Cultura

Achille Castiglioni e il design dal volto umano

Achille Castiglioni nel suo studio, 1995.

Amava gli oggetti utili, Achille Castiglioni. Li amava per aver reso più semplice la vita delle persone e per aver risolto i piccoli problemi della quotidianità. Il vassoio, il tostapane, il mattarello, la tazzina del caffè: tutti oggetti che nascondono una progettualità intelligente, concepiti da autori sconosciuti ai più. Castiglioni li amava talmente tanto da collezionarli nel suo studio. Li metteva in mostra sulle mensole e li accatastava nelle vetrinette, li studiava e li rimirava. Li raccontava durante le sue lezioni al Politecnico di Milano e alle conferenze in giro per il mondo. “Gli oggetti devono fare compagnia”, ripeteva. In quell’ammirazione per gli oggetti anonimi c’era tutto l’amore per un design funzionale che rispondesse in modo pratico alle necessità del vivere quotidiano.

Achille Castiglioni è stato uno dei più grandi maestri del design italiano. Un progettista visionario, ma prima di tutto un uomo dalla grande umiltà che sognava di realizzare opere che aiutassero concretamente le persone. Non gli interessava diventare famoso, gli bastava che il suo lavoro fosse utile ai suoi fruitori. Diceva: “Un buon progetto non nasce dall’ambizione di lasciare un segno, il segno del designer, ma dalla volontà di instaurare uno scambio anche piccolo con l’ignoto personaggio che userà l’oggetto da noi progettato”. A lui si devono la celebre lampada Arco progettata nel 1962 per FLOS; la lampada Snoopy, ispirata al fumetto di Charles Schulz; l’apribottiglie Splügen, disegnato nel 1960 per il bar Splügen Bräu di Milano, e la fondazione nel 1956 dell’Adi, l’Associazione per il Disegno Industriale. Ad averlo soddisfatto di più, però, è un’altra cosa: “L’oggetto di cui sono più orgoglioso? L’interruttore rompitratta. Prodotto in grande numero, è acquistato per le sue qualità formali e nessuno, nei negozi di materiale elettrico, ne conosce l’autore. È piacevole da tenere in mano, ha un bel rumore”. Nel 1968, insieme al fratello Pier Giacomo Castiglioni, Achille riuscì a realizzare il sogno di una vita, creando finalmente uno di quegli oggetti utili che aveva sempre ammirato. L’interruttore rompitratta consentiva di accendere le lampade in modo più agevole, specialmente di notte.

Una parte dell’allestimento della mostra.

Il 16 febbraio 2018 Achille Castiglioni avrebbe compiuto cento anni. Per festeggiare la ricorrenza, i suoi figli Giovanna e Carlo hanno deciso di fargli il regalo che avrebbe sempre desiderato: una festa piena di oggetti anonimi. Parte da qui la mostra 100×100 Achille (in corso fino al 30 aprile 2018), allestita presso la Fondazione Castiglioni di Milano e curata da Chiara Alessi e Domitilla Dardi. Un progetto espositivo che ha chiesto a più di cento designer di pensare a un oggetto anonimo che avrebbero voluto regalare a Castiglioni, e che rappresentasse in qualche modo il loro approccio progettuale. “Una mattina di qualche mese fa, davanti allo specchio, ho pensato: festeggiare i 100 anni di Achille è facile! Basta invitare tanti amici, direi cento […]. Irma, mia madre, mi ha sempre detto che a una festa non ci si presenta mai a mani vuote e che il regalo non deve essere troppo costoso per non mettere in imbarazzo chi lo riceve”, ha raccontato Giovanna Castiglioni.

Tra i designer selezionati, ci sono alcuni protagonisti della scena contemporanea italiana e internazionale come Andrea Branzi, Piero Lissoni, Ronan & Erwan Boroullec, Kostantin Grcic, Patricia Urquiola, Jasper Morrison, Max Lamb e Ugo La Pietra, ma anche i nuovi rappresentanti della creatività italiana come Cristina Celestino, Studio Klass e Maddalena Casadei. Ogni regalo è accompagnato da un biglietto di auguri: le frasi e i pensieri raccolti sono appesi in un pannello accanto agli oggetti esposti. “Caro Achille, compagno di giochi, ti invio un oggettino che ha sempre significato molto per me”. Così scrive Enzo Mari, e l’oggettino in questione è un coltellino multiuso. L’allestimento, pensato dallo studio Calvi Brambilla, riprende il concetto di semplicità e utilità tanto caro a Castiglioni attraverso l’installazione di alcuni mobili da campeggio, trasformati in vetrinette per i regali. Dentro ci sono tutti gli oggetti che compongono la nostra quotidianità e che l’hanno rivoluzionata in modo silenzioso: il tagliere, il pentolone, lo scolapasta, la spillatrice, la trottola, il raccoglibriciole e il caleidoscopio. Ma c’è spazio anche oggetti più divertenti e inusuali, come il giocattolo Furby, la paletta da croupier e il riempi-gavettoni. C’è il nostro mondo, che coincide molto con quello di Achille Castiglioni. Ma soprattutto, c’è una visione progettuale improntata ai bisogni delle persone, perfetta sintesi tra funzionalità ed estetica. Un design dal volto umano, che ancora oggi fa scuola.

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