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TransferWise sbarca in Italia anche per i privati, l’abbiamo provata in anteprima

Kristo Käärmann, cofondatore e ceo di TransferWise

Sette minuti per ottenere conto corrente, codice IBAN, carta di debito. E al termine della procedura, la domanda consueta: “Quanto sei soddisfatto da uno a dieci?”. TransferWise sbarca ufficialmente in Italia. La startup estone lancia la prima carta senza confini per clienti privati. Obiettivo: imporre anche nel nostro Paese il tasso di cambio reale per l’invio di denaro all’estero. Consentendo un risparmio fino a settanta euro ogni mille euro inviati. E regalando nuove opportunità a imprese, professionisti e lavoratori divisi tra due o più Paesi. ForbesITALIA ha potuto provare a Parigi, in anteprima ed esclusiva italiana, la nuova carta senza confini di TransferWise.

Una comune carta di debito su circuito MasterCard, diretta in particolare alla clientela di privati a cui finora, in Italia, era precluso l’accesso ai servizi bancari TransferWise. Tutto ruota attorno all’app per smartphone: da lì si controllano i movimenti e si rimpingua il conto, predisponendo ricariche dirette da altre carte e conti correnti. Ma è dall’applicazione che si ordinano anche i trasferimenti di denaro verso gli altri Paesi. Il vero cavallo di Troia con cui TransferWise intende percorrere le praterie bancarie italiane (l’approfondimento di ForbesITALIA).

“Noi applichiamo sempre il tasso di cambio reale a tutte le somme trasferite da un Paese all’altro. Teniamo per noi solo una commissione che va dallo 0,35% al 2% della somma inviata. Questo significa che inviando 1000 euro su un conto corrente inglese, le trattenute saranno dello 0,5% circa, pari a 4,98 euro. Le banche tradizionali, comprese quelle italiane, applicano invece una commissione d’ingresso che va dai 5 ai 25 euro e fino al 5% della somma inviata per la conversione in sterline. In sostanza inviare 1000 euro a Londra con noi costa meno di 5 euro, con le altre banche fino a 75 euro”, spiega a ForbesITALIA Kristo Käärmann, cofondatore e ceo di TransferWise.

La non-banca estone, nata come startup fintech nella terra di Skype, sbarca così nel nostro Paese in diretta concorrenza con i gruppi bancari tradizionali. E sostanzialmente punta a imporre anche in Italia il concetto del tasso di cambio reale sulle transazioni finanziarie tra Paesi diversi.

“Usando il sistema integrato digitale TransferWise, inoltre, si può decidere anche di non convertire le somme ricevute in altra valuta. Sfruttando così l’opportunità di acquistare beni e servizi direttamente in dollari, ad esempio, pur trovandosi in Europa, se sul conto corrente ci ritroveremo un gruzzolo in valuta americana”, ragiona Kristo Käärmann. “Benvenuti dove il denaro non ha frontiere”, recita lo slogan che campeggia sul sito di TransferWise, dove si può adoperare il calcolatore che restituisce in tempo reale la stima sulla conversione in dollari della somma in euro che si vorrebbe inviare negli Stati Uniti, ad esempio. “È la prima volta che apri un solo conto corrente, ma è come se ne avessi decine in tasca. Fino a quando risiedi e abiti in Italia, non hai problemi con il tuo conto corrente italiano. Ma quando vai a Londra, a Stoccolma o a New York, scopri che la tua banca usa un tasso di cambio fino al 5% più caro rispetto a quello vero, aggiornato in tempo reale. Le banche tradizionali ti fanno pagare anche se prelevi all’estero, noi no. E se hai dollari sul conto, usando TransferWise puoi comprare un aereo in dollari, risparmiando fino a 10 volte rispetto alla conversione da euro in dollari applicata da altre banche”, spiega il cofondatore di TransferWise.

La non-banca estone, che conta già su oltre 3 milioni di clienti nel mondo, non rilascia dati ufficiali sui correntisti italiani, che finora rappresentano comunque il terzo mercato europeo dietro tedeschi e francesi. Ma naturalmente la clientela potenziale assume le sembianze delle migliaia di studenti Erasmus italiani nei Paesi fuori dall’Eurozona, oppure potrebbe essere ben rappresentata dagli oltre 600 mila italiani a Londra, persuasi finora di trovarsi di fronte a un bivio: aprire un conto corrente nel Regno Unito, oppure utilizzarne uno italiano all’estero. “Con TransferWise invece si ottengono un codice IBAN e una carta di debito per movimentare somme in 40 valute diverse, direttamente dallo smartphone. Con costi di conversione e tasso di cambio reale, verificabili in rete sui canali ufficiali Google, XE, Yahoo Finance. E al momento più opportuno, ovvero con il tasso di cambio atteso più vantaggioso”, spiega il cofondatore e CEO di TransferWise. Ma non è difficile immaginare come gli stessi 6 milioni di immigrati in Italia possano rappresentare un enorme bacino d’utenza potenziale nel nostro Paese. Costretti finora ad affidarsi ai Money Transfer, potrebbero trasferire a basso costo le rimesse verso i Paesi d’origine, scegliendo tra i 69 Paesi e le 47 valute supportate dal sistema TransferWise. “Ma il nostro conto è la soluzione giusta anche per un italiano a Londra. Se lavori nella City per un’azienda italiana e ti pagano 2 mila euro al mese, convertirli in sterline e spenderli con noi a Londra ti costa meno di 10 euro al mese, con una banca inglese o italiana perdi fino a 100 euro al mese”.

Secondo i dati della società fondata in Estonia nel 2011 da Taavet Hinrikus e Kristo Käärmann, più di mille persone di 60 nazionalità diverse lavorano oggi per TransferWise. I 3 milioni di correntisti nel mondo movimentano somme per 2 miliardi di euro al mese, mettendo da parte circa 2 milioni di euro al giorno “di risparmi sulle commissioni nascoste applicate dalle altre banche”. Dopo 6 anni di bilanci in perdita, la società è in utile dallo scorso esercizio, con ricavi in crescita del 140% nel 2017 a 67 milioni di sterline. Accreditata come uno dei pochi unicorni tra le startup valutate più di un miliardo di dollari in Europa, TransferWise ha ricevuto finanziamenti per poco meno di 400 milioni di dollari, di cui 280 milioni lo scorso novembre. Tra i finanziatori della società estone figurano Sir Richard Branson, fondatore di Virgin e Max Levchin di PayPal.

Giusto la scorsa settimana per TransferWise è arrivato il battesimo di Bank Of England, che ha riconosciuto la società estone come la prima non-banca al mondo autorizzata a partecipare al sistema di pagamenti inglese, abilitando funzioni come i bonifici da smartphone accreditati in 20 secondi. “Non c’è banca in Italia, Stati Uniti e Australia che può muovere denaro così velocemente nel Regno Unito”, dice a Forbes Kristo Käärmann. Nel frattempo continuano le integrazioni dei sistemi e della tecnologia TransferWise all’interno delle strutture degli istituti di credito tradizionali e non. La banca digitale N26, in Germania, ha adottato la tecnologia estone per consentire ai clienti di trasferire e convertire denaro a basso costo in altre valute fuori dall’Eurozona. Costi bassi e rapidità: le due ossessioni della piccola repubblica dell’Est provano a varcare definitivamente i confini nazionali.

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