Il livello di conoscenze finanziarie in Italia è ancora un punto debole e continua a pesare sulle scelte di investimento degli italiani. Questo quanto emerge dall’ottava edizione del rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie presentato da Consob. Lo studio analizza conoscenze, attitudini e comportamenti degli italiani basandosi su un campione di 1.436 individui. L’80% degli intervistati ritiene complessa la gestione delle finanze personali anzitutto a causa del contesto incerto e della crescita dei prezzi.
Le conoscenze finanziarie non sono ancora diffuse in maniera adeguata. Solo il 50% degli intervistati comprende, ad esempio, la nozione di diversificazione degli investimenti. Anche la conoscenza degli strumenti finanziari risulta insufficiente, alle domande su azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento la quota di risposte giuste resta al di sotto del 60%. Numeri non positivi neanche per quanto riguarda il rischio finanziario, una percentuale di intervistati che oscilla tra il 20% e il 49% conosce le nozioni di rischio di credito, di mercato e di liquidità. Solo il 65% degli intervistati comprende il concetto di inflazione e i suoi effetti.
Al centro dell’indagine anche le competenze digitali, che restano uno scoglio da superare. Sebbene sia in crescita la quota di persone che accedono alla rete per scambiare cripto-valute e negoziare online, l’indagine sottolinea che il 29% dei soggetti non è in grado di gestire correttamente il trading online.
Cresce anche la consapevolezza di dover innalzare le conoscenze e competenze. Il 66% delle persone intervistate si dichiara disposta ad approfondire le tematiche finanziarie. In miglioramento anche l’attitudine verso temi legati alla finanza personale. Diminuisce la percentuale di intervistati che pianificano e definiscono un bilancio familiare, solo il 12% rispetto al 16% del precedente anno. Aumenta la quota di investitori che risparmiano in modo occasionale, 44% a fronte del 37% nel 2021.
L’11% degli intervistati fa investimenti sostenibili. Tuttavia la percentuale potrebbe aumentare nei prossimi anni. Il 57% degli intervistati si dichiara interessato e propenso a investire in prodotti sostenibili.
Le donne
Tra le donne si riscontra invece con maggiore frequenza l’avversione al rischio, alle perdite e la tendenza a sottostimare le proprie competenze finanziarie. La percentuale femminile tende ad avere meno familiarità con prodotti finanziari e servizio di investimento digitalizzati. . Nelle scelte di investimento, tuttavia, ricorrono più di frequente al supporto del consulente e mostrano un interesse meno diffuso verso la finanza digitalizzata.
“L’inflazione agisce come una tassa occulta e iniqua violando il fondamento democratico della No Taxation without representation“
Il presidente della Consob Paolo Savona, ha affermato durante la presentazione: “L’inflazione ha sempre legami con la quantità di moneta e questa con il finanziamento della spesa pubblica attraverso l’indebitamento statale: essa opera come una tassa occulta e iniqua violando il fondamento democratico della No taxation without representation. Per queste principali ragioni, alla politica monetaria è stata riconosciuta una condizione di indipendenza operativa dagli organi della democrazia. Negarla significa mettere in dubbio il funzionamento della democrazia su cui si basa la non meno rilevante funzione di utilità della politica sociale.”
“L’insieme della politica economica seguita dopo la ripresa dell’inflazione del 2022 – continua Savona – ha scelto di privilegiare le prime due macrovariabili: il lavoro, poggiando la sua tutela sul sostegno alla crescita reale, e l’equa distribuzione del reddito, poggiando il suo raggiungimento sull’intervento a carico del bilancio pubblico. I contenuti della sua funzione di utilità sono stati tali da accettare che l’aumento dei prezzi gravasse maggiormente sul risparmio, con l’eccezione di una sua modesta remunerazione conseguente al discusso aumento dei tassi nominali dell’interesse e il riconoscimento di compensazioni fiscali stimabili nell’ordine del 2%. Su questa soluzione è mancato un dibattito politico esplicito, non foss’altro per rilevarne gli effetti sull’equità distributiva degli oneri di aggiustamento degli squilibri inflazionistici”.
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