Nel 1860 era un teatro, trasformato poi in splendida villa in cui hanno soggiornato re e regine. Diventato in seguito un prestigioso hotel, 2018 è stato acquistato da Bibi Graetz, dinamico artista e vigneron fiesolano, i cui vini pluripremiati Colore e Testamatta nella vendemmia 2018 hanno ottenuto rispettivamente 99/100 da James Suckling e 100/100 da Decanter. Il suo progetto Chateau in città ha preso vita con questa vendemmia, le cui uve hanno trovato dimora (3mila mq) in una cantina vera e propria con botti e barrique, sala degustazione e dimora di famiglia nella centrale piazza Mino di Fiesole. Dove ai piani superiori nascerà un’elegante foresteria per gli ospiti dell’azienda. Al vicino Castello di Vincigliata, storica proprietà della famiglia Graetz, restano la campagna e le vigne. Proprio dove all’inizio del XVI secolo lo stesso Leonardo da Vinci ne coltivava una. Un concept nuovissimo, ispirato alle maison vinicole francesi. Da un lato il Duomo e il Comune, dall’altro il panorama su Firenze con la Cupola del Brunelleschi, Palazzo Vecchio e tutti i suoi gioielli. Qui i grappoli arrivano nella nuova cantina, luogo ideale per enoturisti e appassionati in vena di particolari wine experience.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .

CONTATTI

Piazza Mino 37 - Fiesole (FI) - Tel. 055 597222
www.bibigraetz.com

In primo piano

Accanto alla sua attività di pittore, nel 2000 Bibi Graetz inizia quella di produttore di vino, con l’obiettivo di farne un’opera d’arte con un suo stile distintivo. Parte con soli due ettari di un vecchio vigneto attorno al castello di Vincigliata, un maniero dell’XI secolo tutt’ora dimora della famiglia. In seguito recupera appezzamenti di campagna in Rufina, Greve, Panzano e Isola del Giglio, per 50 ettari vitati.

Il punto forte

Questi vigneti contano oggi diverse varietà dell’antica tradizione toscana con metodi biologici. Sangiovese. Prima di tutto, ma anche Ansonica sull’isola del Giglio in terrazzamenti a picco sul mare. In cantina le fermentazioni avvengono in acciaio e sono catalizzate da lieviti indigeni, presenti sulle bucce.

Contenuto precedente
Contenuto successivo