Cultura

Le polaroid di Newton, Warhol e Mapplethorpe all’asta a Londra

La polaroid è stata spesso usata dai più grandi maestri della fotografia come taccuino di appunti per immagini che richiedevano una progettazione del set (Helmut Newton) o come base per opere pittoriche (Andy Warhol); o ancora, come mezzo alternativo alle complesse sperimentazioni in banco ottico (Paolo Roversi).

Dal punto di vista dei collezionisti, la polaroid ha sempre avuto la virtù – all’interno di un medium fotografico fatto di edizioni e tirature – di essere sempre un pezzo unico, che in un tempo analogico si poteva vedere all’istante. Dato che le sue pellicole sono fuori dalla produzione, oggi è più che mai un oggetto di caccia per i collezionisti.

Andy Warhol, Debbie Harry (1980).

Fra questi si trova anche Piero Bisazza, ceo dell’omonima azienda italiana fra le leader mondiali per la produzione di mosaici di vetro, che ha raccolto un’ampia collezione di foto in questo formato. “Sono stato intrappolato in questa collezione per quasi vent’anni”, dice. Bisazza, titolare oggi anche di una fondazione per l’architettura, il design e la fotografia contemporanea, ha amato la polaroid al punto da raccoglierne circa 250 pezzi. Una piccola parte della sua collezione sarà all’asta da Phillips de Pury nella The Ultimate Photographs Evening and Daily sale, che il prossimo 18 maggio segna la chiusura della settimana londinese dedicata alla fotografia, quella della fiera di Photo London.

Rapporti personali con gli artisti. La collezione di Bisazza rispecchia i rapporti personali con gli artisti, che “grazie alla mia passione personale sono poi entrati in azienda”, racconta non senza una punta di orgoglio Piero. Fra questi su tutti Araki, di cui aveva acquisito molte polaroid prima di coinvolgerlo in una campagna pubblicitaria. Piero racconta che il maestro giapponese accettò con entusiasmo di scattare un lavoro pubblicitario, realizzando una campagna discussa e censurata per l’erotismo delle figure femminili, legate secondo la pratica del kinbaku. Di Araki nella collezione è presente in catalogo un interessante lotto di 36 polaroid, che testimoniano l’amore che Piero ha sempre avuto per il prolifico fotografo giapponese (per il quale, precisa, “la polaroid è il uno dei tanti mezzi per alimentare la sua passione totalizzante per l’eros, la fotografia e il colore”).

Andy Warhol, Dennis Hopper (1977).

Successi e magnifici fallimenti. “Conobbi Newton quando era già tardi per coinvolgerlo”, ci confida Piero. “Ci incontrammo negli anni ’90 allo Chateau Marmont di Los Angeles. Acquisii un nucleo significativo di sue polaroid. Newton a differenza di altri autori firmava gelosamente le sue istantanee, poiché ne aveva già intuito il potenziale di mercato”. Di Newton è presenta all’asta un gruppo cospicuo di immagini, con i lotti dall’8 al 12 e dal 152 al 163.

Le fondamenta. “Quando colleziono, amo partire dalle fondamenta di quel genere”. In una collezione ragionata non poteva mancare una polaroid di Robert Mapplethorpe. La foto del golden boy della fotografia americana inclusa nella battuta d’asta è un raro scatto istantaneo fatto all’amica Patti Smith. Si tratta di una polaroid dei primi anni ’70. Bisazza ci spiega che “le foto istantanee di Mapplethorpe contengono in nuce lo stesso studio sulla luce e sulla composizione che caratterizza le foto maggiori. All’epoca i due artisti condividevano le difficoltà e gli stenti della vita da giovani artisti nella tentacolare New York: Robert risparmiava sul cibo per comprare le pellicole della sua macchina istantanea, fino a quando non ottenne un grant dal dipartimento di fotografia del Met che gli ha consentito di proseguire la sua ricerca”.

Andy Warhol, Robert Mapplethorpe (1983).

I classici. La collezione Bisazza in catalogo comprende poi un nucleo rilevante di polaroid di Andy Warhol. Per il maestro del pop americano delle origini la polaroid era lo strumento rapido e funzionale nei ritratti delle celebrity, in cui era alla ricerca delle pose migliori che poi avrebbe trasformato in serigrafia per la realizzazione dei multipli e dei pezzi unici. Le sue polaroid hanno il fascino della spontaneità rispetto alle scelte iconiche tipiche delle opere pittoriche. In catalogo troviamo un bellissimo ritratto di Debbie Harry, leader carismatica dei Blondies, stimato attorno alle 10mila sterline.

Le chicche. La collezione di Piero Bisazza si caratterizza per alcuni pezzi affascinanti, fra i quali si segnalano le polaroid erotiche segrete di Carlo Mollino e quelle di Paolo Roversi, con cui Piero ha intrattenuto un rapporto personale molto stretto. “Paolo è un grande amico e un fotografo di un talento eccezionale, capace di rendere le sue immagini uniche per uno stile che è inconfondibile. In collezione ho molte sue foto che per me incarnano il paradigma della sensualità femminile”. Chi ama Roversi può contendersi all’asta una sua polaroid dell’icona erotica Kate Moss vestita di sole piume di struzzo.

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