Distretto Giostre
Small Giants

Alla scoperta della provincia dei luna park: quanto vale il distretto rodigino delle giostre

Articolo tratto dal numero di maggio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

È nel Basso Polesine, tra i fiumi e i canneti che scolpiscono la provincia di Rovigo, che si fabbricano le attrazioni più vertiginose e adrenaliniche del  mondo. Giostre di tutti i tipi, ruote panoramiche, ottovolanti, torri a caduta libera, simulatori, trenini, montagne russe, autoscontri. In breve, l’intero repertorio dei parchi di divertimento, mobili e fissi.

Siamo nel Distretto della Giostra, industria del divertimento con epicentro in Bergantino e diramazioni a Melara, Calto, Castelnovo Bariano, Ceneselli, Castelmassa. Un centinaio di imprese impegnate nella costruzione di giostre, nell’allestimento di caravan, casse-biglietteria, spettacoli viaggianti e pirotecnici e a corona, studi di progettazione e di design. Primeggiano le microimprese, con punte in leader internazionali, anche prescelti per rilanciare – per esempio – il mitico luna park di Coney Island a New York, che ha finito per intitolare un genere.

Il fatturato italiano di settore tocca 250 milioni di euro, importo che doppia con  l’indotto. Di questi milioni, ben 150 (250 con l’indotto) si macinano in questo fazzoletto di terra. Il 48% del mercato si concentra in Europa, forte di 300 luna park, di cui 90 in Italia, il 32% copre i parchi fissi dei paesi extraeuropei, in testa Medio Oriente (15%) e America Settentrionale (10%), quindi America Latina (5%), Estremo Oriente (4%), Asia Centrale (2%) e Australia e Nuova Zelanda (1%). Da Disneyland a Legoland, dal Dinosaur Park di Pechino all’Europark di Parigi, ovunque sventola la bandiera del Polesine. Fra gli ultimi prodigi, lo spettacolare parco di Doha, in Qatar, con le sue 50 attrazioni, di cui 15 uscite dalle aziende venete. Il mercato dei parchi fissi si completa con quelli mobili, con le attrazioni dei centri commerciali, e via discorrendo. 

Con gli anni qui si è creato un concentrato di competenze con pochi pari al mondo: dalla pneumatica all’idraulica, fino a carpenteria e assemblaggio, con profili che vanno dal tecnico meccanico a elettricista, carpentiere, falegname, verniciatore, addetto alla vetroresina. È poi un settore fortemente orientato all’innovazione, alla ricerca e alla qualità, ma in primis alla sicurezza. Per questo sono state strette alleanze con centri di ricerca, in testa il laboratorio Automazione e robotica dell’Università di Padova. Distretto, dunque, tra alta tecnologia, intelligenza artificiale, software e saper fare italiano. 

La storia di questo distretto

Perché tutto questo accade qui? Già negli anni Ottanta conquistò la ribalta la notizia che a Bergantino, su meno di tremila abitanti, erano 100 le famiglie di giostrai. Troviamo la risposta in questa terna di nomi: Umberto Bacchiega, Umberto Favalli, Albino Protti. Correvano gli anni Venti e i due Umberto giravano di fiera in fiera per vendere dolci fatti in casa. S’imbatterono in un’autopista che riproduceva in piccolo il circuito di Monza. Quell’ovale di 40 metri era sempre affollato anche se, in quei tempi, il denaro scarseggiava. La voglia di automobile era enorme e il mito di Nuvolari era sempre vivo. I due Umberto, da bravi tecnici meccanici, realizzarono la loro autopista inaugurandola nel 1929, pochi mesi prima del tracollo del giovedì nero di Wall Street e, a cascata, dell’economia europea. L’idea fu vincente, a ogni modo, e divennero giostrai. Questo il primo seme del distretto.

Si aprì un altro capitolo con Protti, anche lui meccanico cresciuto alla Scuola d’Arti e Mestieri, riparatore di biciclette e moto, però troppo ingegnoso per limitarsi a questo. Nei ritagli di tempo costruì una  cicloruota e poi una bicicletta dotata di una molla sotto la sella che dava una spinta ulteriore, rendendo la pedalata meno faticosa. Amava il volo e sognava una giostra di aeroplani. Nel 1938 realizzò la sua prima giostra ad aerei, enorme, a catene, dotata di movimenti che simulavano il decollo e l’atterraggio di velivoli in legno: una novità assoluta nei parchi di divertimento. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale dovette arruolarsi, ma tornò all’opera costruendo una giostra con materiali bellici di recupero. Vite e miracoli, e vicende varie, tutte narrate nel Museo della giostra e dello spettacolo popolare di Bergantino.

In questo paese di 2.900 abitanti le famiglie si tramandano il mestiere di generazione in generazione. Si parte dai Bacchiega, la famiglia di giostrai più longeva in assoluto. Alessandro, pronipote di Umberto, racconta che fin da bimbo era sempre al fianco del padre. Mentre Matteo Stefani, laurea in matematica, ha abbandonato i calcoli per tornare nella carpenteria di famiglia, dove si costruiscono carovane, perché “il sangue chiama”, ha spiegato in un servizio realizzato dalla Rai. Altra storia avvincente è quella di Riccardo e Giorgio Cuoghi, nati giostrai e poi passati a vestire le giostre. “Ogni pezzo è bello se è illuminato bene”, dicono. Per creare luci mirabolanti hanno fondato l’impresa Lights Co. di Bergantino, che, fra gli altri, ha firmato il Jumper, l’Air Rice e il Roller Coaster del Wiener Prater e di Coney Island Park. Giusto un esempio, perché la lista potrebbe allungarsi ancora molto.  

Le aziende

Technical Park

È stata fondata a Melara nel 1980 per costruire giostre per bambini. Poi la svolta che ha fatto di Technical Park uno dei leader nella costruzione di ruote panoramiche e attrazioni adrenaliniche. L’azienda ha circa 300 dipendenti impegnati nella costruzione, assemblaggio e spedizione (anche questa un’arte) delle giostre. Tra i fiori all’occhiello, il Flying Fury fornito all’Europark di Milano e al Tivoli di Copenhagen: una colonna a T con due bracci paralleli indipendenti. Ogni braccio ruota di 360° in entrambe le direzioni, con una postazione da quattro persone. Un joystick permette di pilotare i movimenti creando le proprie prestazioni di volo.

Zamperla

“Vedevo mio padre andare nei parchi di divertimento, quindi lo seguivo. Spesso eravamo noi figli a provare le giostre. Che passione. Anche adesso non vedo l’ora di salire sulle montagne russe”. Parole di Antonio Zamperla, presidente e amministratore delegato dell’azienda con sede ad Altavilla Vicentina. Le attrazioni Zamperla sono presenti nei parchi divertimento di tutto il mondo. La società ha firmato anche la rinascita di  Coney Island, il parco divertimento di New York. Ha uffici e sedi in tutto il mondo e stabilimenti produttivi anche in Cina e nelle Filippine, oltre che nel Vicentino, dove, con 273 dipendenti, tra cui ingegneri, matematici, artigiani, tecnici e decoratori, copre l’intera filiera: dalla progettazione di giostre e montagne russe alla vendita e all’assistenza. 

Fabbri Group 

Con oltre 65 anni di esperienza, Fabbri Group è uno dei principali produttori mondiali di giostre per parchi permanenti, destinazioni turistiche e spettacoli viaggianti. Ampio il repertorio di modelli, tra l’altro personalizzabili: dalle giostre per bambini e famiglie (come navi pirata, tazze da tè e aerei) alle ruote panoramiche, passando attraverso le giostre da brivido e quelle di nuova generazione, come i teatri volanti. Tutto venne avviato da Remo Fabbri, figlio di un fabbro, con mani abilissime e propensione per la tecnica. Dalla sua parte aveva l’incoraggiamento degli impresari di spettacoli viaggianti di Bergantino, che ne avevano intuito il talento. Fu tra i primi a sostituire il funzionamento idraulico e meccanico delle giostre con aria compressa, più performante. Fu lui, con il fratello, a lanciare la prima Aviogiostra: l’inizio di un’avventura poi proseguita con i figli. 

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