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Annoiati sul lavoro? La scienza dice che è una cosa positiva

A tutti capita (o è capitato) di essere annoiati.

Di David Sturt e Todd Nordstrom per Forbes.com

Di recente hai sentito qualcuno che parlava del suo lavoro in toni entusiastici? C’è gente che si sente esaltata dalla sua professione, gli dà la carica, e sembra amare ciò che fa. E mentre ti spiega com’è eccitante il suo lavoro, potresti trovarti a pensare “wow, vorrei provare anch’io la stessa passione per ciò che faccio”.

A volte, quando ascoltiamo persone entusiaste del loro lavoro, le nostre menti pensano involontariamente agli aspetti negativi del nostro. Potremmo trovarci a dare peso ai nostri periodi di magra, o anche ripensare a periodi della carriera in cui eravamo molto più piene di passione, ma poi gli anni sono passati e l’entusiasmo si è stemperato. Alla fine, non è strano trovarsi convinti che il proprio lavoro sia, in fondo, una cosa noiosa.

Naturalmente, “noioso” non è una parola che nessuno vorrebbe usare per descrivere la propria professione. Ma guardiamo in faccia la realtà: la noia è una cosa che succede. Anzi, un recente articolo pubblicato su Psychology Today condivide una ricerca che mostra che “tra il 30 percento e il 90 percento degli americani adulti si annoia nella sua vita quotidiana, così come dal 91 al 98 percento dei giovani”. Si tratta di un aspetto comune del lavoro e della vita. E, per quanto possa rivelarsi orribile, è una bella situazione in cui trovarsi almeno momentaneamente, se sappiamo gestirlo adeguatamente.

A dirla tutta, i ricercatori oggi studiano l’importanza della noia nella nostra vita quotidiana e nella nostra carriera. “In assenza di noia, una persona rimarrebbe intrappolata in stati di cose insoddisfacenti, e si perderebbe esperienze utili sul piano emotivo, cognitivo e sociale. La noia è un campanello d’allarme che ci dice che non stiamo facendo ciò che vorremmo fare, e anche una spinta che ci porta verso i nostri obiettivi e progetti”, ha scritto Andreas Elpidorou, professore di Filosofia alla University of Louisville. In sostanza Elpidorou sostiene che la noia è un monito che dice che ci siamo seduti sugli allori, e ci sprona a creare le basi per i cambiamenti.

Anche questo si è rivelato essere vero. Nei nostri viaggi, durante i colloqui con leader intorno al mondo, e nelle nostre ricerche, abbiamo sentito migliaia di persone entusiaste del loro lavoro. E se spesso chiediamo da dove arriva questa motivazione, è raro che ci venga risposto “ero annoiato”. Ma spesso le risposte sono sinonimi della noia: cose come “ero frustrato dalla situazione in cui mi trovavo”, “mi sono reso conto che le cose non si muovevano”. Ecco alcuni modi in cui abbiamo visto un annoiato superare la sua noia e ottenere grandi risultati.

  1. Accetta la sensazione. Sappiamo tutti che cos’è la noia, e la nostra reazione naturale è minimizzarla rendendoci occupati, o distraendoci. Ma non dovremmo, anzi dovremmo fare un passo indietro: ragiona sul perché ti senti annoiato. Cosa c’è che non va nel tuo lavoro? Non negare il tuo stato d’animo evitandolo, usalo come volano per capire qual è il problema. Se necessario, prenditi una vacanza per riflettere;
  2. Pensa anche agli altri. Una parte preponderante della noia è un senso di egoismo. È normale: quando ci annoiamo, pensiamo soltanto alla nostra condizione. Prova però a cambiare la prospettiva su chi ti sta intorno: pensa a come il tuo lavoro, o le cose che fai, potrebbero influenzare la vita degli altri. Le nostre ricerche dimostrano che l’88 percento dei progetti premiati nasce con la domanda “cosa posso fare che abbia una ricaduta positiva sugli altri?”;
  3. Alza l’asticella. Gli psicologi dicono che la monotonia è la causa più comune di noia: spesso cerchiamo di combatterla cercando stimoli esterni: pensiamo di aver bisogno di un nuovo lavoro, di una promozione, di qualcuno che ci ispiri o ci faccia sentire apprezzati. Ma la verità è che la cura più semplice sono i nostri stimoli interni: sfidarci a ottenere risultati migliori, darci obiettivi che sembravano fuori portata. Ironicamente, quando lo facciamo otteniamo la motivazione esterna che cerchiamo;
  4. Sperimenta i risultati in prima persona. Dopo aver completato i tre passi precedenti, è importante rendersi conto dell’impatto di ciò che facciamo. Pensa ai destinatari del tuo lavoro, che possono essere clienti, colleghi o un gruppo specifico: potresti non renderti mai conto di ciò che hai fatto, se non lo tocchi con mano. Anzi, le ricerche mostrano che chi va ad assistere a come viene accolto il suo lavoro è fino a 17 volte più appassionato;
  5. Ripeti fino a che non sarai di nuovo annoiato. Parrà un cliché, ma quando si parla di noia dobbiamo fare i conti col fatto che ce la ritroveremo sempre alle calcagna… e non solo va bene così, ma può anche essere un fattore positivo. Ancora una volta potremo sapere quand’è il momento di dare il via a un cambiamento, cercare un progresso e scoprire la nostra prossima sfida o impresa gratificante.

Sentirsi annoiati non è bello, ma se la noia non esistesse vivremmo in un mondo tutto uguale, immobile e tedioso. Il che non è certo una prospettiva migliore.

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