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Quest’azienda agricola a guida femminile ha portato a Firenze il primo vigneto urbano

A breve la prima vigna urbana di Firenze sarà realtà, coronando il sogno di un’intera famiglia d’imprenditrici vinicole e accomunando il capoluogo toscano a città come Venezia, Torino, New York o Parigi.

Il progetto della prima vigna urbana a Firenze

Una volta terminati i lavori, tra tre anni, il colpo d’occhio sarà potente: sulla collina panoramica che domina il capoluogo toscano sorgerà la prima vigna d’impostazione moderna, e il suo nome omaggerà uno degli artisti più geniali del Rinascimento, quel Michelangelo cui è intitolato il vicino piazzale.

    Maria Fittipaldi Menarini 
    Maria con le figlie lungo il viale che da San Guido porta a Bolgheri
    Maria con le figlie alla Pineta di Bolgheri

A dar vita alla “Vigna Michelangelo”, che arricchirà lo skyline fiorentino, ‘dipingendo’ la collina che sormonta lo storico quartiere di San Niccolò, sono state Maria Fittipaldi Menarini e le quattro figlie Carlotta, Giulia, Serena e Valentina, già titolari dell’azienda agricola Donne Fittipaldi a Bolgheri.

700 piante per omaggiare la biodiversità

    La nuova vigna
    Vigna Michelangelo con i suoi ulivi
    I vigneti di donne Fittipaldi a Bolgheri vista montagne
    Il vino di Donne Fittipaldi
    I vini di Donne Fittipaldi

Sui terreni adiacenti alla residenza di famiglia, le imprenditrici hanno deciso di impiantare 700 nuove piante (300 viti di Sangiovese, 150 di Canaiolo, 100 di Foglia Tonda, 100 di Pugnitello e 50 di Colorino del Valdarno): alcune delle barbatelle, future viti ad alberello, portano il nome di alcuni dei giornalisti più rappresentativi della cultura enoica italiana, ma tutte celebreranno la biodiversità locale conservandone il patrimonio genetico.

Non a caso, le varietà sono state selezionate tra i vitigni toscani più tradizionali, inclusi quelli di elevata qualità ma a rischio d’estinzione perché poco redditizi. L’aspetto tecnico è stato curato dall’agronomo Stefano Bartolomei e dall’enologo Emiliano Falsini.

Il primo ha ricordato come “il vigneto dovrà essere perfettamente integrato con l’ambiente circostante per mantenere inalterate le caratteristiche del paesaggio”, mentre il secondo ha sottolineato come il progetto sia “volto al recupero dell’antica viticoltura cittadina da sempre presente nella città culla del Rinascimento e dove il vino ha rappresentato, nel corso della storia, un importante segno distintivo”.

La prossima vendemmia sarà nel 2027

E così, dopo aver ammirato nei suoi numerosi viaggi all’estero la vigna del Clos Montmartre a Parigi, le vigne di Leonardo a Milano, quelle della Tenuta Venissa sull’isola di Mazzorbo a Venezia e della Villa della Regina a Torino, Maria Fittipaldi Menarini ha deciso di far rivivere l’ormai vecchia vigna di casa a Firenze, forte anche dell’esperienza maturata a Bolgheri.

Ora che le barbatelle sono state messe a dimora bisognerà aspettare tre anni per la vendemmia prevista nel 2027 con la produzione della prima botte di vino della Vigna Michelangelo.

“Da essa si ricaveranno circa 700 bottiglie”, ha detto con soddisfazione Maria Fittipaldi Menarini, “da vendere sul mercato internazionale tramite aste con finalità benefiche di sostegno sociale. Questa vigna rappresenta anche la mia infanzia: voglio dare un segno e un senso di continuità a questa casa, particolarmente amata da mio padre Mario”.

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