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Come Plasmon vuole ribaltare il trend di denatalità in Italia

Articolo tratto dal numero di gennaio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

L’infanzia al primo posto. Perché per un’azienda che ha compiuto 121 anni e rappresenta un simbolo dell’alimentazione per bambini, non si tratta solo di numeri e di fatturato, ma anche di senso di responsabilità e di una visione che rimanda al benessere e alla sostenibilità sociale.

Sono tanti gli impegni che Plasmon si è assunta negli ultimi anni per migliorare la qualità dei propri prodotti per l’infanzia, a sostegno di una corretta alimentazione, spingendo verso la biodiversità e favorendo lo sviluppo di una filiera agricola nazionale.

Fino al 2022, anno in cui, pur risentendo del vertiginoso calo delle nascite nel nostro Paese, ha raggiunto il volume record di acquisti di materia prima nazionale – carne, frutta, verdure, cereali, latte, pesce e olio – con oltre 25mila tonnellate e un +10% rispetto all’anno precedente.

“Non è stato un percorso facile, perché ci siamo resi conto che si faticava a far percepire che, quando si parla di alimenti per bambini, esiste anche l’Italia, più di quanto accade per l’adulto”, spiega il responsabile dei rapporti istituzionali di The Kraft Heinz Company-Plasmon, Luigi Cimmino Caserta.

Plasmon: innovazione, sicurezza e sostenibilità

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“Oggi produciamo alimenti dietro cui ci sono almeno 1.500 operatori, ma si è avvertita la necessità di creare una vera filiera. Per questo abbiamo sottoscritto con il ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare un protocollo, aperto a tutti i soggetti, per valorizzare il sistema. Da parte delle imprese c’è l’impegno a incrementare i volumi delle materie prime italiane, mentre dal punto di vista istituzionale l’obiettivo deve essere valorizzare la filiera e sostenerne lo sviluppo. Nel 2020, alla conferenza stampa istituzionale in cui si illustrava il progetto, ci siamo fatti accompagnare anche dalle aziende protagoniste della filiera per l’infanzia, per far conoscere il mondo dietro il made in Italy. In quella occasione abbiamo avviato, insieme a Coldiretti e Filiera Italia, una campagna mirata a rendere consapevoli le famiglie dell’importanza di un’attenzione alla provenienza e all’acquisto di un prodotto italiano. Un esempio di collaborazione tra mondo istituzionale, aziende e società scientifiche, che dettano le linee guida sanitarie, suggerito dalla necessità di far capire che i bisogni nutrizionali dei bambini non sono quelli di un piccolo adulto, ma rispondono a precise istanze di salute in chiave di sviluppo, e sono, non a caso, regolati da norme specifiche dedicate alla fascia 0-3 anni. Un’attenzione che per Plasmon va oltre la materia prima e si estende alla lavorazione. Il nostro stabilimento di Latina, in cui operano circa 300 persone, è un centro di eccellenza internazionale ed è un riferimento per innovazione, sicurezza – attraverso protocolli molto stringenti – e sostenibilità”.

Un tema di grande rilievo è la qualità, su cui a volte non ci si sofferma abbastanza, secondo Cimmino Caserta. “Bisogna fare chiarezza, perché se vogliamo un prodotto di qualità, la contropartita economica deve essere adeguata. Non si può mangiare bene e pagare poco. E se questo è l’obiettivo che intendiamo raggiungere, tutti dobbiamo adoperarci perché passi il messaggio, anche con l’appoggio dei canali di informazione, che hanno un ruolo importante”.

L’adesione ai programmi del Banco Alimentare

L’impegno di Plasmon non si è fermato qui. “Abbiamo stimolato un percorso relativo agli aiuti alle famiglie indigenti a cui non venivano tradizionalmente destinati alimenti per bambini”, prosegue Cimmino Caserta. “Ciò ha determinato una sensibilizzazione istituzionale che si è concretizzata nella pubblicazione di bandi dedicati. A questo, si è aggiunta l’adesione ai programmi del Banco Alimentare, a cui negli ultimi 18 mesi sono stati donati circa 1,8 milioni di euro di alimenti per bambini. Ritengo che per un brand importante sia fondamentale calarsi nel territorio in cui opera, portando un proprio contributo”.

Kraft Heinz Italia ha raggiunto un fatturato annuo di 280 milioni di euro, con Plasmon che vale il 55%. Sul fronte della sostenibilità e dello sviluppo le iniziative sono andate oltre. Plasmon è stata la prima azienda ad aderire al Codice di Autodisciplina di Imprese Responsabili in favore della maternità proposto dalla ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella.

Dai congedi parentali alle misure di welfare innovative

Ha lanciato inoltre un’iniziativa a sostegno della genitorialità, il Progetto Adamo, in cui rientra anche la nuova politica aziendale che prevede, tra l’altro, congedi parentali di tre mesi retribuiti al 100% per il secondo genitore, il pagamento del sostegno asili nido e misure di welfare innovative.

“La nascita di un figlio è un bene per l’intero Paese. Dobbiamo facilitare la natalità in modo concreto, per cui serve sedersi tutti attorno a un tavolo e darsi obiettivi di breve periodo su cui lavorare, per poter verificare passo dopo passo se la direzione è quella giusta e segli sforzi hanno prodotto risultati concreti. Adamo è partito nel 2023 con Plasmon che, assieme ad altre aziende, quali Chicco ed Edenred, che avevano già adottato buone pratiche in tal senso, ha aperto un dialogo con le istituzioni per favorire in tutte le imprese politiche sempre più virtuose a supporto della genitorialità”.

Uno sguardo anche al futuro. “Il mio sogno”, dice Cimmino Caserta, “è portare Plasmon ad accrescere la sua presenza sui mercati esteri. Oggi il 90% del prodotto viene commercializzato in Italia e vorremmo portare il valore del made in Italy in altri paesi, pur rispettando le diverse abitudini alimentari. Resta ancora da valutare su quali mercati potremmo inserirci, ma credo sia solo una questione di tempo”.

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