Qualche giorno fa, la compagnia di assicurazione sanitaria Cigna ha pubblicato una ricerca basata su un campione di 20mila americani in età adulta: nello studio, ai partecipanti veniva chiesto quanto sentivano proprie affermazioni come “le persone sono intorno a me, ma non con me” e “nessuno mi conosce davvero”. In sostanza, quante di quelle persone si sentivano sole?
Servendosi della Scala della solitudine sviluppata all’Università della California – uno dei migliori sistemi di valutazione disponibili – Cigna ha trovato che i giovani percepivano, in media, più solitudine rispetto agli anziani. La mancanza di ulteriori informazioni circa il metodo, tuttavia, porta a un’altra considerazione: per sapere con certezza che viviamo in un’epoca di persone sole, lo studio dovrebbe essere comparato e comprendere anche i “giovani di ieri”.
Esistono anche queste ricerche, spiega Popular Science, ma portano alle conclusioni opposte: un paper pubblicato sulla rivista scientifica Personality and Social Psychology Bulletin ha preso in esame 13mila studenti del college tra il 1978 e il 2009, scoprendo che in realtà i Millennial riportavano livelli di solitudine inferiori rispetto al passato. Gli stessi ricercatori hanno poi ampliato lo spettro a 385mila studenti delle scuole superiori (di un periodo compreso tra il 1991 e il 2012). Per misurare la solitudine, anche in questo caso, i partecipanti dovevano valutare statement sulla falsariga di “vorrei avere più amici”.
Se anche in questo caso la solitudine diminuiva col passare del tempo, ad aumentare era un altro valore, quello dell’isolamento sociale: con quest’ultimo termine si intende una condizione più oggettiva rispetto alla mera solitudine, e che comprende avere poche connessioni sociali, non uscire quasi mai di casa, e il vivere in uno stato di segregazione tout court. Si tratta di un dato in linea con quelli del censimento americano, che dicono che la percentuale di persone che vivono da sole negli Stati Uniti è raddoppiata nel giro di 50 anni: nel 1967 era il 7,6%, mentre l’anno scorso toccava quota 14,3%.
È probabile che la condizione di isolamento oggettivo più diffusa rispetto a un tempo venga tamponata dalla diffusione dei social media, i quali, spiega la scienza, possono contribuire a farci sentire meno soli nel breve periodo. Ma molte ricerche spiegano che tanto la solitudine percepita quanto l’isolamento sono condizioni correlate a problemi di salute e morte precoce. Un sondaggio di Eurostat pubblicato l’anno scorso affermava che il 13,2% degli italiani non ha una persona a cui chiedere aiuto in caso di necessità, e che il nostro Paese risulta in testa alla mesta graduatoria continentale della solitudine: un italiano su otto ha problemi di questo tipo, ed è un problema nuovo e socialmente rilevante.
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