfondire la nostra esperienza, dall’altro di vivere sul campo le reazioni dei clienti. Di recente è stata svolta una survey su un set di clienti che operano nei contesti internazionali che conferma come la composizione delle problematiche derivanti dalla competenza, conoscenza e gestione delle informazioni rappresenti il principale elemento di criticità nell’adozione dell’intelligenza artificiale.

Come Aubay ha indirizzato la risoluzione di tali problematiche?

Da subito sono stati creati forti legami con i dipartimenti universitari, anche su scala internazionale, che hanno sviluppato una profonda conoscenza nel mondo dell’IA. Nel 2020 è stato istituito un Innovation Lab per approfondire le tematiche innovative e arricchirle con i contenuti accademici che sono in grado di portare valore a una proposizione consulenziale. Questi 12 anni rappresentano per noi un bagaglio di esperienza che mettiamo a disposizione dei clienti e così indirizziamo la costruzione di percorsi per la ricerca di soluzioni. I nostri progetti o programmi di intelligenza artificiale accompagnano il cliente in un percorso in cui inizialmente non si può avere certezza del successo. Questa ricerca viene presentata come un percorso che risponde al modello dell’open innovation, nel quale ci si avvicina al traguardo finale attraverso passaggi intermedi, ognuno dei quali preposti a dare conferma della bontà delle scelte. A oggi ciò ha permesso di superare in corso d’opera le criticità, consentendo di riqualificare i problemi con soluzioni in grado di soddisfare le esigenze del cliente che da subito partecipa alla costruzione del proprio ecosistema di intelligenza artificiale. Infine, negli anni si è sviluppata una forte collaborazione tra le strutture di delivery del centro di competenza della digital innovation e la struttura risorse umane, perché l’intero percorso che può portare all’esercizio e all’implementazione di soluzioni secondo il modello di consulenza che abbiamo descritto passa per una collaborazione stretta nella ricerca del personale. Sulla base della nostra esperienza possiamo confermare che esistono elementi in grado di rallentare o rendere complessa l’adozione dell’IA, ma con un approccio consulenziale multidisciplinare l’esperienza che Aubay porta sul mercato è quella di progetti che, nonostante i dubbi e le incertezze, sono stati condotti a compimento con successo.

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