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“Volevamo occuparci dei valori dei cittadini”: così Franco Pomilio ha scoperto la dimensione sociale della comunicazione

Articolo tratto dal numero di maggio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

Japan Rail, Shinkansen. Verso la fine degli anni ’90 sull’alta velocità giapponese una campagna pubblicitaria puntava a rassicurare i nonni sul fatto che i treni, pur sfrecciando a grande velocità, non avrebbero danneggiato gli habitat delle lucciole in campagna. L’iniziativa teneva conto dello spirito che legava i nonni ai nipoti. Così Franco Pomilio, presidente di Pomilio Blumm, colosso delle gare pubbliche, ha scoperto la dimensione sociale della comunicazione. Pomilio Blumm è la principale agenzia di comunicazione pubblica e istituzionale in Europa e prima per fatturato nel settore marketing e advertising secondo l’ultima classifica pubblicata dal Financial Times sulle Fastest Growing Companies. “Ma questo successo viene da lontano”, spiega Franco Pomilio. “Appartengo a una famiglia di industriali creativi”.

Com’è nata Pomilio Blumm

Tutto è partito nei primi anni del Novecento, quando i prototipi di aeroplani disegnati da Corradino D’Ascanio, inventore della Vespa, per la fabbrica aeronautica dei Pomilio a Torino, attirarono l’attenzione dell’aviazione statunitense. L’Airplane Pomilio Brothers arrivò così a Indianapolis. Nel 1920 Ottorino e Umberto Pomilio fondarono la Pomilio Elettrochimica e inventarono il processo di estrazione della cellulosa dalla canna da zucchero, che la Treccani riporta come “metodo Pomilio”. Il sistema garantiva un ridotto impatto economico e ambientale.  Pochi anni dopo, Amedeo Pomilio fondò la distilleria Aurum. Fu Gabriele d’Annunzio, parente dal lato materno, a sceglierne il nome.

Nel 1963 Oscar e Gabriele Pomilio fondarono Pomilio Idee, che in seguito diventerà Pomilio Blumm. L’agenzia pubblicitaria lavorava con diverse aziende, tra cui De Cecco, Sangemini, Ferrarelle e Alfa Romeo. Tra il 1990 e il 2010, con l’arrivo di Franco Pomilio, la società ha iniziato a guardare oltre il privato, realizzando diverse campagne per clienti dell’amministrazione pubblica, come Inps, Istat e Inail, e per grandi aziende come Trenitalia.

Tra comunicazione pubblica e arte

“Abbiamo progettato il marchio del Frecciarossa in occasione del lancio”, ha spiegato Pomilio. “Poi abbiamo supportato l’Inail, che voleva raccontare come trasformava la propria liquidità in investimenti, e l’Istat, per cui abbiamo comunicato i censimenti. Quando ho iniziato a pensare alla comunicazione pubblica ho fatto anche una riflessione sull’arte, che anticipa i cambiamenti sociali, La pop art nel sistema americano ha sublimato l’adv commerciale: nelle riproduzioni di Andy Warhol o di Roy Lichtenstein capiamo quanto arte e industria siano legate.”

In Europa era arrivata l’arte povera, di matrice prevalentemente italiana e tedesca. Era un’arte consapevole, responsabile, che cercava di recuperare, riciclare, riutilizzare. Lo spettatore iniziava a partecipare all’opera d’arte e nascevano le prime performance artistiche. “Tutto questo ci ha fatto intuire che esisteva una cultura europea molto attenta alla società civile. Volevamo occuparci dei valori dei cittadini, allontanandoci dal modello americano”.

Nel mondo

L’agenzia ha iniziato a lavorare prima per le regioni, poi per il governo italiano. È arrivata alle principali istituzioni dell’Unione europea, occupandosi anche di questioni complesse come migrazione e sanità. “Abbiamo scoperto che l’Europa è in tutto il mondo, ed è quella che investe di più fuori dai confini per rapporti commerciali, diplomatici e democratici”. Quest’anno gestirà per il G7 la progettazione, l’organizzazione e la gestione degli incontri dei potenti del mondo, per i quali hanno realizzato un tavolo modulare.

L’ultimo maxi bando vinto in ordine di tempo è quello da 80 milioni di euro per supportare nei prossimi quattro anni la Commissione europea nell’organizzazione degli eventi non solo dell’Ue, ma anche nei paesi candidati, come quelli dell’area dei Balcani, e delle nazioni dell’Associazione europea di libero scambio. Pomilio ha aperto uffici nelle isole Figi e ad Addis Abeba, dove c’è la sede dell’Unione africana. Ha avviato progetti in Honduras, Argentina e Perù. Lavora per le Nazioni unite, per l’Organizzazione mondiale della sanità, per l’Organizzazione mondiale del commercio. Si occupa anche di questioni di politica monetaria e lavora con la Bce da otto anni. Organizza il forum dei banchieri centrali di tutto il mondo, che si tiene a Sintra, in Portogallo, ogni anno.

Dialogare con il mondo

E poi affronta anche il tema dei diritti umani: “Lavoriamo per l’agenzia europea dell’asilo di Malta, produciamo dei micro video che vengono messi a disposizione dei migranti per dare loro informazioni di prima necessità, usando le diverse forme neo-inglesi (inglese siriano, inglese nigeriano). Lavoriamo poi per l’agenzia della gender equality con l’agenzia europea di Vilnius. E anche per il Servizio ricerca del Parlamento europeo, con infografiche innovative per l’Ufficio della proprietà intellettuale dell’Unione europea (Euipo) o per l’autorità europea per la sicurezza alimentare”.

La Pomilio per dialogare con tutto il mondo ha creato un centro di semiotica applicata a Bologna, per studiare il linguaggio e migliorare il modo di comunicare. Nel team di ricerca di Pomilio Blumm ci sono anche esperti di neuromarketing, crisis management, visual storytelling, etica digitale e robotica sociale, economia intangibile ed esplorazione dello spazio.

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