Mauro Macchi, ad di Accenture Italia
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L’importanza di giocare in anticipo: la storia e la visione di Mauro Macchi, ad di Accenture Italia

Articolo tratto dal numero di febbraio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

Dalla crescita di internet alla fine degli anni Novanta alle crisi finanziarie dei primi anni 2000, dalla rivoluzione digitale degli ultimi dieci anni alla rilevanza della sostenibilità. E poi l’impatto della pandemia sul modo di lavorare, l’avvento del cloud computing e ora l’intelligenza artificiale. Nella sua carriera trentennale da consulente direzionale, Mauro Macchi ne ha viste di cose.

“Tutti questi cambiamenti”, dice, “contraddistinti da momenti e cicli di mercato fortemente influenzati da tensioni sociali, economiche e politiche che hanno trasformato interi settori, mi hanno insegnato una cosa fondamentale: l’importanza di saper giocare in anticipo”. Accenture, d’altronde, significa proprio ‘Accento sul futuro’ ed è un po’ come dire che per il suo stesso dna è portata ad anticipare sempre i tempi.

Dal 1 settembre 2021 Macchi, 58 anni, è amministratore delegato di Accenture Italia e membro del global management committee di Accenture a livello mondiale come lead della regione Iceg, che comprende, oltre all’Italia, anche Europa Centrale, Serbia, Grecia, Turchia ed Israele. Dal 1 settembre 2023 è anche presidente di Accenture Italia. Durante il suo percorso in azienda ha maturato una profonda conoscenza dei principali mercati internazionali, guidando numerosi progetti di merger & acquisition e sales & distribution per diversi settori, con particolare focus su finanziario.

La storia di Mauro Macchi

In passato Macchi – che oggi vive a Varese con la moglie e un figlio – è stato a capo dei financial services per Europa e Iceg con la responsabilità dell’offerta e della qualità dei servizi forniti da Accenture a tutti i clienti del settore bancario e assicurativo nella regione e senior managing director di Accenture Strategy per il banking a livello mondiale. È stato anche membro del consiglio di amministrazione di Fondazione Italiana Accenture negli ultimi otto anni.

La sua filosofia lavorativa si può riassumere in una sola parola: cambiamento. “Stephen Hawking diceva che l’intelligenza è l’abilità di adattarsi al cambiamento. È anche per questo motivo che il payoff che abbiamo oggi, ‘Let there be change’, è quello che mi rappresenta di più. Penso che riuscire a disegnare, organizzare e realizzare il cambiamento sia sempre stato il motivo principale che mi ha appassionato a questo mestiere e mi ha spinto a lavorare in un’azienda che tratta l’innovazione con pragmatismo. Questo è quello che pensavo di trovare nella consulenza quando, negli anni Novanta, ho iniziato a lavorare dopo una laurea in economia, un master in business administration e un’esperienza lavorativa negli Stati Uniti. Ed è quello che ho trovato in Accenture e che continuo a vivere ogni giorno”.

Accenture – società di servizi professionali, che aiuta le principali aziende, governi e organizzazioni pubbliche e private a costruire il loro core business digitale, migliorare l’efficienza operativa, accelerare la crescita dei ricavi e migliorare i servizi ai cittadini – conta circa 743mila persone che servono clienti in oltre 120 paesi. Ha chiuso l’anno fiscale 2023 con ricavi pari a 64,1 miliardi di dollari, un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente. Vanta collaborazioni con le più grandi aziende di tutti i settori industriali e con agenzie governative in tutto il mondo.

Accenture in Italia

Mauro Macchi, ad di Accenture Italia

Accenture ha scommesso sull’Italia fin dalla fine degli anni Cinquanta. Una scommessa vincente, visto che il nostro Paese è oggi il quarto mercato dietro Stati Uniti, Regno Unito e Giappone. Oggi Accenture è fortemente radicata in Italia, con oltre 22mila dipendenti, diverse sedi (Milano, Padova, Roma, Torino, Napoli e Cagliari), uffici e centri di innovazione distribuiti su tutto il territorio. Ha intrapreso un importante programma di rivisitazione degli spazi e arricchimento dell’esperienza lavorativa che coinvolge le principali città italiane in cui è presente (oltre 360 milioni di euro di investimento complessivo e 70mila metri quadrati).

Attraverso i Forward Building, questo il nome dei nuovi edifici, si è posta l’obiettivo di ripensare l’esperienza professionale delle proprie persone e abilitare nuovi modelli di lavoro basati su flessibilità, collaborazione e co-creazione, interna e con l’ecosistema.

“Oggi”, sottolinea Macchi, “rappresento in Italia un’impresa di servizi professionali, la più grande da un punto di vista dimensionale, che è anche un osservatorio privilegiato. È infatti un incubatore di talenti, una realtà fondata su centri di competenza e di innovazione che lavora ogni giorno per rendere le organizzazioni pronte per le sfide future facendo leva su una capacità unica di abbinare cambiamenti su larga scala e specializzazione. Ritengo, quindi, di rappresentare l’azienda più credibile sul tema specifico del capitale umano, oltre che sull’innovazione e la tecnologia”.

La strategia al Sud

L’Italia ricopre un ruolo centrale nella strategia di Accenture. La leadership italiana di Accenture siede infatti nel global management committee, condividendo e valorizzando a livello internazionale le best practice locali e attirando investimenti nel Paese. In Italia, infatti, Accenture ha un’ampia rete di centri di innovazione e poli di eccellenza su tutto il territorio per lo sviluppo di soluzioni avanzate in ambiti come cybersecurity, cloud e intelligenza artificiale e in settori chiave come le telecomunicazioni, il retail, il food, la moda, la mobilità, i servizi finanziari, l’aerospazio, l’energia e il manifatturiero. 

Una presenza forte anche al Sud iniziata nei primi anni 2000 a Napoli e Cagliari con l’apertura dei due advanced technology center, centri di eccellenza specializzati in stretta connessione con gli altri centri presenti nel mondo, che offrono servizi tecnologici ad alto valore aggiunto per le imprese pubbliche e private. 

Un modello che ha spinto l’azienda a rafforzare ulteriormente la propria presenza nel Mezzogiorno per arrivare a impiegare oltre cinquemila talenti entro i prossimi tre anni, contribuendo così ad attrarre occupazione qualificata, innovativa e competitiva. A Bari e Cosenza, queste le prossime realtà interessate, Accenture ha aperto due poli di competenze specialistiche per le professioni del futuro che fungeranno da catalizzatori delle competenze più all’avanguardia. Il programma sta procedendo con successo tanto che già oggi sono quattromila i talenti che operano al Sud.

Il lavoro di domani

Insomma, una galassia di realtà che ha un unico credo: guardare al futuro del mondo del lavoro. “Penso che l’attuale contesto dinamico di mercato ponga come sfida principale quella dei nuovi mestieri, o meglio dei mestieri rivisitati”, aggiunge Macchi. “Considerando un mestiere come un portafoglio di competenze – quelle tradizionali più quelle nuove ad alta rotazione -, cresce il concetto di ibridazione: soft/umanistiche e hard/stem, un primo fenomeno che abbiamo chiamato stemanesimo, anche dovuto a una continua democratizzazione della tecnologia, che è entrata in ogni professione e richiede molteplici competenze, dalle più tecniche alle più classiche. Un secondo livello di ibridazione è quello tra contenuto e contesto: sempre la diffusione a più livelli della tecnologia porta ad applicare quella competenza ibrida a uno specifico contesto di mercato e alla purpose di un settore. Il terzo livello di ibridazione è quello tra razionale e creativo. Se da un lato occorre essere estremamente veloci, pragmatici, orientati al risultato, dall’altro occorre rimettere in discussione le norme sociali, i processi operativi, i modelli di lavoro comunemente accettati”.

Dove sorge la complessità? Arriva quando queste ibridazioni vanno fatte su quantità enormi di talenti, quindi, a grande scala e in tempi molto ridotti. “Questo fenomeno pone le aziende di fronte a una sfida epocale: uno sforzo di trasformazione dei modelli operativi e di reskilling della forza lavorativa mai affrontato in precedenza”. 

Secondo recenti studi, la metà circa dei lavoratori richiede una riqualificazione e chi rimane nel ruolo attuale dovrà comunque aggiornare significativamente le proprie competenze. Una missione quasi impossibile da realizzare con approcci di tipo tradizionale. Quindi? “Occorre seguire più linee di intervento basate su accademie digitali e specialistiche, che aumentino velocemente e sensibilmente il quoziente tecnologico delle persone, supporti istantanei alla performance basati su algoritmi predittivi di raccomandazione su contenuti formativi giusti nel momento giusto, tecniche di apprendimento continuo con concetti anytime&anywhere, modelli di evoluzione organizzativa per creare vere learning organization”.

L’era dell’intelligenza artificiale

C’è poi il tema dell’intelligenza artificiale generativa, centrale nel 2023 e nei prossimi anni, come evidenziato dall’ultima Tech Vision di Accenture, che descrive una tecnologia sempre più umana e integrata nelle nostre vite. “È importante considerare che l’intelligenza artificiale non è una semplice innovazione incrementale: siamo di fronte a un salto tecnologico in grado di operare un riavvio dell’intero sistema competitivo. Quando avvengono questi salti, la differenza di competitività delle nazioni tende a livellarsi. Ovviamente, ci sarà distinzione tra chi produce e chi distribuisce e utilizza questa tecnologia, quindi Usa e Cina hanno indubbi vantaggi, ma all’interno dell’Europa ripartiamo tutti più o meno dallo stesso livello.

“È quindi evidente che questo è il momento in cui il nostro Paese può giocare in anticipo nella sfida del capitale umano associato al capitale tecnologico e assumere un ruolo da protagonista. In quest’ottica siamo favorevoli all’IA Act della Ue perché, se è vero che l’innovazione deve essere continuamente stimolata e mai soffocata, è altrettanto vero che l’avvento di tecnologie così pervasive richiede un’adeguata regolamentazione per allineare le esigenze di business a quelle delle comunità”.

E in questa sfida anche Accenture può dire la sua. “Accenture è un attore ecosistemico capace di rafforzare il potenziale di crescita del Paese accelerando il cambiamento, garantendo investimenti continui in Italia in termini di talenti – con oltre 4mila assunzioni previste nell’anno in corso – e centri di competenza specialistici in grado di fare da volano allo sviluppo in settori ad alto valore aggiunto, come gli AI Studios recentemente aperti a Roma e Milano dedicati all’intelligenza artificiale generativa”.

Shopping in Italia

Accenture inoltre supporta la crescita e la competitività del Paese attraverso acquisizioni strategiche: il recente annuncio della volontà di acquisire Ammagamma, eccellenza italiana nell’innovazione legata all’intelligenza artificiale, si inserisce nel contesto del piano globale di investimenti di 3 miliardi di dollari che Accenture prevede per accelerare la trasformazione attraverso l’applicazione su larga scala dell’IA. A questo annuncio è seguito, a fine anno, quello per l’acquisizione di due pmi italiane (Customer Management It e Sirfin Pa) che offrono servizi e soluzioni tecnologiche innovative nei settori della giustizia e della pubblica sicurezza: un nuovo importante passo avanti nella strategia di crescita di Accenture in Italia, con particolare focus sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione.

“La forza del cambiamento è tale che le singole aziende, da sole, non possono farcela. Anche in questa direzione è necessaria una nuova modalità di relazione e scambio tra pubblico e privato, i cui fattori distintivi devono essere velocità, interoperabilità e competenze, uniti da una tecnologia che sarà sempre più umana e responsabile”.  

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