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Riso Gallo
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Meritocrazia e work-life balance: la chiave del successo nel passaggio generazionale di Riso Gallo

Articolo tratto dal numero di luglio 2024 di Forbes Small Giants. Abbonati!

A cura di Luca Brambilla, direttore dell’Accademia di Comunicazione strategica

Riso Gallo è una tra le più antiche e prestigiose industrie risiere italiane: la sua storia ha inizio a Genova nel 1856, con un primo stabilimento che lavorava risone importato. Nel 1926 focalizza l’attenzione sulle coltivazioni italiane e trasferisce lo stabilimento a Robbio Lomellina, una tra le più rinomate zone risicole d’Europa nel cuore del Pavese.

Durante questi 168 anni di storia i suoi prodotti hanno accompagnato la tavola del nostro Paese e contribuito a diffondere nel mondo la tradizione del risotto italiano e l’eccellenza del made in Italy. Oggi la società conta 120 dipendenti, oltre 138 milioni di ricavi consolidati ed è tra i principali leader di mercato in Italia e all’estero.

Alla guida dell’azienda da ben sei generazioni vi è la famiglia Preve. A parlare sono due dei quattro fratelli: Emanuele Preve, managing director di Riso Gallo International, e Carlo Preve, consigliere delegato della società.

Qual è, secondo voi, il segreto del successo di Riso Gallo?

EP: Per creare valore nel lungo termine in un’azienda familiare è necessario premiare il talento. Credo che un fattore determinante nella crescita di Riso Gallo sia rappresentato dalla meritocrazia. Anni fa mio padre, in seguito a un litigio con i suoi fratelli, decise lucidamente di stipulare un patto, valido per noi tuttora, che prevedeva l’ingresso in azienda dei membri della famiglia solo nel caso in cui avessero potuto apportare un reale valore e dimostrare di possedere le competenze adeguate. 

Un principio indiscutibile, seppur non sempre scontato. Quali sono i requisiti per poter essere assunti in azienda?

CP: Occorre possedere una laurea, conoscere almeno tre lingue oltre all’italiano e aver maturato minimo tre anni di esperienza in un’altra azienda. Inoltre, si accede solo se il ruolo per cui ci si candida sia effettivamente vacante e in linea con le reali abilità acquisite dalla persona durante la sua formazione. Questo patto, preso a modello anche da altre imprese a conduzione familiare, ha sottoposto noi fratelli a un’oggettiva verifica basata sul merito.

EP: Io, ad esempio, dopo la laurea in ingegneria al Politecnico di Milano, ho lavorato per tre anni all’estero in diverse aziende internazionali, per poi tornare in Italia e maturare la mia esperienza nel settore industriale e bancario. Sono entrato in Riso Gallo nel 2013 all’età di 39 anni, solo dopo aver consolidato la forma mentis e le competenze indispensabili per il ruolo che mi è stato assegnato.

Cosa fate per prevenire eventuali conflitti?

CP: Innanzitutto, ci impegniamo a delineare e comunicare ruoli ben precisi e distinti tra loro: ognuno ha chiare le proprie mansioni e ciò previene discrepanze in merito alla presa di decisioni. 

EP: In aggiunta organizziamo frequenti riunioni in cui ci confrontiamo sulle scelte più strategiche per la nostra azienda. Questi momenti di allineamento sono indispensabili per accertarsi che tutti remino verso la stessa direzione. 

Come riuscite a trovare un equilibrio tra vita professionale e personale?

CP: Cerco di separare il più possibile le due sfere. Quando mi trovo in azienda mi concentro sulle responsabilità e sugli obiettivi professionali, ma quando termino di lavorare mi dedico alla famiglia e alle mie passioni. Questo mi permette di godere appieno di entrambi gli aspetti senza che si sovrappongano compromettendo la mia serenità e la mia produttività.

EP: Io al contrario riesco a trovare equilibrio combinando ciò che riguarda l’ambiente lavorativo con la mia sfera privata. Questo approccio mi aiuta a sentirmi interconnesso e soddisfatto in entrambi gli aspetti della mia vita.

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