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Linecheck, a Milano uno sguardo alla musica del futuro

MC Bin Laden a Linecheck farà il suo debutto italiano.

Un concerto interamente in realtà virtuale. Un talk su come la blockchain rivoluzionerà la distribuzione digitale. Una serie di incontri con i demiurghi dei mercati musicali più innovativi d’Europa. Decine di concerti di artisti italiani e internazionali, da Perfume Genius a James Holden, da MC Bin Laden a Thundercat.

Arriva a Milano dal 21 al 26 novembre Linecheck, terza edizione di un festival ibrido che unisce musica live e una conferenza per addetti ai lavori. Talk e concerti si alterneranno tra la sede centrale di BASE (Via Bergognone, 34) e altre location della città, con un programma fitto che potete scoprire qui.

Proprio per questa sua natura ibrida, Linecheck sarà anche un momento interessante per riflettere sullo stato dell’arte della musica in Italia, dove lo streaming rappresenta la fetta più grande della distribuzione musicale digitale e vale il 36% dell’intero settore (dati Fimi). Tra il 2012 e il 2016 i ricavi dalle piattaforme di streaming sono cresciuti del 1.315%: una tendenza che non dà segni di cedimento.

“Quello italiano è un mercato forte in termini complessivi di acquisto brani e utilizzo delle piattaforme di streaming”, conferma a ForbesITALIA Dino Lupelli, direttore generale di Linecheck e fondatore di Elita. “Ha anche dei buoni valori di fatturato, tanto che l’industria discografica lo colloca tra i primi dieci paesi al mondo”.

Quali credi siano invece i punti di debolezza?

La musica dal vivo, pur in crescita costante, è lontana dal livello di altre nazioni occidentali. Questo accade per la sostanziale autarchia di un’industria che ha puntato tutto sui consumi interni e poco sull’internazionalizzazione—ovvero l’export di musica all’estero e l’import di pubblico dall’estero. In entrambi i casi, la bilancia commerciale è tutta da riassettare.

All’estero c’è chi sta facendo bene, soprattutto nel Nord Europa. Quale nazione prenderesti a modello?

Tra i paesi europei l’Olanda è quello con le migliori performance a livello di piattaforme e di export. Sono olandesi 4 dei dieci dj più pagati al mondo e producono un fatturato totale di oltre 40 milioni di euro. L’Amsterdam Dance Event, da solo, genera un indotto di 120 milioni di euro per la città, mentre a livello nazionale la musica crea indotto fiscale e occupazione. Il punto di svolta è stato rappresentato dall’attribuzione di deleghe speciali al ministero dello Sviluppo Economico, mentre la tutela dei beni e del patrimonio è ancora affidata al ministero della Cultura. E l’Olanda può essere un modello proprio anche dal punto di vista ‘culturale’: mi riferisco alla formazione che avviene nei conservatori e nelle scuole pubbliche su musica popolare e contemporanea.

In Olanda come da noi, la distribuzione digitale della musica è stata rivoluzionata dall’arrivo dello streaming: quali sono le opportunità ancora da cogliere per la nostra industria musicale?

La distribuzione in streaming consentirebbe anche al nostro “prodotto” nazionale ottime performance a livello globale, se solo avessimo le capacità manageriali e gli investimenti utili a supportare la promozione dei nostri artisti. Decaduto il mito della vitalità auto-generata dalla rete, oggi conta essere inseriti nelle playlist. E mentre in Italia registriamo l’arrivo di Tidal come piattaforma innovativa che punta sulla qualità dell’ascolto, in realtà le nuove frontiere si chiamano blockchain e intelligenza artificiale, due realtà che minano alla base le fondamenta dell’industria causando nuovi scossoni e nuovi assestamenti.

A proposito, una parte consistente di Linecheck sarà dedicata alla compenetrazione tra musica e nuove tecnologie.

Il rapporto tra musica e tecnologia influenza tanto la parte performativa della musica – a Linecheck verrà presentato il live dell’iraniano Ash Koosha, completamente in realtà virtuale – quanto i meccanismi di produzione, attraverso l’intelligenza artificiale e la blockchain. Se abbiamo imparato abbastanza bene ad affrontare le rivoluzioni tecnologiche sul palco, l’intelligenza artificiale pone interrogativi a cui nessuno sa rispondere. Sono convinto che la AI aiuterà sempre di più i musicisti nel loro lavoro, seppur senza andare a rimpiazzare completamente il ruolo umano. Discorso a parte per la blockchain: un hardware in grado di offrire vantaggi e garantire certezze nella valorizzazione dei diritti degli autori, siano essi protetti da copyright o in licenza Creative Commons.

A livello di live in programma, i nomi in cartellone sono eterogenei (qui le info sui biglietti). Qualche chicca che consiglieresti a un’amica?

Sono contento in particolar modo della diversità musicale rappresentata. Oggi la musica si può produrre con qualità in tutto il mondo ed è finito per sempre un monopolio anglo-americano che era basato soprattutto sulla capacità industriale di quei due paesi. Quindi se proprio devo suggerire qualcuno penso a KOKOKO!, progetto che arriva dal Ghana con delle sonorità da metropoli occidentali e a James Holden and the Animal Spirits, altra prova magistrale di una vera icona della musica contemporanea. Tra gli italiani sono orgoglioso del progetto speciale tra Paolo Angeli, maestro di sperimentazione e ricerca, con IOSONOUNCANE, idolo pop nostrano: sarà un’anteprima che speriamo possa preludere a un grande tour mondiale. Infine la mia artista italiana preferita, L I M, seconda a nessuno al mondo per qualità del repertorio e della cura della propria immagine.

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