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Investments

Il francobollo come asset per diversificare il portafoglio degli investimenti

Il settore della filatelia è sempre più vicino a quello della finanza proponendo, per gli investitori, un nuovo asset per diversificare il proprio patrimonio e portavoce di questa operazione senza precedenti è Giorgio Cuneo, classe 1992, collezionista e proprietario di una prestigiosa raccolta filatelica dell’area italiana composta da oltre 40 mila pezzi: a supporto dell’iniziativa, la casa d’aste Auction Gallery con Luca Gazzi insieme ad Art-Rite e alla banca Kruso Capital, che ha aperto un dipartimento di filatelia.

Dall’emissione alla dentellatura e dalla conservazione alla presenza di un certificato, sono tanti gli aspetti da valutare per stabilire l’autenticità e il valore di un francobollo. Pertanto è bene prestare attenzione a ciò che si acquista ed è di fondamentale importanza affidarsi ad esperti del settore.

L’importanza di affidarsi a esperti del settore

“In generale, più che per aumentare le proprie entrate, il collezionismo dovrebbe essere una modalità di diversificazione del portafoglio a medio-lungo termine per la creazione di un patrimonio sì illiquido rispetto ad un titolo, ma meno soggetto ad oscillazioni di mercato. Allo stesso tempo può rappresentare una opportunità per gli speculatori che, forti della propria liquidità, acquistano beni ad un valore concorrenziale per poi rivenderli su mercati diversi: naturalmente questo esula un po’ dalla sfera del collezionismo e apre anche la sfera della qualifica soggettiva del venditore, presupposto per l’applicazione di diversi tributi, che invece non si applicano al possesso ad esempio di opere d’arte da parte dei privati”, spiega Cuneo.

“Particolare attenzione però va rivolta a ciò che si acquista. Basti pensare alla volatilità e alle difficoltà di smobilizzo dei cosiddetti passion asset, un trend recente, il cui valore, con il tempo, non è detto che si apprezzi: d’altronde si sa che componente emotiva e rendimento non sono buoni compagni. Inoltre, non vanno sottovalutati neanche i costi di custodia e assicurazione. Sicuramente, rispetto ad altri beni, i francobolli presentano dei vantaggi in termini di facilità di conservazione. Infine, bisogna sempre stare attenti ai macrotrend: ad esempio, fino alla metà del secolo scorso i collezionisti erano soliti applicare le linguelle che nella maggior parte dei casi lasciavano dei segni compromettendo il valore del francobollo”.

E trattandosi quindi di investimenti, bisogna tener conto del profilo dell’investitore poiché mentre lo scopo di un collezionista o di una fondazione non è il profitto ma il perseguire una passione in base ai propri interessi e creare un patrimonio ovviamente in base anche al proprio budget, quello di un operatore del settore è senz’altro il guadagno, magari attraverso l’acquisizione in blocco di una collezione importante da dettagliare:

“Il modo migliore per investire è senz’altro attraverso una casa d’asta specializzata. Le utilità dipenderanno dalla rivalutazione annuale dei lotti il cui prezzo è consultabile sull’edizione aggiornata del catalogo di riferimento e dal prezzo di acquisto: maggiore è il delta tra il prezzo di acquisto e il valore di catalogo e maggiore è il beneficio per l’investitore”, afferma Cuneo.

Dal catalogo di riferimento alla casa d’aste specializzata

In merito al valore dei singoli pezzi, invece, come per ogni Paese, anche il nostro ha il suo catalogo di riferimento – il Sassone – che elenca tutti i francobolli emessi dall’inizio fino ad oggi indicando per ciascuno il relativo valore. Sull’argomento è Luca Gazzi, ad di Auction Gallery, a spiegare:

“Il valore di un francobollo è determinato in primis dal catalogo di riferimento, pubblicato annualmente, in cui è contenuto il valore di catalogo. In secundis è possibile far determinare una stima da un perito internazionalmente noto. Per evitare frodi, dato che non mancano le falsificazioni nel settore, è essenziale farsi affiancare da un esperto riconosciuto che sia in grado anche di consigliare gli oggetti più adatti in base ai propri interessi ed alle proprie disponibilità: tali esperti sono perfettamente in grado di verificare l’originalità del francobollo e anche quella della documentazione che lo accompagna, senza la quale il francobollo può considerarsi privo di valore di mercato. Inoltre, per avere ulteriori controlli in merito all’autenticità è bene acquistare tramite una casa d’asta referenziata, dove spesso si trova dell’ottimo materiale con prezzi competitivi rispetto al mercato. Specialmente per i pezzi più pregiati ad assumere rilevanza è anche la provenienza del bene: pezzi estremamente rari provenienti da collezioni famose sono infatti spesso corredati da un pedigree storico che ne accresce il valore”.

Quindi come riconoscere un pezzo di valore e quali aspetti bisogna considerare? Sono milioni i francobolli emessi nel corso di oltre un secolo e mezzo di storia, e sin dal primo esemplare sino a pochi anni dopo i relativi cataloghi del settore, i collezionisti furono stimolati a ricercare i valori più rari, dando luogo ad un vero e proprio mercato:

“A determinare tale rarità sono vari fattori, tra cui lo stato di conservazione, la tiratura, l’emissione, il margine, la dentellatura e la colorazione. Oltre a queste variabili inoltre, ad influire sul valore è l’uso riveste, dato che ci sono francobolli che sono stati stampati in periodi storici o per avvenimenti ben precisi, che testimoniano la storia del Paese emittente: tale caratteristica viene ancora più accentuata dall’applicazione sulle buste che aiutano a individuare il periodo e il contesto socio-politico in cui un francobollo è stato utilizzato nonché la città, il giorno e il mese in cui è stato emesso o spedito. Negli ultimi decenni infatti la tendenza è quella di non rimuovere i francobolli affrancati alle buste, così da mantenerle integri e assumere maggiore valore per i collezionisti”, conclude Gazzi.

La valutazione di un francobollo

E se i francobolli appariscenti, molto spesso, non sono quelli con maggior valore mentre potrebbe essere determinante l’aspetto storico-sociale così come il luogo di provenienza, ecco alcuni aspetti da considerare in fase di valutazione di un francobollo forniti dall’ad di Auction Gallery:

Presenza di certificati: sia in Italia che all’estero, ci sono numerosi periti specializzati, indipendenti o associati, che possono certificare il valore del francobollo. Per valutare correttamente un francobollo, in previsione di una futura asta, è essenziale ottenere una certificazione.

Stato di conservazione: il collezionista valuta oggettivamente il grado di alterazione, la presenza di depositi superficiali, l’ossidazione dei pigmenti e in generale l’estensione dei fenomeni deteriorativi. L’indicazione di buona o cattiva condizione spesso riportata sui cataloghi d’asta modifica sostanzialmente il valore e il prezzo del materiale filatelico scambiato e venduto.

Tiratura: è il numero di francobolli ufficialmente stampati, che può differire dalla tiratura ufficialmente prevista. La stampa solitamente avviene su fogli da 50, 100 o più esemplari.

Emissione: ovvero l’uscita dei francobolli prodotti dallo Stato, validi per affrancare la corrispondenza trasportata dal sistema pubblico postale. Dato che vi è un valore in moneta scritto nella vignetta, le emissioni filateliche, equivalgono a denaro e pertanto sono regolate da precisi Decreti.

Margine: è il bordo non stampato intorno al riquadro del francobollo. Gli esemplari con angoli o bordi di foglio, hanno maggior valore.

Dentellatura: è la tecnica di fustellatura a facilitare la separazione dei francobolli dal foglio. A seconda delle emissioni vi sono dentellature diverse che si misurano dal numero totale di fori presenti sui lati. La dentellatura è conforme quando tutti i denti sono in ordine e completi su tutti e quattro i lati.

Colorazione: il francobollo non deve apparire sbiadito o danneggiato dall’esposizione al sole o dall’umidità.

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