A Ravello, arroccato su un promontorio della costiera amalfitana, si trova un posto magico dominato dal rosa. È Palazzo Avino, dove ogni camera, con vista sul mar Tirreno, racconta la storia del territorio con le sue ceramiche vietresi, la pittura bianca a calce e le finestre ad arco. Acquisito nel ’95 dall’imprenditore Giuseppe Avino, oggi la sua visione imprenditoriale è portata avanti dalle figlie, le sorelle Mariella e Attilia Avino.
La leadership di Mariella Avino
Managing director e proprietaria di Palazzo Avino, Mariella è cresciuta in costiera amalfitana, e dopo gli studi in Business Administration alla LUISS di Roma nel 2007 si trasferisce a Milano, dove opera come credit analyst presso HSBC Bank, ramo travel industry e turismo. Dopo un master in Hospitality Administration presso l’Ecole Hôtelière di Losanna, torna a Ravello, e dal 2011 guida il business di Palazzo Avino.
Con lei, lo storico edificio (antica dimora gentilizia del XII secolo) cambia nome nel 2013 da Palazzo Sasso a Palazzo Avino, coniugando gli interessi della manager come arte, moda e cultura legata al cibo.
Come The Pink Closet, boutique-wunderkammer che estende la narrazione del palazzo, riunendo, attraverso il lavoro di ricerca di Mariella Avino, una selezione di brand provenienti da tutto il mondo, da New York a Londra, da Como a Napoli.
Abbiamo intervistato Mariella Avino per conoscere le future strategie di business di Palazzo Avino.
Come è stato crescere con un hotel di famiglia?
Mi fa piacere rispondere a questa domanda. L’albergo è stato acquisito nel ’95 da mio padre, all’epoca avevo 13 anni. Intraprendere questa strada lavorativa è stata quindi una scelta naturale, penso di aver sempre saputo di voler appartenere a questo mondo.
Quali sono state, in termini business, le novità principali introdotte negli ultimi anni?
La stagione invernale è sempre un periodo ricco di idee, durante il quale cerco di mettere in cantiere nuove proposte. Tra quelle realizzate di recente c’è stato il takeover del beach club insieme a Officina Profumo S.M Novella di Firenze, che ne ha brandizzato il progetto. Poi, in albergo, abbiamo aperto un piccolo pop-up store che sarà visitabile fino alla fine dell’estate. Ma ci sono anche tante novità lato ristorazione.
Dallo scoppio della pandemia il cliente vuole percepire il legame col territorio; per questo, nella nostra Terrazza Belvedere abbiamo rivisto il menù, che abbraccia piatti campani tipici e della tradizione italiana. Al Rossellinis, ristorante stellato aperto solo a cena e tra i più romantici della costiera, da due anni abbiamo avviato un percorso gastronomico che, partendo dai giardini, accompagna il cliente verso un’esperienza culinaria autentica.
La stagione 2022 ha visto inoltre una capsule collection di sette stanze, firmata dalla designer Cristina Celestino, che coinvolge anche la suite Belvedere, con terrazzo affacciato sul mare e piscina privata.
Il Covid ha stravolto molti settori, e tra questi l’hôtellerie. In che modo Palazzo Avino ha fronteggiato la crisi?
Di certo è stato molto complesso. Mantenere un certo livello di accoglienza, con le restrizioni, non è stato semplice. Ho quindi cercato di mettere al centro tutto il team, nostro zoccolo duro, e mantenere un ambiente familiare. Nel nostro territorio ci sono tanti artigiani, e con uno di Vietri che realizza ceramiche, ad esempio, abbiamo fatto una linea ad hoc per il beach club e un servizio da caffè.
Se c’è una cosa che continua ad ammaliare i visitatori stranieri, però, è l’unicità del nostro territorio. Quali sono i suoi posti del cuore in Costiera?
L’aggettivo che la identifica è ‘autentica’. A Ravello ci sono tanti posti ai quali sono legata come il Museo del corallo, in Piazza Duomo. Per una breve sosta non possono mancare anche una foto ai Giardini della Principessa di Piemonte, un aperitivo al Lobster and Martini Bar di Palazzo Avino, e infine una tappa alla Pasticceria Trieste di Maiori dove provare i loro Sospiri al limone…
Quali sono i piani futuri dal punto di vista strategico?
In primis stiamo lavorando al restyling della Infinito Suite, e nel 2023 vedrà la luce anche un progetto legato alla produzione di vino.
Parliamo di Pink Closet, la boutique di Palazzo Avino. Come nasce il progetto?
Nel 2018 abbiamo acquistato un’art gallery vicina all’hotel: da anni volevo aprire una boutique e quindi ho colto l’occasione. Ho sempre avuto la passione per la moda, e negli anni ho collezionato tanti pezzi speciali, dedicando molto tempo alla ricerca di capi unici.
Volevo condividere questa passione con i miei clienti, così ho creato una sorta di “cabina armadio del viaggiatore”. Nel 2019 ha preso vita il progetto. Tra il 2020 e il 2021 è nata invece una sinergia con il progetto Fashion Trust di Camera Nazionale della Moda per sostenere marchi di nicchia. La selezione? Mi faccio sempre guidare dalle emozioni.
The Pink Closet ha inoltre inaugurato un laboratorio creativo, nutrito dal dialogo con artisti e creativi di tutto il mondo. Frutto di queste collaborazioni sono pezzi da collezione come le sete vintage di Caterina Gatta, i preziosi di Gala Rotelli, le corone di Bluetiful, i capi sartoriali di Vernisse.
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